mercoledì, novembre 12, 2008

 

Deco, quando "Non si può sfuggire al proprio Destino" (prima parte)

Articolo di introduzione e successiva intervista a cura di Sauro Ciantini



Ammetto che prima dell'uscita di stRRRippit!, il volume edito nel 2007 dalla gRRRžetic editrice, non conoscevo né Deco né la sua Inkspinster (vergogna! Vergogna! Vergogna!), ma nessuno è perfetto, e me ne pento (e me ne dolgo) col tutto il cuore. Quando però sono incappato in quelle strisce arzigogolate che profumavano d'arsenico e vecchi merletti, ne sono rimasto subito fulminato.

Hollie Hobbie


Una specie di Holly Hobbie (la bambina patchwork che appariva su quaderni, carta da lettere, e bigliettini d'auguri, una ventina d'anni fa) che si era svegliata storta e poi aveva fatto colazione con una tazzona d'acido muriatico. Una lontana cuginetta della piccola Mercoledì (quella della famiglia Addams), ma molto più spettinata e sguaiata, con la quale sembra condividere lo stesso guardaroba Vittoriano (anche se calze e scarpe debbono per forza provenire dallo stesso negozio dove compra Wanda Witch, la strega Nocciola Vildibranda Crapomena inventata da Carl Barks).
Anche il tipo d'umorismo delle sue strisce m'è parso subito semplice e spontaneo, e quindi evoluto, naturale come quando l'autrice abita in prossimità del proprio personaggio. Magari nella casa accanto o addirittura divide con lei la stessa cameretta.
Un'autrice che insomma, senza imbarazzi, se non avesse scelto il mondo delle strip, potrebbe tranquillamente sedere nel mezzo a tavola tra una Luciana Littizzetto e una Paola Rando (copy e autrice di "Le profezie della zitella" (ed. Comix) che -quando si dice il Caso!- avevo illustrato nel 1997 e che ho scoperto essere per Deco: "Una specie di Bibbia").


Subito ho fatto un giro in Internet, conscio d'essere ignorante come una capra di Heidi, e ho visto che tranne me, già tutto il mondo del web sapeva quando aveva iniziato a disegnare, che fumetti leggeva, e tutte le varie curiosità sui suoi personaggi. Nessuno le aveva ancora chiesto se per disegnare usasse un semplice pennino o un'unghia di gallina arcigna e inacidita (prima seccata al sole e poi intinta nella pece), ma credo che queste cose in fondo non siano molto importanti.
Un giorno - e qui mi permetto un fastidioso aneddoto - alla stazione di Arezzo, dopo un concerto dei Mano Negra, mi è capitato di vedere un tipo sgangherato suonare la chitarra esattamente come Dio. Una chitarraccia da pochi soldi, con corde vecchie e infami, usando come plettro una semplice moneta da 10 lire. In quell'istante, il mio cervellino ristretto di provinciale si è dischiuso. Quello che intendo è che un autore - un qualcosa di molto vicino a un artista - per esprimersi pienamente necessita di molto poco, a volte di una semplice biro e qualche foglio.
Chi all'inizio si perde in chiacchiere sulla grammatura della carta, studia il grado di densità della china, o si cincischia ad appuntire (!) costosissimi pennarelli da layout, confonde la professione con l'Arte dell'Inventare Universi… ma torniamo subito a questa signorina e al suo incredibile work in progress.
Se avete la bontà di osservare le vignette riportate qui sotto, non potrete fare a meno di sorprendervi di quanto la prima vignetta - realizzata ancora in piena età della pietra - sia distante milioni d'anni luce dalla seconda, ed è proprio questo primo balzo che più mi ha sorpreso e incuriosito.



