lunedì, settembre 09, 2013

 

Krazy Kat di di George Herriman


Coconino - Krazy Kat


Krazy KatIl gatto matto della contea di Coconino è stato molto amato ma ha avuto scarso successo commerciale. Presso molti intellettuali contemporanei e poi per tutto il ‘900 la reputazione crebbe sino a trascendere le umili origini nella pagina dei comics. L’opera di George Herriman è fondamentale perché con lui, per la prima volta e ad un culmine che non sarà più raggiunto in seguito, il fumetto guadagna dignità artistica. Si afferma un nuovo medium, non più solo combinazione di parole e figure, sottogenere ibrido di scrittura e arti figurative. Il gatto poetico non era per bambini e non era il prodotto facile che strizzava l’occhio al popolo. Da Krazy Kat in poi, alla faccia di tutti quelli che manterranno i pregiudizi, fu chiaro che il cartoon non è solo disegnare o rappresentare in modo caricaturale la realtà, ma anche un modo di vedere.

L’umore stravagante e il fascino esoterico, le qualità raffinate che hanno catturato l’immaginazione degli artisti sono proprio le stesse che hanno reso Krazy Kat inaccessibile al grande pubblico. La leggenda dice che Picasso ne andasse matto e che Kerouac vi abbia visto i primi semi della Beat Generation. L’elenco degli appassionati nell’intellighenzia è notevole: il regista Frank Capra, J. Joyce, E. Hemingway, W. Disney, U. Eco in Italia e molti altri ancora. Il gatto con la sciarpa rossa ha tracciato per sempre la storia delle comic strip. Tutti i cartoonist hanno qualcosa di Herriman nelle loro matite, anche se tanti non ne sono consapevoli. Dai trentuno anni di vita della strip arriveranno infinite trovate, spezzoni di idee, soluzioni che sparpagliate verranno riprese e sviluppate da più generazioni di disegnatori e sceneggiatori.

Storia
George HerrimanLa striscia ha modestissime origini, nasce in una specie di sottoscala delle tavole, per riempire lo spazio sprecato di un’altra comic strip di Herriman che si chiamava The Dingbat Family (muterà il nome in The Family Upstairs). Prima in un angolo vuoto della scena appaiono minuscoli il gatto e il topo che lancia subito qualcosa. Poi in dei rettangolini, una striscia che scorreva ristretta in parallelo, ricavata sotto quella principale nello spazio avanzato della pagina. L’idea piacque e suggerirono a Herriman di far crescere il soggetto in uno spazio autonomo.

Hearst il magnate dell’editoria fu ostinato e devoto nel proteggere Herriman e Krazy Kat. Una stranezza agli occhi dell’opinione pubblica visto che viene ricordato come affarista spietato, sbeffeggiato dalla caricatura di Orson Wells in Citizen Kane. Ma è a lui che si deve la sopravvivenza della striscia. L’indifferenza del pubblico di fronte alla complessità delle tavole spingeva i suoi editori locali a lamentarsi e chiedere il taglio della strip. La risposta sarà sempre la stessa: “keep running it”. La leggenda racconta che lo stesso Herriman chiese un taglio dei suoi compensi. Hearst respinse l’offerta e anzi garantì una sorta di vitalizio all’autore cercando sempre nuovi spazi per la pubblicazione. Con la morte di George Herriman, a differenza di quello che accadeva con altre strip dell’epoca, nessuno proseguì.

Disegno e linguaggio della striscia spiazzano e strapazzano l’attenzione del lettore. Due elementi soprattutto, fascinosi e originali ma probabilmente tra quelli da incriminare per il mancato successo commerciale. Il primo è lo scenario: gli sfondi cambiano continuamente in ogni quadro, come scatti di un caleidoscopio impazzito. Nella prima vita della strip come in un miraggio appaiono e si sostituiscono, senza un apparente logica, casette di campagna, alberi sistemati in vasi da fiori e plasmati dal vento o da giardinieri vezzosi, rocce fuse da bizzarre ere geologiche, steccati, architetture e muri messicani, funghi anormali, strane forme geometriche. Dal giorno si svolta ad una notte color pece dove galleggia una mezza luna, con luminosità impensabili. Oggetti spuntano dal nulla infinito. Con il passare degli anni, nella fase più matura, lo sfondo mutante cambia tema: il paesaggio agreste yankee viene rimpiazzato dai magnificenti e imperiosi fondali ispirati al deserto Navajo e alla Monument Valley. È l’Arizona amata con devozione da Herriman, riprodotta spesso realisticamente tanto da consentire l’identificazione precisa di luoghi molto famosi, anche se Umberto Eco parlerà di paesaggi stralunati e lunari. Il reame, surreale nella sua spaziosità, si chiama contea di Coconino. I personaggi, ignari dello scenario mutevole, sono sempre disegnati a piena figura ma piccoli e si stagliano come miniature per far risaltare le prospettive degli sfondi imponenti.
Coconino County

