venerdì, febbraio 13, 2009

 

Pubblicità e comic strip (16 – Quando le strisce promuovevano se stesse)


Agli inizi del secolo scorso, l’epoca d’oro della guerra editoriale negli USA tra le testate del gruppo Hearst e quelle di Pulitzer, i personaggi delle strip erano come star del cinema. In questa pubblicità rivolta agli inserzionisti i terribili Katzenjammer Kids, da noi Bibì e Bibò, sono accostati a Laurel e Hardy, i nostri Stanlio e Olio. Con toni candidi e diretti si spiegava ai potenziali clienti il grande richiamo dell’inserto domenicale a fumetti. In milioni di case i bambini chiedono ai genitori di poter andare a vedere i due grandi comici. Mamma e papà li accompagnano volentieri perché anche loro si divertono. Con un salto semplice e sconosciuto ai nostri cervellotici pubblicitari, si aggiunge che arrivata la domenica le famiglie allo stesso modo riversano la loro attenzione sullo show delle coloratissime comic strip.
Stare sulla pagina dei comics garantiva un ritorno enorme. “The comic Weekly”, lo slogan era “everybody reads the comics”, tutti leggono le strisce. Gli spazi lasciati alle inserzioni erano limitati e per ciò preziosissimi, niente a che vedere con l’affogamento, ad esempio, dei nostri free press. Il supplemento del gruppo Hearst ospitava trenta delle più famose serie del tempo in sedici pagine a colori. Denominato Puck negli anni trenta, riusciva a raggiungere con le varie testate del gruppo sei milioni di case in 995 città, dodici milioni di adulti e sette milioni di adolescenti. Una quantità di contatti di qualità da sogno anche per la pubblicità televisiva oggi. Questo uno solo dei supplementi, poi c’erano tutti quelli dei concorrenti e l’infinità di giornali rurali. Una costellazione di pagine di comic strip difficilmente ricostruibile oggi per gli appassionati studiosi.


Conquistare i lettori era una guerra a colpi di fumetti colorati, iniziata molto prima, come annunciava questo vivace poster con il mitologico Yellow Kid di Outcalt. “Ogni giornale è esaurito prima delle dieci di mattina”, battiamo tutti. Il New York Journal ha per gli appassionati di fumetti un posto fondamentale nella storia. Rilevato da Hearst, fu rilanciato con uno strepitoso inserto a colori domenicale, uscito per la prima volta il 18 ottobre 1896 preceduto da un battage pubblicitario che ne esaltava gli splendori cromatici.


Il pubblico era quello delle famiglie. Non a caso la striscia più popolare della storia è stata Blondie, come annunciava questa pubblicità del 1948. Al culmine del suo successo aveva raccolto le sottoscrizioni di oltre 1200 quotidiani, una cifra mai più raggiunta da nessun altra serie.

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Commenti:
Veramente interessante. Complimenti, era una cosa che ignoravo completamente.
 
weeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee
io non sono piccccccolaaaaaaaaaa
 
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