mercoledì, aprile 30, 2008

 

Comic strip e pubblicità (8 - d'epoca - sbobbe)

Tra i cartoonist c'è chi ha sempre lottato persino per evitare il merchandising basato sui personaggi della propria striscia (ad esempio, purista per eccellenza, Watterson per Calvin & Hobbes). In parallelo con il mondo del cinema, per tanti altri autori prestigiosi ha invece prevalso la massima "pecunia non olet", il denaro non puzza. In questa pubblicità del 18 marzo 1940 sul magazine Life Al Capp (già recidivo in tema di tabacco, vedi post precedenti) presta i suoi personaggi ad un carosello introduttivo di una micidiale sbobba americana. Lil Abner, come vi abbiamo raccontato, è stata considerata una striscia molto politica e intellettuale. Con i suoi bravi estimatori anche dalle nostre parti tanto che Linus ha insistito nel pubblicarla pur essendo in molte tavole quasi incomprensibile e intraducibile. Nell'inserzione per giunta "la crema di frumento" che si prepara in cinque minuti e va bene anche per i bambini - possiamo immaginarci la bontà - è raccomandata, ricorrendo ad un abusatissimo stereotipo etnico, da un cuoco negro (pardon, di colore).



E che dire della tavola a mo' di sunday comic qua sotto, appositamente realizzata per un intruglio da colazione? Una mielosa storia di un bambino, soprannominato "Spindle-Shanks" (stinchi sottili), che odiava il latte e non poteva mettere su peso per lo sconforto di due genitori da schiaffi. Con Ovaltine problema risolto, il ragazzino mandava giù a barili la bevanda. La costruzione della storia, deliziosamente naif, fa sembrare dei capolavori di intelligenza i nostri vecchi caroselli. E in particolare il fumetto umoristico italiano anche nelle strip promozionali non si è quasi mai genuflesso così tanto verso il prodotto.
La striscia uscì sul periodico "The good housekeeping" ("La brava casalinga", la scelta del nome della testata spiega molto) nel gennaio del 1933. Lo stile di disegno e l'impostazione della comic strip, pur essendo l'autore anonimo, è proprio tipico dell'epoca, molto riconoscibile.

L'invasione dei cibi blob non è stata a senso unico. Guardate che bel pacchettino veniva pubblicizzato sul magazine Womans' day (anche qui il nome del giornale è tutto un programma), gennaio del 1946. Dentro spaghetti, un barattolo di sugo e parmigiano. Speriamo anche con un fogliettino d'istruzioni perché il rischio è che buttassero tutto assieme in una pentola.
In questo caso facciamo un'eccezione alla nostra linea editoriale dato che la reclame è molto divertente dal punto di vista italiano.
Fontaine Fox è infatti un vignettista, non un autore di comic strip, per altro bravissimo e molto popolare nei quotidiani USA. Spaghetti Dinner: lascialo lì - dice il papà nella vignetta - almeno sai dove sta mentre prepari in dodici minuti la Chef Boy-Ar-Der. Inquietante ma "express spaghetti", gente.


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martedì, aprile 29, 2008

 

Inkspinster

Inkspinster © Deco 2oo1-2oo8 E' vietata la riproduzione senza il consenso dell'autrice

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lunedì, aprile 28, 2008

 

Zooga


Zooga © Gabriele Montingelli/Alessandro Pozzetti 2008 - E' vietata la riproduzione senza il consenso degli autori

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venerdì, aprile 25, 2008

 

Comic strip e pubblicità (7- d'epoca - tabacco)

La storia delle relazioni tra comic strip e pubblicità è lunga, vi abbiamo accennato alla grande tradizione. Peschiamo qualcosa dal passato come promesso. Del resto sulla stampa americana le tavole di fumetti e le illustrazioni erano una forma popolarissima di intrattenimento. Le grandi imprese potevano agganciare e sedurre i consumatori, così come ora usano la tv a pieno volume.

Dato che siamo dei pessimi, iniziamo con qualcosa di scorretto politicamente: l'aggressiva pubblicità delle velenifere sigarette. A tirarla fuori oggi ci sarebbe da fare venire un infarto collettivo a qualsiasi consiglio di amministrazione delle corporation del tabacco. Con molto meno sono state intentate cause collettive costosissime. Roba che gli USA attuali, ultra puritani e super salutisti, hanno sotterrato con la pala sotto due metri di vergogna, salvo poi ricercare il mercato per le sigarette fuori dalla patria virtuosa, nel terzo mondo, con gli stessi mezzi. Ora neppure per le strade si può fumare - solo i cattivi nei film e i disgraziati delle etnie minori - ma allora c'era da spargere il vizio e far soldi, con ogni mezzo, proponendo un modello di vita da fighi.