Krazy KatIl secondo elemento spiazzante è il linguaggio. Una sangria sonora, talvolta musicata, di inglese sgrammaticato (specie con Krazy) o arcaico, corrotto e epico, inflessioni dialettali, allitterazioni, contrapposizioni onomatopeiche, spelling improbabile e inventato, slang dei quartieri bassi di Brooklin e New Orleans, spagnolo, francese, persino Navajo, e altre lingue ancora. Herriman ne parlava diverse e aveva un gusto poetico per il suono delle parole e il ritmo delle frasi, tanto da trasformare alcuni discorsi in nenie psicotiche e cantilene liriche. Tutto questo va perso nelle acrobazie per rendere in italiano i testi (a Krazy è stata data una cadenza francese simil snob con V al posto delle R). Anche per i lettori con buona familiarità con l’inglese e persino per i madrelingua anglosassoni - devono far suonare ad alta voce le parole per capire - si tratta di una allegra, sorprendente e spossante fatica. Ma in fondo basta abbandonarsi al musicalità delle frasi e al disegno per arrivare alle suggestioni volute dall’autore. Nelle tavole domenicali un testo, con capilettera disegnati e caratteri con sfiziosità grafiche, spesso introduce e accompagna le vicende, come la voce di un narratore, con una prosa carica di toni aulici ed eroici, ironia e giochi di parole. La forma comic strip era il mezzo espressivo perfetto per uno come Herriman portato sia alla manipolazione verbale che a quella pittorica.

Lo stile


i fantasmi di Krazy KatQuasi impossibile menzionare tutte le novità e gli esperimenti grafici introdotti con Krazy Kat. Ancora più difficile raccontare i vari temi della striscia, appoggiati sul telaio ossessivo dell’improbabile triangolo amoroso tra gatto, topo e cane. Herriman ha realizzato anche altre strip nel suo percorso di cartoonist, alcune ambientate nello scenario della famiglia, un canone tipico del mondo delle comic strip da giornale, altre folli. Ma nella contea di Coconino tutto era davvero diverso, mai visto prima e stupefacente ancora a distanza di anni. Si stravolgeva tutto: un gatto si accendeva d'amore per un topo aggressivo, cattivello e dotato di famiglia. Un cane, rappresentante la legge, si innamorava del gatto e lo proteggeva con passione. Il tratto è spesso graffiato, carico di effetti, ombreggiature, trompe l’oeil talvolta, con molto virtuosismo cinematico (perfetto il lancio del mattone), un uso del chiaroscuro drammatizzante e giochi di luminosità torchiati dal bianco e nero. Altre volte più lineare, specie nelle strisce giornaliere. Stravaganti animali come comprimari, paesaggi mai descritti o immaginati, orologi che camminano, simboli esoterici e altre amenità, richiami filosofici, trame surreali, allucinate, oniriche soprattutto, messe su con quella pasta creata da sceneggiatori notturni che mai riusciamo a spiegare. Se non fosse che il riferimento è completamente fuori epoca e che le biografie non riportano traccia di assunzione di funghi, si potrebbe parlare di psichedelia. L’immersione, specie nelle tavole domenicali, territorio di fantasia delirante, è totale, facile perdere il contatto con l’esistenza fuori dal foglio.

Trama


La promenade di Krazy KatKrazy Kat aspetta Ignatz il topo, seduto su un tronco suona un banjo spropositato, vaga per gli aridi e selvaggi altopiani, a volte balla, altre dialoga. Il gatto ama il topo, da sempre con un desiderio incondizionato.
Ignatz detesta il gatto e tutto quello che il felino fa e dice lo porta a cercare il mattone e a colpirlo sul cranio con un lancio da baseball.
Un atto diventato compulsivo tanto da prendere l’iniziativa con agguati macchinosi anche quando il gatto è inerte (era il 1910 quando tutto questo iniziò: chiudete gli occhi e pensate a tutta la storia dei cartoon che è venuta dopo). Il cane Officer Pupp ama segretamente il gatto, desidera proteggerlo. Dopo ogni lancio, e spesso ancor prima, al tentativo o alla ideazione, il cerchio, l'improbabile triangolo amoroso, si chiude con Pupp che mette in una prigione Ignatz.
L'ossessione è un classico arnese dell'autore di comic strip che deve affrontare giornalmente i
il lancio del mattonelettori ma questo canovaccio melodrammatico e burlesco avrà mille varianti sorprendenti nelle decadi di vita della strip (spesso il topo la passerà liscia). E sarà la trama di sfondo di dialoghi esilaranti, gag, scoperte, vicende astruse e piccole visioni del mondo.


