venerdì, aprile 01, 2011

 

Il mistero Get Fuzzy

Qual è la striscia più diffusa in Italia oggi? Non la più popolare, la più amata o forse la più letta, diciamo la più "stampata". Get Fuzzy. Una strip con il gatto Bucky e il cane Satchel viaggia da anni ogni giorno feriale sul free press Metro, il più diffuso in Italia e nel mondo, in tutte le edizioni locali e sono oltre 800.000 copie. In dosi più massicce mensilmente, sempre da diversi anni, sul periodico Linus e sono altre 32.000 circa copie di tiratura media. Una delle permanenze più lunghe per questo mensile.



Questi sono i dati, le cifre pure. Poi inizia il mistero. Perché Get Fuzzy è tutt'altro che amata e se si facesse un'indagine tra i lettori risulterebbe molto probabilmente come la striscia più "saltata" della storia. Incomprensibile, non fa ridere, verbosa, noiosa. Ma proviamo un momento a uscire dai giudizi tranciati. Anche perché non si arriva a quel successo editoriale negli USA (e poi nel mondo) per caso. Conley, l'autore di di Get Fuzzy ha ricevuto il National Cartoonist Society Newspaper Comic Strip Award nel 2002 per il suo lavoro. La striscia, nata nel 1999, era partita bene, tanto che gli dedicammo una recensione piena di complimenti. Il soggetto era buono e sviluppato in modo originale. Soprattutto il gatto rivelava una personalità strepitosa e mai si era visto un siamese disegnato così. Poi è arrivata un'involuzione. Bucky, Satchel e il loro umano Rob Wilco hanno cominciato a non uscire più di casa, sempre chiusi tra quattro mura, a farsi seghe mentali nei dialoghi, una sitcom estenuante e claustrofobica forse anche per gli amanti del genere. In teoria ci sarebbe una bella lista di personaggi ma hanno finito per dileguarsi e svanire quasi tutti. Ma sono soprattutto due gli elementi che mettono a disagio il lettore casuale italiano. Uno è l'incredibile carico di giochi di parole e di citazioni della cultura e società americana, tanto da rendere ormai sempre più farraginosi i tentativi di traduzione. L'altro è l'autoreferenzialità, non si ride più per la gag limpida e pura che sta in piedi da sola, l'umorismo è sempre più interno, devi conoscere quel che si sono detti due giorni prima o due settimane prima. Il sintomo è la trasformazione in continuity strip, la presenza sempre più frequente di serie di strisce che vanno avanti come una storia, spesso scombinata. Come negli esempi recenti mostrati sotto. Ci arrivi casualmente nella pagina del quotidiano e non capisci. Ti chiedi: e allora? Poi su Linus di questo trascorso febbraio trovi la sequenza completa e afferri: i furetti, nemici storici del siamese, hanno fatto sparire una porta dipingendola e stuccandola come il muro. Più umorismo autoreferenziale di così non si può.




Get Fuzzy insomma non sembra avere più niente della striscia universale e internazionale che puoi pubblicare facilmente dovunque. Può funzionare, ma per il lettore affezionato e fedele del quotidiano americano. Perché allora è così presente nei pochi spazi lasciati alle strip dalle nostre parti? La risposta più immediata potrebbe essere che agli editori delle strisce importa davvero poco, prendono quella che il syndicate gli aveva mandato tempo fa, che magari costa poco. E neanche si degnano di vedere se funziona ancora, basta che occupi uno spazio, per inerzia. Ma non può essere così semplice. Il mistero rimane.

Etichette: ,


Commenti:
Condivido tutto ciò che hai scritto. Una striscia claustrofobica e pretenziosa. Mi suscita un fastidio quasi fisico. In questi giorni sto leggendo una raccolta USA di Hi and Lois di Walker e Browne che ho trovato su Amazon. Siamo in un altro mondo.
 
Scusate ma io di Get Fuzzy ho letto moltissime strisce, effettivamente forse non le ultime, ma l'ho sempre trovato esilarante, mi bastava vedere in ghigno il gatto per ridere a crepapelle.

Anche le gag che ricordo erano molto ben congegnate, andrò a leggere le sue ultime, mi spiacerebbe molto dover scoprire che è involuto al punto da scatenare l'ira di Olla! :-)
 
pur non essendo eccezionale la striscia in oggetto non è così male. Linus pubblica di peggio.
 