Pubblicata nel maggio del 1936 sul magazine Liberty questa pubblicità delle Camel mostra una strip del genere narrativo, avventuroso o poliziesco, disegnata con stile realistico. Due eleganti mister con disinvoltura fumano in un vagone del treno (per le nuove generazioni: c'è stato un tempo, ormai dimenticato, nel quale senza ritegno si fumava dappertutto, cinema, ospedali, anche negli ascensori). Esibiscono le sigarette commentando stupiti l'incredibile offerta. "Fumatevi 10 fragranti Camel, se non le trovate le più saporite che abbiate mai gustato rimandateci il pacchetto e vi restituiremo il costo e le spese postali". Oggi sarebbe istigazione al reato ma l'impomatato signore nell'ultimo quadretto afferma che mai più mollerà questa marca. Camel senza filtro naturalmente, catrame da poterci asfaltare le strade e livelli di nicotina inconcepibili per quelli che sono i limiti stabiliti dall'attuale legislazione europea.

Ancora più paradossale, vista con gli occhi di oggi, questa campagna per le Chesterfield uscita sul celebre periodico Life nel marzo del 1957. Tre disegnatori dell'epoca, sigaretta fumante tra le dita, prestano la propria immagine. In alto a destra appare il famoso Al Capp conosciuto per Lil Abner, sofisticata strip pubblicata per lungo tempo da Linus nei suoi primi anni. A sinistra William Steig, illustratore e vignettista. Abbiamo difficoltà ad individuare il terzo in basso, magari qualcuno dei nostri esperti e appassionati lettori ci racconterà chi è. Chi si diverte, chi ama le donne, l'appassionato di pesca, tutti fumano le Chesterfield (notare la scenetta di Steig con i bambini zelanti che accorrono tutti insieme per accendere la sigaretta del papà sulla classica poltrona).


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mercoledì, aprile 23, 2008

 

Boes di Thijs Wilms e Wil Raymakers

(articolo a cura di Umberto Randoli)



Permettetemi di chiamare questa strip con il suo nome originale olandese Boes e non con quello italiano.
Non ho mai sopportato la serie di cartoni animati
Fantazoo per il ricorso nel doppiaggio a vari dialetti italiani (considerato invece uno dei suoi punti di forza): Alvaro era un toro dall'accento romano e Camilla (in originale era un maschio) una tartaruga fiorentina.Probabilmente tutti conoscono questa serie prodotta da una cordata nipponico-olandese, nel 1987/88, arrivata in Italia negli anni '90.
Pochi sanno che la serie nasce da una strip, molto più bella, davvero un'altra storia, nata agli inizi degli anni Ottanta.



Il soggetto iniziale fu ideato in una classe di un liceo olandese nel 1979: è la storia di tre studenti e un insegnante di lettere. Wil Raymakers (1963), che già disegnava sul giornale scolastico, e il suo amico Dick van Gerwen (sopra un'immagine della coppia) decidono di realizzare una striscia per i giornali. Della vendita si interessa un loro compagno di scuola Ronald von Deursen. Nasce la strip Dierenleed che in pochi mesi ottiene un discreto successo sulla stampa locale.


Con l'università, Dick non ha più tempo per scrivere le storie. Subentra al suo posto il loro ex professore del liceo Thijs Wilms (1940). Con lui arriverà una ricca quantità di spunti e personaggi nuovi fino a creare una nuova serie Boes (Toro). Celermente conquistò spazio nei giornali nazionali e venne acquistata anche all'estero. Nel 1985 esce su quaranta quotidiani di dieci paesi.
Da metà degli anni ottanta Raymakers lavora come art director presso il Geesink Studios, un famoso studio di animazione olandese.


Boes è una strip silente ambientata in un mondi fatto solo di animali. Vocazione internazionale, come sotto genere di comic strip senza parole supera tutte le frontiere.

I paesaggi sono ridotti all'essenziale: prato , cielo e i pochi elementi necessari alla trama. I linee sono fluide. Lo stile del disegno risente molto delle influenze del fumetto franco-belga. Ad esempio il cane ricorda molto Rantanplan di Morris.

