sabato, novembre 30, 2013

 

Singloids dei Persichetti Bros


Etichette:


venerdì, novembre 29, 2013

 

Advertising di Enzo Scarton

Advertising di Enzo Scarton

Etichette:


martedì, novembre 26, 2013

 

Bradi Pit di Giuseppe Scapigliati

Etichette:


lunedì, novembre 25, 2013

 

Zits di Jerry Scott e Jim Borgman


Zits Zits nasce da una collaborazione paritaria tra due autori. Situazione rara, specie in questo genere di fumetto, dove i cartoonist sono artigiani e decisamente individualisti, in genere realizzatori delle tavole a partire dalle idee scritte fino all’inchiostrazione. Zits è diversa, è proprio ideata e disegnata a due mani. Jerry Scott non è nuovo ad esperienze di collaborazione visto che è coautore, con Rick Kirkman, della più volte premiata “Baby Blues”, deliziosa striscia sulle fatiche genitoriali. Jim Borgman è un cartoonist affermato nel mondo delle vignette di satira che il rimpianto per Calvin & Hobbesaccompagnano gli editoriali politici, con le quali ha vinto un Pulitzer. A differenza di Baby Blues dove Scott si limita a scrivere le idee, qui entrambi gli autori disegnano, progettano e compongono la strip, raffinando ognuno gli spunti dell’altro. Scott vive in California e Borgman in Ohio e regalano felicità ai gestori telefonici. I disegni viaggiano freneticamente avanti indietro via fax finché entrambi sono soddisfatti del risultato raggiunto. Le pirotecniche trovate grafiche di Borgman integrano gli scenari meticolosi disegnati da Scott. Il prodotto di questa singolare collaborazione è la strip più visionaria e innovativa graficamente che si sia vista in questi ultimi anni. Zits è una lettura universale del mondo degli adolescenti, quella terribile fase di sballottamenti intorno ai 15 anni che tutti ricordiamo vivissima e che influenzerà tutto il resto della nostra vita.

LO SCENARIO

I punti di prospettiva sono multipli: non è una striscia per teenagers e nemmeno per adulti o quarantenni nostalgici di una fase della vita (o, almeno, non è solo per loro). Zits sbeffeggia i luoghi comuni di adolescenti e genitori e ride della loro guerra generazionale. Il mondo dei teenagers è descritto e sublimato nella letteratura, in mille film, serial televisivi e anche in tanti altri fumetti, spesso in modo sdolcinato, romantico e plastificato. Nessuno però descrive e smonta gli stereotipi come Zits. Le matite degli autori, potenza della sintesi del fumetto, riescono a raccontare visivamente quello che ad altri non riesce. Lo scenario è quello di una famiglia: i genitori, che hanno appena vissuto come giovani gli anni ’70, sono in perenne conflitto con il loro secondogenito Jeremy. Ci sono poi un gruppo variopinto di amici, i sogni, le frustrazioni e, appena sullo sfondo, la scuola e la satira sociale su certi modelli di vita e comportamento che indossiamo inconsapevoli. Il tema centrale tratta con ironia intelligente il ripetersi perpetuo di un conflitto generazionale e gli autori sono bravi e divertenti nel coinvolgere i lettori in vorticosi mutamenti di punti di vista. Ma soprattutto ci sono frammenti dalla vita quotidiana di “common people”, gente comune, normale, simpatica, riconoscibile, umani con l’autostima vacillante come tanti, cucinano, fanno la spesa,i discorsi che fanno acqualontani dalle esorbitanti storie che passano dal tubo catodico. Anche da vicende ordinarie e intime si può ricamare arguto umorismo e grande epica. La situazione è congelata, come in Mafalda e nei Peanuts: i personaggi non crescono e non invecchiano, Jeremy non esce mai dagli odiati quindici anni e la pena dei genitori è eterna. Partendo da spunti reali la ricostruzione del mondo giovanile non è affatto datata ma anzi molto universale e per la strip circola una divertente aria da “tutto il mondo è paese” .