Krazy Kat


il desiderio di Krazy Kat per un mattoneSul sesso di Krazy Kat si è ipotizzato giusto un po’ meno che su quello degli angeli. Molti i riferimenti sia come “he” che come “she”. In linea di principio doveva essere una micia, visto anche che Ignatz è di certo maschio e ha una famiglia, prole e moglie. Herriman intraprese anche qualche tentativo di forgiarlo come gatta, abbandonando subito perché, come spiegò in qualche occasione, il “Gatto Matto” per lui è uno spiritello dalle fattezze feline. Neppure si può parlare di genere indeterminato. Qualche idiota arriverà a vietare la strip sospettando un tema omosessuale ma il rapporto d’amore con il topo non ha in realtà rilevanza sessista perché, e questa è una delle chiavi di lettura, nelle tavole si intersecano e sovrappongono diversi piani narrativi e livelli di lettura, diverse prospettive. Krazy gira per gli aridi scenari e sta in questo mondo ma lo vede con occhi suoi, come uno Charlot delle comic strip (ma ha anche qualcosa della comicità svampita e dell’esilarante logica rigida di Stan Laurel). Per lui Ignatz e Officer Pupp sono bambini innocenti che giocano insieme. Il mattone che arriva duro sulla nuca è un segnale d’amore, una conferma, un missile d’affetto atteso e sperato quando è sperduto in spazi immensi nella sua solitudine e in pensieri inestricabili. Malgrado l’inglese goda fama di facilità nelle coniugazioni lo sgrammaticato Krazy non ne indovina una. La sua però è un’ignoranza angelica, sembra manifestarsi da un universo parallelo, vede e commenta tutto in modo assurdo, come se fosse la prima volta.

Ignatz


Ignatz MouseIl topo ha casa e famiglia, anche se appare errante nel deserto come il gatto. Matilda la moglie di Ignatz Mouse , molto temuta, è l’unica davvero capace di metterlo in riga. I due hanno tre figli: Irving, Marshall and Milton. Il topo vede le cose come sono, sta su un altro pianeta rispetto a Krazy, è realista, logico, pratico, non ha tempo per le smancerie, le divagazioni e non sopporta gli eccessi romantici e i controsensi del gatto. È la concretezza in aperto contrasto con l’aliena, ingenua e scombinata fantasia del micio. Conosce il mondo, sarà lui ad introdurre tutte le novità tecnologiche, corrente elettrica, radio, della prima metà del secolo. Luciferino nel combinare gli agguati e nel distrarre Officer Pupp che lo marca stretto, non avrà mai consapevolezza di quello che il mattone significa per il gatto. A Ignatz il lancio serve per colpire una diversità che non comprende.

Ignatz Mouse

Officer Pupp


la prigioneDue bottoni, una stella e un manganello danno ad Officer Pupp un aspetto da “cop” cittadino che stride nella selvaggia ambientazione di Coconino. Lui è la legge, come adora ripetersi addosso, anche se le sue funzioni sembrano solo di vigilare e prevenire il lancio del mattone. Romantico nell’amore protettivo per il gatto con il fiocco, odia il topo Officer Pupped è convinto di essere più intelligente e sveglio. Dei suoi sentimenti tutti però sembrano essere inconsapevoli, immersi nel piacevole clima di svagatezza della striscia. Così come il gatto non apprezza i suoi sforzi e anzi è spesso complice di Ignatz nell’eludere Pupp. Per questo, malgrado la sua prosopopea, un personaggio terribilmente malinconico e perdente.

Comprimari


Joe StorkJoe Stork, una specie di cicognona che vive sopra Enchanted Mesa, montagna dalla sommitàMock Duck piatta dalla quale parte per “approvvigionare con progenie proletariato e principi”, abile narratore delle origini fantastiche di tutti. Mock Duck, papero cinese con tanto di codino, titolare di lavanderia Deluxe, dispensatore di saggezza orientale. Kolin Kelly, commerciante in mattoni, principale fornitore di Ignatz. Don Kyoti, coyote cantore di salmi del deserto, investigatore e gentleman con il fedele seguace maialeMr. Bum Bill Bee Sancho Pansy, riconoscibili citazioni dal capolavoro di Cervantes al quale Krazy Kat è stato accostato per alcuni temi. Mr. Bum Bill Bee, un’ape pellegrina in perenne pellegrinaggio nei percorsi dei sogni. Gooseberry Sprigg, sigaro sempre fumante all’angolo del becco, volatile di nobile lignaggio. Walter Cephus Austridge, uno struzzo enorme e ingombrante. Terry P. Turtle, tartaruga intermediario nel campo diamanti. Miss Kwakk Wakk (fate risuonare le parole) e Pauline Parrot che svolgono il ruolo sociale di origlianti pettegole . Una serie di cugini Krazy Katfish e Krazy Katbird, pesci gatto o pesci uccello che assomigliano al protagonista e vivono vicende i cittadini di Coconino Countysimili in paralleli mondi dell’acqua e dell’aria. Un nutrito clan di “Kat”, zii, nonni e bande analoghe di topi. La lista dei cittadini della contea di Coconino e delle comparse sbucate in 31 anni è molto lunga.