Il protagonista è un toro antropomorfo con pantaloni rossi ed i tipici zoccoli olandesi, vive in un piccolo mondo con tutte le zone climatiche e tutti i tipi possibili di animali. Questi animali sono spalmabili, elastici, si smontano e si tagliano a seconda della necessità.
La fantasia di Wilms sembra non avere limiti. Ogni luogo comune sugli animali può essere fonte di battute che spaziano dall'umorismo più soft e semplice fino ad arrivare ad una crudeltà che ci può stupire (con uno stile completamente diverso, il campione in questo genere di comicità era il grandissimo vignettista Gary Larson con The Far Side). L'effetto finale è quello di una slapstick comedy. Chi conosce la serie animata forse troverà alcune di queste strip un po' più crude ma l'esito è comunque divertente.


La serie è stata candidata per due volte (1990 e 1994) al Max-und-Moritz-Preis per la migliore comic strip. Il premio viene dato ogni due anni in occasione del Salone del Fumetto di Erlangen (Germania).

Ora, grazie alla ReNoir, la strip arriva anche in Italia. Secondo le intenzioni dell'editore questo volume di Fantazoo non dovrebbe essere unico. Sul sito viene indicato come numero 1, la collana dovrebbe proseguire se l'accoglienza dei lettori sarà buona. A Lucca Comics le copie sono sparite in fretta e questo fa ben sperare.

Il prodotto della ReNoir si presenta bene anche se forse la strip avrebbe meritato un formato un po' più grande. La qualità del disegno, molto particolareggiato, un po' ne soffre. Per le pagine è stata utilizzata una bella carta patinata che ben evidenzia i colori brillanti. Ottima anche l'idea di usare gli elementi cromatici con parsimonia, solo per evidenziare questo o quell'elemento paesaggistico (a parte i personaggi, solo sempre e rigorosamente a colori).
Quattro strisce per pagina ovvero circa 330 strip tutte da… "leggere". Il volume è arricchito dai redazionali di Michele Foschini che illustrano la storia di questa strip, sia sulla carta che nella serie animata. Questa prima
edizione è candidata al
Comicon di Napoli per il Premio Attilio Micheluzzi alla "Migliore Serie a Fumetti estera".



[Fantazoo - Vol 1 Testi: Thijs Wilms - Disegni: Wil Raymakers - 96 pagine a colori - 17x24 Brossurato - Euro 9,00 - ReNoir Comics
- ISBN 978-88-95261-09-6]

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martedì, aprile 22, 2008

 

Inkspinster



Inkspinster © Deco 2oo1-2oo8 E' vietata la riproduzione senza il consenso dell'autrice

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lunedì, aprile 21, 2008

 

Zooga

Ludwig si prende da oggi una piccola pausa.

Ma per non lasciare sguarnito il lunedì di Balloons, vi propongo qualche striscia di una nuova serie, Zooga, sempre disegnata da me, ma questa volta con i testi dell'amico Alessandro Pozzetti.
La storia della nascita di Zooga merita di essere raccontata brevemente: sono stato, tempo fa, contattato dall'editore del giornale Yoga Journal, importante riferimento nell'editoria italiana per la disciplina dello yoga. Guido Gabrielli, l'editore, è un appassionato di comic strip e mi ha chiesto di immaginare una striscia che potesse essere ospitata, per tematiche e sensibilità, sul suo giornale.

Poco esperto di questi argomenti, mi sono rivolto ad Alessandro, che ha concepito questa congrega di animaletti alle prese con filosofie orientali e posizioni yoga.

L'idea è piaciuta molto a Guido e dopo le schermaglie per l'accordo economico siamo partiti, con grande reciproca soddisfazione.

Speriamo siano gradite.

Gab



Zooga © Gabriele Montingelli/Alessandro Pozzetti 2008 - E' vietata la riproduzione senza il consenso degli autori

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venerdì, aprile 18, 2008

 

