venerdì, febbraio 08, 2008

 

Sondaggi: quando un numero manda in pensione una strip

Articolo a cura di Cius, illustrazioni di Lido Contemori



La scorsa settimana su Balloons abbiamo pubblicato un articolo particolare su un video scovato dal buon Giuseppe Scapigliati rovistando nelle soffitte di internet in cerca di tesori. A parte la meraviglia di vedere all'opera gente come King o Gray che letteralmente dominavano le gigantesche strisce disegnando con schiena dritta, precisi e veloci (anche se il video era per ovvi motivi leggermente accelerato) è saltato fuori qualcos'altro di curioso. Alla fine del filmato compare una scritta: "Harold Gray, whose comic strip Orphan Annie has won the hearts of Tribune readers", una frase celebrativa del meritato successo di allora di una serie che oggi invece registra un evidente calo di popolarità. A seguito di sondaggi effettuati dai quotidiani americani sui propri lettori infatti più di una testata ha deciso di sospenderne la pubblicazione. Ultimo fra tutti il News Press della Florida come si legge da questo comunicato uscito su Editor and Publisher. Sempre in base al sondaggio guadagna spazio sul quotidiano la cattivissima "Pearls Before Swine" di Stephan Pastis, come vi abbiamo raccontato davvero un asso pigliatutto di questi anni, bocciate invece assieme ad Annie, la sdolcinata "Cathy" e la soap opera "Mary Worth" (davvero un segnale sui gusti dei lettori).
Intendiamoci:
Orphan Annie ha avuto un successo tale da superare gli 80 anni di pubblicazioni. È inevitabile, pur con malinconia, che prima o poi le vecchie glorie lascino le pagine. Diminuiscono le pagine domenicali, si stringono le giornaliere, vuoi per i costi, vuoi per accaparrarsi il favore di qualche lettore più giovane. Diventa necessario, com'è giusto, fare spazio al nuovo che avanza.
Un altro esempio recente dal Daily Gazette: tra le strisce sotto sondaggio in questo caso ci sono anche Gasoline Alley e addirittura i Peanuts. (curioso leggere tra i commenti le impressioni dei lettori e il modo in cui difendono le loro preferenze). Oppure, ancora, il Concord Monitor che invita i lettori in modo diretto a comunicare le loro preferenze e i loro voti presentando le strisce della settimana successiva come in una vera e propria competizione.



Questa tecnica dei sondaggi - utilizzata anche per televisione, radio, politica - dimostra una volta di più che le strisce non sono semplici riempitivi e non sono lì per caso. Una parte dei consumatori e lettori americani le cerca e le vive, proprio come una trasmissione televisiva o una canzone, nella loro quotidianità.
I giornali hanno creato un contatto diretto, anche grazie a internet, con i lettori e selezionano accuratamente il prodotto da proporre di volta in volta.
Tutto questo è segno di un immutato interesse per il settore sostenuto nell'arco di oltre un secolo con modalità e strumenti differenti. Premia, mettendolo in primo piano, un solo aspetto: la capacità di un cartoonist di comunicare e di farsi amare nel tempo dalla gente. Se confrontate il tutto con l'altalenante produzione italiana dai tempi del Corriere dei Piccoli in poi ce n'è abbastanza per togliersi tanto di cappello.
È bello che cento e passa anni dopo quella prima "sfida" a rubarsi gli autori tra William Randolph Hearst del New York Journal e Joseph Pulitzer del New York World "per quel pugno di lettori in più", le cose - almeno oltreoceano - non sono affatto cambiate.

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