LE IDEE

ZitsZits si nutre di idee disegnate. Scott e Borgman sono degli autentici campioni nello spremere narrazioni usando le tavole delle comic strip. Le strizzano e le dilatano come una fisarmonica e con un uso magistrale delle closure, lo spazio sequenziale tra un immagine e un’altra, mostrano un’abilità incredibile nell’accelerare o rallentare il tempo dell’azione. In genere viene descritto banalmente come un fumetto che parla della vita di un adolescente, ma il punto forte della strip, spesso non afferrato in pieno, sta nelle strepitose metafore grafiche. Esplodono di colpo, inaspettate, sono rappresentazioni surreali dei pensieri dei protagonisti. Le avevamo già viste in Calvin e Hobbes dove riguardavano solo il protagonista e il suo mondo immaginario parallelo. Ma la lezione di Watterson è spinta oltre. In Zits coinvolgono tutti gli attori, non solo il giovane Jeremy, e si inseriscono nell’azione con vertiginosi mutamenti di prospettive, trasfigurazioni coloratissime e kafkiane, immagini psichedeliche degli stati d’animo e dei punti di vista. Percezioni e fantasie sono continuamente condivisi con i lettori grazie a un’infinità di trovate grafiche, sovrapposizioni di livelli su livelli di tavole, tagli, stacchi e virtuosismi nella sequenza e nell’impaginazione. La striscia ha splendidi dialoghi, realistici, sarcastici, gag e battute continue ma decolla con il disegno fantasioso, in perenne stato di mutazione visionaria. Anche nell’uso del colore assistiamo ad alcune metamorfosi cromatiche in funzione narrativa che non sfigurerebbero in un film di Peter Greenaway, solo che qui trattandosi di un negletto genere umoristico minore non troviamo abbastanza intellettuali che diano cenni di stupore. Per raffinatezza di sintesi, disegno e invenzioni, al momento, tra le strisce contemporanee in vita, è lo stato dell’arte in questo genere. Senza lagnarsi degli spazi ridotti, Scott e Borgman sperimentano la potenza descrittiva e sintetica del disegno e del fumetto.

JEREMY

JeremyJeremy Duncan ha quindici anni e quasi niente gli va bene. La sospirata patente di guida si può avere a sedici anni negli USA, ma non arrivano mai e tutta la voglia di indipendenza è racchiusa in una prigione di immobilità. Scarpe sportive enormi, sempre la stessa camicia a quadri, una postura indolente e un’aria trasandata, pigro e in stato Jeremydi perenne noia si spalma su divani e sedie, vive in fuso orario personale. Ingurgita con voracità disgustosa grandi quantità di cibo spazzatura, convive tranquillo con il casino perenne della sua stanza. Non ha la minima idea di cosa significhi ordine, mettere i vestiti in un armadio è come nasconderglieli. Si vergogna dei genitori, è imbarazzato dai loro interventi, vorrebbe che lo lasciassero a 300 metri dalla scuola. Rifiuta con pregiudizio cocciuto qualunque dialogo. Per come la vede, con i loro divieti gli stanno rovinando la vita. Innamoratissimo di Sara per la quale prova teneri sentimenti, allo stesso tempo galleggia su una burrasca ormonale ed è affascinato da tutto il mondo femminile e dal sesso. Nei suoi sogni ha una passione insana per una famosa star televisiva ed è attirato da donne più grandi. Ma queste ed altre contraddizioni sono normali nel cranio di un maschio.