Radio comic strip: il blog Strudel

vai al blog Strudel

I toni della scrittura sono quelli dell'affabulatore radiofonico notturno. Leggeri, discorsivi, ironici. Strudel è un blog che parla di strip come davanti a un microfono. E in effetti un legame c'è. Ogni sabato riporta una puntata di un programma diffuso da un paio di stazioni private: Radio Kairos e Radio Sherwood, degne eredi di una grande tradizione, specie la seconda. Siamo nel puro underground, anzi nell'etere di quelle che una volta si chiamavano radio libere ( "…ma libere veramente" cantava Eugenio Finardi). La storia però è curiosa e ha una sua efficienza.
Se ci riflettiamo un attimo, le trasmissioni via radio sono rimaste il sistema più semplice per comunicare. Antico e simpatico quanto volete ma l'unico che riesce a raccontarci qualcosa e mandarci messaggi mentre siamo impegnati in altre attività nella nostra ormai indaffarata e "multitasking" vita. Funziona sempre e ha persino ripreso una certa vitalità via internet. Oddio, le orecchie non sono proprio il massimo per cogliere una materia che vive soprattutto negli occhi, ma lì sta la bravura di chi racconta. Poi, in questo caso, arriva a completare il blog dove qualche immagine aiuta.

Sin ora sono uscite tredici puntate.
Davide Morando è bravo nel narrare le strip, gioca discretamente con le parole e mostra una buona conoscenza di questo mondo nelle citazioni (sta dietro anche al progetto Ragno Edizioni). Ha pescato nelle scelte soprattutto web comic, con una gran voglia di sostenere strisce e autori sconosciuti al grande pubblico (toccando vertici sublimi nella penultima puntata dove riesce a sceverare su Baudelaire, una strip che neanche gli autori sanno cosa sia). Forse non riuscirà a tirarli dal sommerso perché anche il suo programmino ci sta sino al collo ("Ma qualcuno ci ascolterà veramente?" si chiede in una puntata), comunque porta il suo sassolino per la causa e sentiamo una certa fratellanza con il suo blog. Non condividiamo tutte le sue scelte e opinioni ma anche qui sta il bello di internet e del comunicare. Ci mancherebbe, la diversità è una ricchezza. Un'altra voce - in tutti i sensi - sulla scena della comic strip ci sta bene e lo raccomandiamo a tutti gli appassionati che ci seguono.

[la striscia tematica sotto è un omaggio da Quiff di Cius ]


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mercoledì, aprile 16, 2008

 

Montecristo di Arkas

(articolo a cura di Umberto Randoli)


Montecristo è un topo. Se pensate ad un sorcio antropomorfo o a un simpatico topolino siete in errore. Si tratta di un ratto cinico, sarcastico e arrivista, al punto che in Italia è riuscito a scippare il titolo della serie al reale detentore.
In lingua originale la striscia va sotto il titolo O IΣΟΒΙΤΗΣ che dovrebbe significare l'ergastolano. È un mite omino con occhiali dalle spesse lenti. Per un errore giudiziario è stato condannato a 622 anni di prigione, da scontare in un terribile carcere. Secondini violenti, cibo pessimo, un medico incompetente e, dulcis in fundo, Montecristo.
Il topo è sempre lì a ricordare che , come dice una delle leggi di Murphy , "niente va così male che non possa peggiorare". Gli unici suoi interessi sono il cibo e il denaro e per averli è pronto a ogni inganno marchingegno o commercio.
L'ergastolano invece è la vittima per antonomasia, una persona nata perdente.
Popolano il carcere altri personaggi: ognuno rappresenta una categoria, tanto che nessuno di loro ha un nome. Li identifichiamo grazie al ruolo che interpretano in questa strana ma divertente - visto la nazionalità dell'autore - "tragedia greca". Abbiamo così l'ergastolano, il condannato a morte, il dottore, il secondino, il prete….ha un nome invece il topo Montecristo quasi a mostrare che lui non interpreta una parte ma è se stesso. Una figura non sostituibile.


Anche il passero ha un nome: Clementina. Ma lei non fa parte della prigione, serve solo come collegamento con il mondo esterno. A ricordarci che fuori da quelle mura c'è il mondo. Arkas sembra dirci che solo chi è libero, come il topo e il pennuto, gode di diritto a un'identità.


Paradossali anche i riferimenti a letteratura e cinematografia contenuti nelle figure dei protagonisti. Il topo sadico nel nome richiama il celebre Conte di Montecristo, l'identità assunta dopo la fuga dal protagonista del romanzo d'appendice di Alexandre Dumas padre. La caratterizzazione grafica dell'ergastolano ricorda il Louis Dega interpretato da Dustin Hoffman nel celebre film Papillon ambientato nel bagno penale della Guyana. Guarda caso due epopee sul tema della fuga dal carcere verso la libertà.