Cos'ha che non va Get Fuzzy? D'accordo, non è più divertente come una volta, questo si può concedere (d'altronde, è in giro da un bel po' di tempo), ma certe sequenze sono veramente belle. Ad esempio, quella sui muppets esperimenti genetici sovietici (un mesetto fa su comics.com). Di sicuro c'è che quasi sempre vanno lette (appunto) in sequenza e se ne metti una così a caso per forza non funziona. Cosa c'è di strano? Mica durano mesi, al massimo una settimana di strisce sequenziali e poi passa ad altro. Doonesbury casomai è ormai un pippone di cui bisogna conoscere tutta la continuity, ma Get Fuzzy...
 
Doonesbury tra un secolo verrà letta dai posteri come la Comedie Humane di Balzac del XX secolo. Di un fighetto il cui unico pensiero è intrattenere morbosamente due bestiole più insopportabili di Garfield in andropausa non resterà alcuna traccia.
 
Vabbè, se si prende il discorso che fa di solito Max (e naturalmente il signor Olla intervenga a correggermi se necessario) sulla vis comica estemporanea della striscia come unità singola, effettivamente Doonesbury non ha grande potenziale: ma quello che dice Steve sul suo immenso valore è innegabile (io ne sono un appassionato, per capirci), e mi si potrebbe dire che forse è meno DIFFUSA (nel significato usato sempre da Max) di Get Fuzzy...e ri-vabbè, possiamo girarci tanto intorno, ma non dimentichiamo che - pensando da semplice lettore - non si sta sempre a valutare ogni minimo aspetto, dopo un po' subentra anche l'affetto per i personaggi, la comicità dell'autore, l'atmosfera generale della striscia...questo riguarda tante strip, americane, italiane e così via...
QUINDI, se stiamo a ragionare dell'evoluzione di Get Fuzzy da un punto di vista grafico narrativo stilistico ecc. va bene, diciamo e critichiamo e tutto quel che si vuole...ma il nesso tra tutto questo e la probabilità di quanto possa piacere ai lettori non è per forza così automatico...(nel link qui presente per il blog di Quiff, con l'articolo di Cius su Get Fuzzy, i commentatori - che non saranno un campione statisticamente omogeneo ma questo abbiamo - si sono abbastanza divisi sui giudizi...)
Sul discorso della effettiva diffusione su carta stampata Max solleva come al solito un problema reale e fa giuste osservazioni: che gli editori italiani abbiano questo atteggiamento è in tanti casi vero, ma - ripeto - è un affare a sé stante.
Scusate la lungagnata, comunque avrei piacere di leggere repliche, perché l'argomento è piuttosto universale...penso che autori e lettori abbiano punti di vista necessariamente diversi, ma che il confronto possa essere utile.
 
Mi sono accorto che nel commentare ho un po' confuso e mischiato l'articolo di Max e quello di Cius...ma tanto i due non me ne vorranno, mi sembra siano in accordo tra loro :)
 
Doonesbury richiede un po' di conoscenza del mondo e della realtà (storica e politica) che ci circonda per essere capita. In tal senso "Leggo" o "Metro" sarebbero dei contenitori quanto meno inappropriati. Quindi Max rassegnati: lì ci troverai sempre Get Fuzzy, e una volta finita probabilmente Garfield.
 
Get Fuzzy, è una strip molto ben scritta e ben disegnata. Molto popolare in europa soprattutto nei paesi tipo Svezia Danimarca, ecc.Il vero mistero Get fuzzy, è perchè non vi piaccia.
 
Arrivo soltanto ora su questo post.
Ma da anni prendo Metro e quotidianamente ne leggo la vignetta e la ritaglio (poi butto il giornale).
Sono d'accordo su alcuni aspetti involutivi del prodotto, ma in quanto a ironia e sarcasmo, qualità dei testi, caratterizzazione tramite i dialoghi, resta di gran lunga una striscia molto godibile.
L'incomprensibilità di alcune strisce concatenate è poi dovuta alla necessità di aver letto le precedenti: un piacere per chi le legge costantemente, un limite per gli altri. Come in ogni forma di comunicazione streaming.
;)
 
Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]





<< Home page

This page is powered by Blogger. Isn't yours?

Iscriviti a Post [Atom]