LA FAMIGLIA

I genitori di JeremyWalt Duncan, il papà, è un ortodontista, quello che mette gli apparecchi in bocca. Grazie alla sua professione è in contatto con molta della gioventù locale ma questa pratica non l’aiuta affatto nella comunicazione con il figlio. Viene dagli anni ’70, ha respirato l’aria di quegli anni, concerti, canne, viaggi, non ha perso i ricordi ma con il dilatarsi del girovita ci ha messo poco a ripiegare nella convenzionalità del suo ruolo genitoriale. Ha assunto il ruolo di lavandaio della casa, un contributo al ménage familiare che diventa un’esilarante persecuzione nella stiva dell’abitazione. Connie, la mamma, ora nel mezzo dei suoi quarant’anni, aveva scelto la vita di casalinga per seguire meglio la famiglia e adesso magari avrebbe anche voglia di qualche spazio per sé e qualche sfogo artistico, deturpato da beffe e interruzioni. È lei la più combattiva nell’affrontare Jeremy con sguardi intimidatori ed indagatori. Entrambi cercano di estrargli qualche sillaba, instancabili fanno quasi tenerezza nei loro tentativi. Vorrebbero trasmettere passioni, valori e interessi. Inutilmente, perché sono vittime del pregiudizio generazionale. Se qualcosa funziona con loro significa che non va bene. Goffi pagliacci davanti alle nuove tecnologie, noiosi con l’attaccamento alla felicità familiare e inguardabili nelle affettuosità, dovrebbero essere trasparenti Chadfornitori di mezzi di sopravvivenza e invece sono solo bravi a creare imbarazzo. Jeremy ha un fratello maggiore, Chad, che appare raramente ma stende la sua lunga ombra. È perfetto, con un clamoroso Q.I., bello, atletico, ha vinto tutte le competizioni sportive, ha avuto successo con tutte le ragazzine della scuola, è il re della casa, la vita gli scorre liscia e sembra esistere per far brillare l’inadeguatezza del fratello minore. Tutti i secondogeniti capiranno, eccome.

GLI ALTRI ATTORI

SaraSara Toomey sarebbe qualche volta la fidanzata di Jeremy, ma solo l’uso del termine girlfriend le dà mal di pancia (“Are we an us?”, le chiede Jeremy, possiamo considerarci una coppia?). Dotata di caratterino mica facile, alquanto nevrotica e in cerca di un’identità sociale, è terrorizzata da possibili Hector e Jeremyincrinature della sua libertà. Jeremy la vede come una divinità ma non è bellissima (finalmente, tipica ragazza normale, coda di cavallo e lentiggini, basta con tutte queste bonazze delle strip). Anzi è terribilmente insicura, come tutte le terrestri del resto, sul proprio apparire. Il problema principale con lei è indovinare le risposte: quelle fasulle, diplomatiche e di circostanza non le accetta, con quelle sincere si rischiano mazzate.
Hector Garcia, il nome rivela le origini messicane, è il grande “amigo” di Jeremy, confidente e spalla fidata in progetti, speranze e guai, spesso la voce della ragione nelle discussioni. Ha una fidanzata di nome Autumn

BrittanyBrittany è la occhialuta consulente di tutti per i problemi di relazioni, di cuore, moda, stili, cerimoniali di gruppo ed etichetta, il canale da cui passano tutte le informazioni ma anche spesso e Pierce e D’Ijonvolentieri l’origine dei pettegolezzi. Pierce è il batterista del gruppo, metallaro, forato fino all’inverosimile di piercing, l’alternativo per eccellenza, ma si scioglie in dolcezze per l’afro-americana D’Ijon, l’unica che non prova repulsione per i suoi buchi. Con questa strana coppia gli autori si sono divertiti non poco. Tim è il quarto componente del gruppo, introverso dalla strana capigliatura tagliata a nascondere solo lo sguardo. Nella scuola si apposta il gruppo di ragazze denominato con splendida ironia “The Posse” (le sfumature sarcastiche di questo termine sono quasi irriproducibili in italiano, è una specie di gruppo d’ordine). Sono Zuma, Redondo e Lajolla, quelle della Richandamyincessante esclamazione “Ohmigawd” (ohmmiodio), vestali vigilanti del dovuto conformismo The Possesociale, delle mode e degli standard etici. Eterne amiche, condividono gli stessi gusti, vittime di ossessioni linguistiche ed estetiche (la capigliatura in primis) e dipendenze come quella dal telefonino. Richandamy, proprio così, avvinghiati anche nel nome con cui si fa riferimento a loro, sono la coppia perfetta, strafidanzati, sempre abbracciati, sempre assieme, fino a perdere l’identità individuale, nauseanti nei loro eccessi di tenerezza. Chi di noi non ha conosciuto ai tempi del liceo almeno una coppia così? Poi magari qualcuno più in la negli anni si lascerà tra gran rumore di piatti , ma questa è già un’altra storia.