L'umorismo di Arkas è inconfondibile. Black Humor allo stato puro: cinico, cattivo, tragico ma anche poetico. Comunque sempre divertente.
Anche lo stile del disegno è inconfondibile, tutti i suoi personaggi (sia di questa serie che di altre) sono caratterizzati da un grosso nasone.


Un'altra particolarità di questa strip è che nessuno conosce la vera identità del creatore, nascosta da uno pseudonimo. Autore Greco, forse Ateniese (lo si sospetta per alcuni panorami presenti nei suoi lavori). Nei suoi quasi trenta anni di attività non ha mai rilasciato interviste. Tra le varie ipotesi (vedi su Wikipedia alcune) anche quella di un nome collettivo: la firma celerebbe in realtà diversi cartoonist.
Sotto il marchio Arkas girano numerose strip di successo
tradotte in varie lingue. Il genere di umorismo è davvero universale.

La sua prima strip O KOKKOPAΣ (il gallo) uscì nel 1981 sulla rivista Babel. In breve tempo ottenne un consenso di pubblico internazionale. Lo stile è così particolare e ben strutturato - sia per le battute che per il disegno - da portare molti a pensare che si tratti del lavoro non di un giovane autore ma un artista affermato ed esperto.

Anche Castelli fu colpito da questo personaggio, come ci dice nella postfazione del quarto volume, tanto da supplicarlo per farlo apparire sulla rivista Eureka. La strip uscì solo su un numero dedicato alla Grecia, Purtroppo la chiusura del periodico non permise ulteriori uscite della serie.
Al "Gallo" seguirono molte altre serie di strip e tutte incontrarono il favore dei lettori.

Dal 2005 la casa editrice Lavieri ha iniziato a pubblicare in Italia le storie di Arkas. Va riconosciuto il coraggio editoriale nel portare questo autore greco nelle nostre librerie. Ha iniziato con la serie "Voli Radenti" (prima o poi faremo un articolo) proseguendo con Montecristo e le vignette della serie "Tira fuori l'animale che è in te".
Ora sta per uscire una nuova serie: "Kastrato". La piccola anteprima del sito è divertente.
Adoro Arkas e spero che l'editore continui a pubblicare anche le altre serie.

Sin ora sono usciti 4 volumi della collana Montecristo. Come tutti gli altri lavori di Arkas, sono tradotti da Priscilla Maddaloni. A lei si deve anche il merito di aver segnalato e proposto per prima in Italia questo autore, come riconosce Marcello Buonomo (fondatore con Rosa Lavieri della casa editrice) in un'intervista
rilasciata su Lo Spazio Bianco
.


Il Signore ama i ladri onesti...
Montecristo n.4

Pagine 76 a colori, brossura, formato 17x24 cm,
anno di pubblicazione 2007, € 7,00,
postfazione di Alfredo Castelli
ISBN 978-88-89312-29-2.

Dottore, ho come un peso sullo stomaco...
Montecristo n.3

Pagine 76 a colori, brossura, formato 17x24 cm,
anno di pubblicazione 2007, € 7,00,
postfazione di Stefano Perullo
ISBN 978-88-89312-28-5.

Un topo nella mia zuppa!
Montecristo n.2

Pagine 76 a colori, brossura, formato 17x24 cm,
anno di pubblicazione 2007, € 7,00,
postfazione di Alberto Gedda
ISBN 978-88-89312-27-8.

Cattive compagnie..
Montecristo n.1

Pagine 76 a colori, brossura, formato 17x24 cm,
anno di pubblicazione 2006, € 7,00,
postfazione di Alessandro Di Nocera
ISBN 978-88-89312-26-1.


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martedì, aprile 15, 2008

 

Inkspinster



Inkspinster © Deco 2oo1-2oo8 E' vietata la riproduzione senza il consenso dell'autrice

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lunedì, aprile 14, 2008

 

Ludwig - La striscia del lunedì


Ludwig © Gab 2000-2007 - E' vietata la riproduzione senza il consenso dell'autore

venerdì, aprile 11, 2008

 

Comic strip e pubblicità (6 - scuole di inglese)

Altro esempio di una campagna pubblicitaria, uscita su un giornale regionale tra il 2004 e il 2005, realizzata dal gruppo La Striscia. In questo caso il committente era una scuola d'inglese che accettò con benevolenza l'ironia spalmata a piene matite sul tema. Furono pubblicate circa 40 strisce, ogni volta l'inserzione ne conteneva una nuova. La cadenza era bisettimanale: sarebbe stato facile, come avviene in altre campagne promozionali ripetere sempre lo stesso disegno. Così invece lo sforzo ripagò con il divertimento del lettore: l'annuncio diventava un appuntamento spassoso e imprevedibile da ritrovare sul quotidiano (sotto il primo della serie). Quasi inutile aggiungere che la scuola quell'anno guadagnò numerosi nuovi iscritti.