Le origini


Lo stupore elargito da molte tavole ha lasciato perplessi i lettori e provocato diversi tentativi di interpretazione. Un’analisi molto diffusa sostiene che Herriman abbia riproposto in chiave surrealista i temi dell’immigrazione e che le figure di Krazy Kat e del topo alludessero alla condizione del negro e dell’ebreo mentre quella del cane poliziotto all’ordine costituito. Qualche aggancio storico c’è: molte sono le congetture sull’influenza delle incerte origini etniche dell’autore, i genitori sembra fossero creoli, ed esisteva il precedente di Musical Mose una strip che aveva per protagonista un negretto che si mascherava sotto diverse nazionalità. In realtà non c’è bisogno di acrobazie analitiche: il tema è molto più universale. Krazy è l’alieno, lo spirito folle che vive tra di noi, che parla talvolta dentro di noi, Krazy Katquell’angolo di pazzia che nascondiamo davanti allo specchio con una maschera un momento prima di uscire e immergerci nelle convenzioni sociali.

Herriman sta fuori dal realismo descrittivo. Tutta l’evoluzione artistica dell’autore – ha disegnato diverse altre comic strip, prima e in contemporanea di Krazy – indica la volontà di esplorare i confini del medium comic strip e l’immersione in una certa cultura visionaria e umoristica dell’epoca. La commedia grossolana e allo stesso tempo surreale e assurda dei primi fratelli Marx, di Chaplin, B. Keaton, la fantasiosa follia dei primi cartoon Disney. Quella epoca creativa finì presto, per dare spazio poi ad una comicità più realistica, commerciale e di facile presa, costruita con situation comedy. Krazy Kat non fu solo nell’insuccesso popolare, l’ultimo respiro che segnò la fine della tendenza fu il fallimento del film Fantasia. Quando Herriman nel 1944 morì la striscia era diffusa in meno di 40 giornali, una cifra modestissima al confronto del migliaio raggiunto dalla stella del periodo, la comic strip Blondie, tipica soap opera appoggiata su gag lineari e ambientata appunto in una famiglia.

Carta e web


Krazy Kat: The Comic Art of George HerrimanKrazy Kat è la strip sulla quale più si è scritto: recensioni su riviste celebri come Vanity Fair e The Village Voice o su quotidiani come The New York Times, saggi e trattati persino. Il libro fondamentale, il più completo è oggi “Krazy Kat – The comic art of George Herriman”, curato da Patrick McDonnell l’autore di Mutts. Moltissime le raccolte, tutte reperibili su Amazon in lingua originale, suddivise per annate, alcune in corso di edizione e completamento perché non tutte le strisce originali sono reperibili e ancora sono in corso ricerche per trovare riproduzioni accettabili. Gran parte degli originali (quelli rimasti in giro raggiungono quotazioni da mutuo bancario su eBay) a causa di un allagamento andarono infatti distrutti, spesso si attinge da versioni fotostatiche in possesso dei quotidiani o addirittura da ristampe cartacee usurate dal tempo. Le vecchie raccolte sono ugualmente oggetto di collezionismo accanito. Nel web potete trovare numerosi siti dedicati, ma il più bello è quello realizzato nella sezione classic di coconino-world.com (visto che ci siete, esplorate il Krazy Kat francobolloresto del sito, una zona sterminata e strepitosa della grande rete dedicata al mondo del fumetto e dell’illustrazione realizzata con la grande passione dei francesi). Su carta vi consigliamo le raccolte perfette sul piano storico filologico della Fantagraphics e le loro corrispondenti versioni in lingua italina della FreeBooks. Piuttosto frequenti negli anni recenti le mostre di originali, trattati nelle gallerie come opere d’arte. Esistono dagli albori di Krazy diverse trasposizioni del soggetto in cartoni animati, balletti, musiche.

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Commenti:
Ottimo e completo articolo, complimenti! Difficile trovare qualcuno che parla di Krazy oggi!
 
complimenti Max, bell'articolo.
 
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