LUOGHI

Volkswagen vanNello scenario della strip ci sono alcuni luoghi ricorrenti che prendono un significato particolare.
Nel giardino di Jeremy c'è un Volkswagen van, proprio quel tipo di pulmino VW icona dell'era hippie e della cultura senza radici dei figli dei fiori. Palese emblema di un epoca quando la contestazione giovanile non era decorativa e cartonata, ora è un rottame arrugginito, rifugio di vari animali ruspanti. È il posto dove Jeremy e il fedele amico Hector sognano fughe e viaggi senza fine, consultando mappe sul tetto e tentando di rimetterlo in sesto. Con qualche espediente in alcuni episodi riusciranno a metterlo in moto facendo il giro dell'isolato.
Il posto per le grandi meditazioni filosofiche e gli infiniti temi dell'esistenza è il tetto sul porticato della casa. Ci si può accedere dalla finestra della stanza di Jeremy e distesi comodamente sulle tegole abbandonarsi sotto un cielo stellato all'immensità del creato.
Tra le aspirazioni di Jeremy c'è quella di diventare un dio del rock, ha formato una band con gli amici e si ritrovano in terrificanti e chiassose sedute di prova tra diatribe e riflessioni la bandsulla vita. Il nome del gruppo varia continuamente perché di mettersi d'accordo non se ne parla proprio: si passa da "Pizza al formaggio caprino" a "Nani arrabbiati" e altri ancora. Del resto il modello di rock band divina, quella dei concerti sempre negati dai genitori, sono i mitici "Gengivitis", miglior gruppo dai tempi dei "Ratti Flatulenti". Ulteriori precisazioni sulla musica suonata sono superflue.

Malgrado la non proprio felice scelta del titolo (Zits, foruncoli, è un termine slang per indicare l’acne), la striscia ha riscosso successo sin dall’esordio avvenuto nel luglio del 1997. Il favore del pubblico è cresciuto in questi anni tanto da superare nella distribuzione del syndicate il migliaio di quotidiani. La prima raccolta è stata tradotta in italiano nella collana “I classici dell’umorismo” dalla Panini Comics e contiene le tavole dei primi anni con un tratto ancora non ben definito. Il mensile Linus è stato il primo ad offrire Zits ai lettori italiani Zitspubblicando le strisce giornaliere per alcuni anni. Da tempo però non appare nelle pagine della rivista con una scelta editoriale inspiegabile operata a favore di fumetti molto più legati alla politica e cronaca USA che richiedono per la digestione un apparato di glosse e commenti. In generale Zits è stato ampiamente sottovalutato dalla critica fumettistica italiana, ancora incapace di elaborare il lutto per la scomparsa di Schulz e la fine di Calvin & Hobbes, e piuttosto rimbambita da manga, pistoleri e avventurieri esoterici. La striscia di Scott e Borgman invece è una delle migliori degli ultimi anni, all’altezza della più grande tradizione in questo genere. Trovate le raccolte in lingua originale su Amazon e per le nuove strip sul web consigliamo lo spazio dedicato su www.kingfeatures.com

Etichette: , ,


domenica, novembre 24, 2013

 

35MQ di Stefano Frassetto



il sito di
Ippo di Stefano Frassetto

Etichette:


venerdì, novembre 22, 2013

 

Advertising di Enzo Scarton

Advertising di Enzo Scarton

Etichette:


martedì, novembre 19, 2013

 

Bradi Pit di Giuseppe Scapigliati

Etichette:


domenica, novembre 17, 2013

 