Diversi furono gli autori coinvolti. Nella sequenza trovate alcuni esempi di
Lele Corvi, Deco, Montingelli, Dito'.














Il ricorso alle comic strip per le campagne pubblicitarie ha una tradizione antichissima nei quotidiani di tutto il mondo. In alcuni dei prossimi post vi mostreremo anche alcuni prototipi (abbiamo trovato un sito miniera che ne raccoglie una quantità spropositata): sarà anche un allegro viaggio nel passato del marketing pubblicitario con alcune mercanzie in voga al tempo dei nostri nonni e bisnonni.

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mercoledì, aprile 09, 2008

 

Comic strip e pubblicità (5 – free press da tavola)

Nel post precedente abbiamo raccontato delle strisce promozionali sulle tovagliette di carta prodotte apposta per la Festa dell'Unità. Ma com'era nella sua veste usuale questo giornale in forma di tovaglietta e come vi apparivano le strisce? Si chiamava L'ammazzacaffè, come sottotitolo "distillato di notizie". Gratis, ovviamente, catalogabile come free press. Double face - la carta si sfrutta tutta - lo giravi e voilà: notizie e vignette anche sul retro.
Una trovata intelligente, inserzionisti, articoli per intrattenere i lettori, strisce e vignette. Incredibile che non abbia avuto il successo commerciale che avrebbe meritato. Ci guadagnava il locale con l'immagine, gli inserzionisti trovavano uno spazio pubblicitario insolito e di buona presa, i clienti si divertivano tra una portata e l'altra. L'ammazzacaffè era pubblicato da una cooperativa bolognese, una piccola redazione. Il progetto era nato anche grazie a fondi speciali per nuove iniziative imprenditoriali. Il sito del giornale appare oggi colpito dagli hacker (viene da chiedersi quale importanza strategica avesse come obbiettivo) e della cooperativa non abbiamo più notizie.



Tra gli autori del gruppo La Striscia venne scelto Gabriele Montingelli. Le strisce di Ludwig vi apparvero per un annetto circa. Nell'impaginazione sopra la strip delle branchie del vespista è stata rimontata per ragioni di spazio in un due vignette più due in verticale. L'originale era nel formato classico in sequenza orizzontale (la flessibilità del layout tipico su quattro quadretti, pur essendo uno schema che limita la creatività, è un gran vantaggio per poter andare sui giornali).

D'accordo, la strip di Ludwig sopra non è leggibile, la mostriamo meglio.



Anche Deco contribuì prestando la sua Inkspinster per la campagna promozionale dedicata alla tovaglietta (in particolare furono realizzate delle vetrofanie). Già, perché a sua volta L'ammazzacaffè aveva bisogno di farsi pubblicità. La redazione chiese delle strisce tematiche ad hoc. Sempre più acrobazie, un prodotto particolarissimo. Gli autori ci giocarono sopra, spesso con proposte di strip che finirono per prendere in giro la stessa "merce" offerta. Giustamente: restiamo dell'idea che le campagne pubblicitarie più intelligenti siano quelle cariche di autoironia, capaci di risvegliare l'attenzione strizzando con umorismo un occhio al futuro cliente. Non sempre questo è apprezzato dai committenti che spesso sono legati ad un'idea antica da mercato del pesce dove vincerebbe chi grida le proprie lodi di più. Ma per i cartoonist delle comic strip quasi non c'è scelta, scherzare comunque sul mondo è tutto, prendersi sul serio non esiste. Troppo misero chiedere loro di limitarsi a far indossare delle magliette con lo sponsor ai propri personaggi.

Anche questa volta abbiamo rovistato nel cassetto tirando fuori alla luce strisce che mai trovarono spazio nella campagna promozionale. Nella sequenza gli autori sono
Lele Corvi, Deco e Ditò.