Perché da questa breve triade è innegabile l'avvenuto miracolo di una ragazzina scarabocchiamuri (la definizione è sua) che si trasforma in un'invidiabile disegnatrice di talento. Ma se una così, da sola, sperduta per la campagna, è stata capace di compiere nel passato un simile balzo in avanti, cosa sarebbe capace di fare se messa nelle condizioni giuste?
Non leggete anche voi negli occhi spalancati dell'ultima Inkspinster non solo un guizzo di sana follia ma anche un potenziale visionario da nuova Giovanna D'Arco dell'Oltrepo' Pavese?
Per questo m'è venuta voglia di ricercare cosa esistesse un attimo prima del Big Bang, quali leggi abbiano permesso la nascita del suo segno di matita originario, l'humus nel quale pesticciava i suoi piedini, se è vero o no che questa crescita prodigiosa sia stata tutta colpa del Kaos.
Ora che ho quasi terminato l'opera e stringo tra le mani il suo ultimo libro appena uscito a Lucca, sempre per la gRRRžetic editrice, sono ancora più convinto che dietro la sua modestia, quel suo continuo minimizzare ogni cosa come se le fosse caduta per caso dal cielo, o dal pero, c'è un grande talento che ha saputo frasi strada malgrado tutto e tutti. Perché nel bene o nel male, nessuno può sfuggire al proprio Destino.
Spero che chi di dovere, anziché pubblicare cagate spacciandole per dei nuovi biscotti al cioccolato mai assaggiati prima, dia la possibilità a Deco di continuare a crescere. Perché un autore si perfeziona solo disegnando fino a sbucciarsi i gomiti, pubblicando e sfidando ogni volta i propri lettori.
Prima che ti raggiunga l'età della Ragione o la noia.
Finisco col dire che il libro di Deco è proprio un bel libro. Stracolmo di umorismo, idee, segni, freghi, e personaggi bellissimi. Tipo la striscia intitolata "primavera" dove scarabocchi credo fatti a pennino, e quel coniglietto spaurito, e la Inkspinster tutta nera con gli occhietti a puntino bianco, mi hanno procurato autentico godimento.


Mi hanno chiesto: ma neanche una critica?
Oddio… Tirato per i capelli potrei dire che il nome Inkspinster lo trovo impronunciabile quasi quanto quelli dei personaggi che popolano il mondo Pokemon, e mi stupisco che la signorina Decontardi si sia tenuta per sé il bellissimo "Deco" e abbia mollato a Inkspinster quel nome liscio come una macchia di rovi, ma dev'esserci sotto qualcosa di intelligente che a me è sfuggito.
Poi la storiella infinita sulla verbosità delle sue strisce che, onestamente, mi sembra una critica assolutamente inutile, come dire a Van Gogh: "
Cavolo, Vincent, non mettere sempre tutto quel giallo!"
Sul libro appena uscito per la gRRRžetic editrice obbietterei che se le strisce avessero avuto a disposizione qualche centimetro quadrato in più, non sarebbe stato male, il segno di Deco merita di essere goduto in mondovisione, ma comunque è un libro polposo, fatto con passione, e stampato bene.
Molto bella l'idea dell'abbecedario.
La prefazione - scritta da persona a me cara - risulta completa, accurata ma soprattutto sentita come una promessa d'amore eterno fatta nei riguardi di quest'autrice (invidia! Invidia! Invidia!).



[l'intervista arriva con il prossimo post su Balloons questo venerdì 14 novembre]

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Commenti:
che invidia, questo ciantini oltre a saper disegnare bene sa anche scrivere bene.
rabbia! rabbia! rabbia!
 
Questa è praticamente adorazione. E non che non sia meritata.
 
sinceramente le virgole le ho capite solo a giugno 2008, e il punto e virgola ancora mi è totalmente oscuro.
Teniamo i piedi saldamente piantati per terra!
 
Un bellissimo articolo scritto per un'autrice vera e divertente.

Complimenti Deco, davvero tanti complimenti.

Quoto ( cosi si dice, vero ?) anche Umberto nell'elogiare la sapiente penna di questo Ciantini, credo che ogni fumettista vorrebbe un giorno una recensione scritta con così tanto amore!

Stefano
 
mamma mia che poesia!!! :)))) a presto avrete mie notizie...un bacio a tutti. agostina
 
Parole strameritate. Garantito!
;-)
 
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