35MQ di Stefano Frassetto



il sito di
Ippo di Stefano Frassetto

Etichette:


sabato, novembre 16, 2013

 

Singloids dei Persichetti Bros


Etichette:


venerdì, novembre 15, 2013

 

Advertising di Enzo Scarton

Advertising di Enzo Scarton

Etichette:


mercoledì, novembre 13, 2013

 

Tom e Ponsi di Pino Creanza

www.sillytragedies.it

Etichette:


martedì, novembre 12, 2013

 

Bradi Pit di Giuseppe Scapigliati

Etichette:


domenica, novembre 10, 2013

 

35MQ di Stefano Frassetto



il sito di
Ippo di Stefano Frassetto

Etichette:


sabato, novembre 09, 2013

 

Singloids dei Persichetti Bros


Etichette:


venerdì, novembre 08, 2013

 

Advertising di Enzo Scarton

Advertising di Enzo Scarton

Etichette:


mercoledì, novembre 06, 2013

 

Beetle Bailey di Mort Walker


Beetle Bailey

Una tavolozza con tante personalità colorate per pennellare gag in continuazione: questa è stata negliBeetle Bailey anni la formula vincente di Beetle Bailey. Il grassone irascibile, il pigro, il tontolone, il fighetto, il macho, il capo assatanato, il nero permaloso, la bambolina sexy e tantissime altre ancora. Certo, ha pesato molto anche la divertente ambientazione militare, un esperienza familiare a diverse generazioni. La descrizione dissacrante dell'esercito di marmittoni di Mort Walker, analoga alla satira corrosiva del film "M.A.S.H." di Robert Altman, non corrisponde ormai più alla realtà. Non esistono più coscritti e con loro è svanita anche l'infinita gamma di sfumature sociali dei soldati. Sull'attuale esercito USA di volontari affamati di soldi e lavoro,Beetle comic striprivestiti di tutta la migliore ipertecnologia di guerra, c'è poco da ridere e in parte questo spiega l'appannamento negli ultimi anni della popolarità del milite Bailey. Il successo della striscia è stato comunque enorme, tra le prime tre o quattro più distribuite e vendute nella storia delle comic strip, amata dalla critica e considerata nel suo genere un abbecedario per un'ipotetica scuola del fumetto.
auto caricatura di Mort WalkerIn realtà la strip di Beetle Bailey non vive solo dentro gli orizzonti chiusi dell'esercito e dell'umorismo da caserma, marmittoni, reclute, nonnismo, rancio nauseante, corvè e altre assurdità dell'universo in divisa. La sua forza è l'universalità: l'apparato di camp Swampy racconta tutte le organizzazioni sociali dove regole insensate e burocrazia ottusa sono imposte da capi incompetenti. In più troviamo uno spettacolare assortimento di vittime e persecutori intorno all'uomo qualunque, Bailey, che subisce e resiste. Un frullatore inarrestabile di situazioni comiche dove basta gettare di volta in volta qualcuna delle terribili macchiette immaginate da Walker.

LE ORIGINI

l'arruolamento di BeetleBeetle Bailey non è sempre stato un soldato. La strip apparve nel settembre del 1950 e il protagonista era uno studente che dedicava più attenzioni alla fauna femminile che agli studi. Era il tempo della guerra fredda e con l'intervento in Corea Walker decise di farlo arruolare. Il successo fu enorme. Dai 12 quotidiani dell'esordio diede la scalata ai vertici della distribuzione diventando la seconda strip (dopo Blondie) capace di oltrepassare il tetto di mille giornali. I rapporti con l'esercito USA non sono sempre stati semplici, malgrado gli sforzi di Walker nel tenere lontane le polemiche politiche. Il moralismo militare ha trascinato per anni una guerriglia accusando la striscia di incoraggiare il disprezzo per gli ufficiali e la disciplina. Tutto inutile perché più veniva osteggiata più cresceva il sostegno dei lettori. Lo stesso autore preso da qualche dubbio tentò un diversivo dall'ambientazione militare ritenendola prossima all'esaurimento. Creò Hi e Lois Flagston, una famiglia dove riportare Beetle in ambientazione civile. Niente da fare, due settimane di pressioni dei lettori e Bailey ritornò in caserma. Il resto è storia. Walker per soddisfare la voglia di "gag da famiglia" iniziò una seconda strip, "Hi and Lois" (Pippo e Lalla), diventata anch'essa popolare.