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martedì, aprile 08, 2008

 

Inkspinster



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lunedì, aprile 07, 2008

 

Ludwig - La striscia del lunedì


Ludwig © Gab 2000-2007 - E' vietata la riproduzione senza il consenso dell'autore

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venerdì, aprile 04, 2008

 

Comic strip e pubblicità (4 – Festa dell’Unità)

Prima di tornare al catalogo delle strip pubblicitarie, ancora una digressione su una campagna promozionale vera, ma questa volta mai diventata reale. Queste che mostriamo ora, più che strisce pubblicitarie, sono tematiche, per una festa dell'Unità.
La storia, allora, di qualcosa che non è mai nato. E forse mai potrà realizzarsi perché chissà se con tutto il casino politico e i nuovi partiti come il PD ci sarà ancora una manifestazione con quel nome.
Il gruppo La Striscia ha avuto tra i committenti una cooperativa che pubblicava delle simpatiche tovagliette di carta. Non le solite bianche e semplici con qualche ghirigoro e pubblicità che trovate nei pub, bar e nelle tavole calde. Questa si chiamava "L'ammazzacaffè": era un giornalino, free press da tavola - vi sarà capitato di vederne, ne esistono diversi - con tanto di articoli, foto, disegni, giochi per intrattenere i clienti. E anche strisce: niente di meglio aspettando la pappa, bastava spostare boccale e posate. Il committente ebbe l'idea di realizzare alcune tovagliette appositamente per la festa dell'estate 2005. Chiese, diversamente da quelle che pubblicava sulla tovaglietta ordinaria, di ricevere delle proposte di strisce ad hoc, tematiche.
Questo per spiegare un po' alcuni riferimenti che troverete. L'idea poi non trovò nemmeno l'imboccatura del porto, come spesso accade, e le strisce rimasero in pace in un cassetto (sarebbe ormai tempo di dire in una cartella del computer). Bello rovistare nei cassetti. Pardon, nelle cartelle. Via, che prendano un po' luce dello schermo. Sono una visione un po' surreale della manifestazione ma le strisce hanno questa vocazione: guardare il mondo da una prospettiva storta e imprevedibile per il lettore.
Gli autori coinvolti sono nell'ordine: Gabriele Montingelli, Lele Corvi, Ditó, Deco.







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mercoledì, aprile 02, 2008

 

Cartoomics 2008 - Deco ritira il Coccobill

[Riceviamo da Deco e volentieri pubblichiamo questo resoconto della premiazione alla quindicesima edizione di Cartoomics. Incaricata dal gruppo, o meglio, offertasi volontaria al sacrificio causa impedimenti degli altri cartoonist, dopo giorni di angoscia, quasi in incognito, si è recata a FieraMilanoCity per ritirare il Coccobill assegnato quest'anno a La Striscia per la categoria "Fumetto on line". Le abbiamo chiesto un reportage e abbiamo ricevuto questa letterina. A seguire alcune foto della premiazione. Qualunque riferimento a fatti, persone e vicende è reale e va preso con sana ironia. Buon divertimento.]






Ciao Max.

Ecco la consueta letterina-diario che sforno dopo aver presenziato agli eventi.
Ti parlerò di Cartoomics.



Arrivo in fiera. Per l'occasione non solo mi sono pettinata e ho messo le scarpe
nuove, ma ho con me un'amica esperta nel trattamento dell'ansia che -nel caso
dovessi avere problemi- saprà come aiutarmi con dolcezza e comprensione.





Per entrare faccio come mi avevi detto, chiamo il signor Bona. Che non c'è,
è impegnato. Per fortuna trovo la signora Gatto che mi dice che all'entrata
dovrebbero avere il mio nome. Alla reception mi presento con disinvoltura...
la receptionista invece mi guarda con gli occhi sbarrati da gufo, perché
il mio nome in elenco non ce l'ha. Per fortuna poco dopo la cosa si sistema,
e mi danno il badge per entrare.

La fiera è grande, il padiglione 10 pure. Enorme e pieno di stand, libri,
albi, dischi, gadget, cosplayer in sovrappeso strizzate in costumini da maghette.





Individuiamo con prontezza la sala Bonaventura, ma purtroppo nel marasma
del posto è un attimo girare l'angolo e perdersi… non siamo d'accordo
su che strada fare per ritrovarla e passiamo mezz'ora ad accapigliarci sulla
questione.




Alla fine la ritroviamo… ci sediamo e la sala si riempie.