LO STILE

Le strip giornaliere in bianco e nero sono un modello classico dello stile "gag a day", una battuta al giorno. Ritmo perfetto, spesso alternato su due o tre tavole, disegno lineare, spassosa caratterizzazione grafica dei personaggi. L'umorismo è ricco di trovate anche grazie alla squadra di creativi che ha sempre sostenuto il lavoro di Walker. Non proprio politicamente corretto secondo i canoni attuali, dato l'atteggiamento maschilista di alcuni personaggi come Halftrack e Killer. Le critiche frequenti però non colgono l'ironia caricaturale dell'autore. La pretesa di imporre ad una comic strip dei personaggi manichini per bene è noiosissima: Beetle Bayley è una striscia esilarante anche perché tutti i protagonisti sono delle marionette un po' cazzone, di proposito abbozzate con l'ascia nei loro vizi e deficienze.
Beetle Bailey
Il vero capolavoro sono le coloratissime versioni domenicali, meno conosciute in Italia. Nei Sunday Comics, con maggiore spazio narrativo a disposizione, Walker costruisce dei meccanismi di comicità ad orologeria, piccole trame esplosive che lievitano da incastri spassosi, costruite con la maestria dei migliori commediografi americani e degne della grande tradizione hollywoodiana.



BEETLE

la tavola in cui Beetle alzò il cappelloBeetle è il classico uomo comune, per milioni di lettori campione della resistenza passiva all'autorità e alle infinite rotture di palle della vita. Un tipo qualunque già dal modo in cui è disegnato: non vediamo, ed è l'unico così, mai gli occhi. Solo in una delle prime tavole quando era ancora civile alzò per un momento il cappello e l'effetto fu terribile (immagine a sinistra). Poltrone, capace di sciogliersi come il burro sulla branda, negligente, privo di motivazioni e ambizioni, totalmente disincantato, rivela verticiLa lotta con il sergente Snorkel  di genialità nello scansare fatiche e doveri. È il bersaglio perfetto per il sergente e forse la vita militare non avrebbe attrattive se non esistessero tipi così da massacrare.
Per un ironico contrasto Beetle - il più indolente e pigro personaggio nella storia delle comic strip - è stato immaginato da Mort Walker, il più prolifico, instancabile e produttivo cartoonist di tutti i tempi.

I COMPRIMARI

SnorkelIl sergente Snorkel è la principale spalla di Beetle, il suo persecutore, ottusa rotella del meccanismo gerarchico ma anche a sua volta martirizzato dai superiori. Goffo e timido, non ha una vita civile, del tutto spiazzato fuori dalla caserma, grasso, goloso, schiavo del cibo e dei riti militari e spesso annoiato. Più burbero che autoritario, instancabile nel pestare Bailey in un tormentone infinito e sadomasochistico. Senza Ottosoddisfazione perché il soldato semplice è irriducibile e ha una resistenza di gomma. Snorkel è un asociale che trasmette anche simpatia e tenerezza perché triste, innocente e inconsapevole, nonché oggetto di scherzi terribili e vittima finale delle gag più infami. Per compensare questa vita dura l'autore gli ha regalato Otto, un cane in divisa che sembra la sua versione in scala. Fedele compare, sempre più umanizzato, accompagna il sergente in tutto alleggerendo la sua solitudine.

Miss BuxleyIl personaggio di Miss Buxley è stato modellato sulla mitica figura di Marilyn Monroe, il massimo nell'immaginario maschile del secolo la prima apparizione di Miss Buxley presentata da miss Blipsscorso. E infatti il suo ruolo è quello di far sbavare le reclute e soprattutto il generale Halftrack, vecchio satiro sempre attizzato dal gironzolare della bonazza. Movenze sexy e frasi candide, bionda e sempre nella classica minigonna da ordinanza per troncare respiro e pensieri virili, Miss Buxley è un compendio deambulante della cultura da riviste maschili. Non è capace di battere decentemente una lettera ma questo naturalmente ha poca importanza. Per contrasto l'altra segretaria del generale, Miss Blips, è disegnata con un tailleur penitenziale, naso a patata e curve inesistenti, grigia e priva di qualsiasi attrattiva.


Halftrack e miss BuxleyAl vertice del campo la somma autorità è il generale Halftrack. Temuto dai soldati, spara battute con un'ironia raggelante ma ha anche le sue brave croci. Perso in giornate vuote e in corrispondenze ignorate e inutili con il Pentagono, trattato malissimo dall'opprimente moglie, trova un po' di sollievo nel golf e nel seguire ogni mossa dell'avvenente Miss Buxley. Hard Day HalftrackInetto e fuori epoca, è un personaggio divertentissimo per la facilità con cui cade nel ridicolo. Cedendo alle continue pressioni e critiche per l'ossessione sessista, Walker nel 1997 ha mandato l'anziano generale ad una sorta di corso di rieducazione. Quello che forse femministe e puritani non sanno è che esistono una serie di strisce, mai arrivate sui tavoli delle colazioni americane, con battutacce e giochi di parole ben più pesanti ("Hard day, Sir?", chiede il capitano Scabbard al generale che risponde "Very. 23 erections!").


PlatoLa gamma dei personaggi è il punto di forza della striscia. Zero è il soldato tonto, denti in Zerofuori ed espressione da ebete in ogni situazione riesce a tirare fuori la reazione più idiota. Plato è invece il militare colto, naturalmente dotato di occhiali, aria pacata e superiorità da intellettuale, perfetto per contrastare le banalità della vita ordinaria con atroci riflessioni filosofiche. Killer, disegnato come un macho latino sciupafemmine dei vecchi film, baffi sottili e impomatato, è ossessionato dalle donne. Cookie

CookieRocky è un laido cuoco, grasso e trasandato, barba lunga e sigaretta sul labbro con cenere minacciosa sul cibo, cucina schifezze e non gradisce commenti.Cosmo è un trafficone, un furbone che del commercio ha fatto una ragione di vita, dovunque anche dentro quello scatolone della caserma. E poi ancora: Julius il riccioluto ed candido autista, Rocky bullo modello anni '60 con ciuffo rockabilly, il Dottor Bonkus, il cappellano.

Flap e FuzzIl più imprevisto personaggio introdotto nella storia della strip è il tenente Flap, un ufficiale di colore con un look alla Hendricks, piuttosto suscettibile, con il quale Walker si è divertito non poco a giocare sulla Scabbardspinosa questione del conflitto razziale.
Il tenente Fuzz è un fighetto perfezionista, malmostoso, pedante e ambizioso, detestato di cuore dal generale e sopportato dalla truppa come dagli altri ufficiali. Infine l'ineffabile capitano Scabbard, serioso e corpulento ammortizzatore tra le esuberanti personalità di Camp Swampy.

Beetle Bailey Edizioni IFLa striscia è stata pubblicata per molti anni dalla rivista Linus ed esistono moltissime raccolte. Un buon punto di partenza per il lettore italiano è "Che noia la naja" delle Edizioni If. Come spesso avviene con le più tipiche comic strip, nate per vivere sulle sequenze di tavole, scarse sono state le versioni su piccolo e grande schermo e quasi inesistente il merchandising. In internet il principale sito di riferimento è quello dell'autore mortwalker.com mentre meritauna breve visita beetlebailey.com

Etichette: , ,


This page is powered by Blogger. Isn't yours?

Iscriviti a Post [Atom]