Arriva un signore che riconosco immediatamente essere nientemeno che Babbo Natale
in persona. Mi alzo per saltargli al collo ed esporgli nel dettaglio le mie
richieste in fatto di doni…




Peccato che poi mi dicano che è uno degli organizzatori, così
tocca lasciar perdere di ricattarlo. Mi rimetto seduta.

La mia amica mi chiede distrattamente se mi sono preparata un discorso.
Macché discorso, testinaa… sono stata a un sacco di altre premiazioni
prima d'ora, IO! Non ti fanno MAI parlare.


Inizia la cerimonia. Sorpresa: ai premiati viene schiaffato in mano il microfono
e devono dire qualcosa di intelligente.
Dire che mi prende paura è dire niente. Inizio ad agitarmi sulla sedia,
tento la fuga dicendo: "mi sembra che mi stiano chiamando da fuori",
cerco di nascondermi sotto l'enorme gonna a mongolfiera di una cosplayer travestita
da sposa seduta di fronte a me.




Signore, fa' che non mi chiamino. Non sgambetterò mai più
una vecchia in vita mia, lo giuro. Fa' che si dimentichino di me.

Luigi Bona: "E ora, il premio alla categoria Fumetto Online!"




Mi tocca proprio. Mi avvicino ai premianti zoppicando, maledette scarpine
nuove.

"Il Premio Fumetto Online quest'anno è assegnato al gruppo La striscia.
Ritira il premio… ahem… (farfuglia cercando nella cartelletta) ritira
il premio…"

I premianti si guardano tra loro con gli occhi a palla: chi bisogna chiamare?
Ma soprattutto, chi è la nana vestita di nero che si trascina verso il
palchetto? Dovremo mica darlo a lei, il premio? Ma siete sicuri? No dai, sarà
uno scherzo.

Mi chiedono il nome e poi -sulla fiducia- mi danno in mano un Coccobill di ghisa
montato su lastrone di vetro grande come il piano del tavolo che ha in salotto
mia nonna.

"Allora, siete un gruppo, eh?… raccontaci un po' di voi".

Tragedia. Una spugna mi passa improvvisamente sul cervello cancellando anche
le nozioni più elementari tipo come mi chiamo, dove sono e cosa cavolo
ci sto a fare qui. Provo a elencare i nomi dei miei compagni ma ne manco un
paio perché sono nel panico
.




Cerco di infilare due parole su cosa faccia il gruppo La Striscia e poi
mi dileguo con la statuina, più veloce che posso.

La gente mi guarda. Non guardatemi.

Mentre le premiazioni proseguono incontro pure Umberto Randoli, a sorpresa.
E' simpatico! Faccio un disegnino sulla sua copia di Strrrippit e su quella
di un suo amico.

Davanti a loro mi esibisco nella consueta figura della disegnatrice professionale,
efficiente e seria.




Da lontano ho visto anche Luca Boschi, riconosciuto dagli occhialoni da
insetto e dalla cravatta improponibile <--- Ma questo non farlo leggere a
nessuno, eh.

[NdR: altroché se lo facciamo leggere, e confermo avendolo conosciuto
di persona in occasione della presentazione di Strrrippit a Firenze: si veste con
un sorteggio a luci spente dagli armadi, pescando probabilmente anche da quelli
dei figli, e ci è restato il dubbio che vada anche dormire con quegli
occhiali da sole sulla fronte. Si scherza, Luca è un personaggio straordinario]

Per concludere: mi dispiace di quello che non sono riuscita a dire. Perché
è stata un'occasione persa, davvero a eventi del genere con un bel po'
di gente (anche editori) lì che ascolta bisognerebbe poterci mandare
qualcuno che sappia prendere in mano la situazione, fare un po' di pubblicità
al gruppo, citare il sito web e cose così.

Io veramente non ho saputo fare granché (non che non me lo aspettassi).
Scusate, tu e i ragazzi.

Comunque, è andata. Se avrete di nuovo bisogno per il ritiro di una qualche
onorificenza, L'Incompetente è qui per voi :-)


eli










[Grazie Elisabetta, a nome di tutto il gruppo La Striscia, ma quali scuse,
ormai abbiamo deciso che vai tu a tutte le altre manifestazioni]


[Quest'anno Cartoomics era dedicato al centenario del Corriere dei Piccoli. Abbiamo parlato dell'importanza storica per le comic strip e di come sia considerato la prima tappa dei fumetti in Italia. Nel corso dell'anno apriremo qualche spazio speciale alla ricorrenza]

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