venerdì, febbraio 29, 2008

 

Comic strip e pubblicità (2 -odontoiatriche)

Oggi tiriamo fuori alcune strisce tratte da una vera campagna promozionale commissionata al gruppo La Striscia. Nel 2005 arrivò una richiesta da un committente insolito, una ditta che operava nel campo dei prodotti e macchinari dentistici, per un trimestrale chiamato "Odontocard Cafè", rivista dedicata al mondo degli odontoiatri che - siamo quasi certi - non rientra tra le vostre letture abituali. Siamo nel super specialistico, il tema è in apparenza ostico e delicato. Invece bastò lasciare manina e testa libere agli autori per giocarci con ironia e spuntarono fuori tavole da far sganasciare dalle risate. Furono scelti Deco per il periodico e Ditó (alias Paolo Di Tonno) per una brochure. In realtà avevano già nelle corde e nel sangue un certo sadismo per la materia. Prima parte con quelle di Ditó, seconda parte prossimamente sui vostri schermi con quelle di Deco.









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mercoledì, febbraio 27, 2008

 

Player vs Player di Scott Kurtz


(articolo a cura di Umberto Randoli, buon divertimento, il "ricercatore" ha stanato di tutto, una faticaccia impaginarlo tanto è carico di riferimenti. Un consiglio, banale nel web: seguite i link)



Player vs Player è un ben consolidato web comic: la prima strip apparve in rete il 4 maggio 1998 sul sito www.pvponline.com. Tra poco compirà 10 anni di vita. È una striscia giornaliera realizzata da Scott Kurtz.
Con il tempo il fumetto ha acquistato
un notevole successo. Quello che all'inizio era solo un hobby dell'autore dal 2000 si è trasformato in un lavoro a tempo pieno. Ogni giorno oltre 200.000 lettori si collegano al sito per leggere le nuove storie.


I Player vs Player (o più semplicemente PvP) sono videogiochi in cui due o più giocatori si affrontano tra di loro. La strip narra le avventure della redazione di una rivista ad essi dedicata: il "PvP Magazine". In realtà poi il soggetto non si limita al mondo dei videogames. Viene toccata tutta la cultura "nerd". Anche il cinema, i fumetti e i giochi di ruolo sono spunto per intelligenti battute.
Molto spesso le strip sono tra loro collegate in sequenza e costituiscono delle ministorie.


Protagonisti e comprimari della serie sono delineati dall'autore in un gruppo bene assortito che permette di creare situazioni divertenti anche grazie alla semplice interazione tra loro. Un'introduzione e descrizione dei personaggi principali la potete trovare sul sito della serie o su quello dell'editore italiano.
Dal 2003 le strip vengono pubblicate dalla
Image Comics.


I volumi hanno una periodicità più o meno bimestrale ed oltre alle strip tratte dal web contengono materiale inedito. In particolare le vecchie strip, di formato quadrato sono state ridisegnate per poter essere impaginate al meglio sulla carta. Gli albi sono stampati in formato "landscape" ovvero spillati in alto e si sfogliano obliquamente. Al momento sono usciti 38 numeri più un numero zero.


Sono anche usciti quattro volumi, ognuno di essi ristampa sei numeri della serie regolare in formato orizzontale:
PvP at Large (vol 1)
PvP Reloaded (vol 2)
PvP Rides Again (vol 3)
PvP Goes Bananas (Vol 4)


PvP ha ottenuto la candidatura nel 2006 e nel 2007 all' Harvey Award per il miglior comic on line. Nel 2006 ha vinto l'Eisner Award come "Miglior Fumetto Digitale" (nel 2005 aveva già ottenuto la nomination come miglior autore umoristico).
Scott Kurtz - il creatore di questa fortunata strip - è un texano di 35 anni, vive e lavora a Dallas. In più interviste ha dichiarato che desideravadiventare autore di comic strip sin dall'età di 9 anni, quando gli regalarono una raccolta di Garfield. Da allora a iniziato a realizzare strip e non ha mai smesso.

La sua prima strip ad essere pubblicata, Captain Amazing, uscì per quattro semestri sul giornale della University pf North Texas. Nel 1998 iniziò a pubblicare sul web le sue prime tavole: le strip Wedlock e Samwise. Nel maggio dello stesso anno arriva anche PvP.
Kurtz afferma che le sue fonti di ispirazione sono stati Jack Kirby, Jim Davis, Berke Breathed , Charles Schulz, Matt Wagner, George Lucas, Sergio Aragones, Pat Brady, Jeff Smith and Patrick Nagel.

Con alcune scelte coraggiose è riuscito a mantenere tutti i diritti sui suoi personaggi. La Image - la casa editrice con cui pubblica le sue opere - lascia agli autori tutti i diritti sui propri personaggi (serie creator-owned). Pur di non rinunciare a questi diritti ha rifiutato l'offerta dell'Universal Press Syndicate e, in modo provocatorio, al Comic- con 2004 di San Diego, ha offerto gratis la striscia ai quotidiani con l'unica clausola di non poter modificare in alcun modo il suo lavoro. Nessun giornale sembra aver accettato l'offerta.

Grazie alla casa editrice SaldaPress la striscia PvP è arrivata anche in Italia con la prima delle quattro grandi raccolte: "PvP: Alla grande!". Il libro ha lo stesso formato utilizzato per Liberty Meadows, una grafica diversa da quella particolare statunitense che vi abbiamo sopra descritto. Un bel volume, come ormai da tempo la SaldaPress ci ha abituato, stampato su carta di alta grammatura molto bianca e non lucida. Se, come me, non masticate bene l'inglese è il modo migliore per iniziare ad apprezzare e divertirsi con questa bella strip.


All'inizio può non apparire così spiritosa: questo è dovuto al fatto che il lettore deve cominciare a conoscere i personaggi e assorbire il background della serie. È come iniziare a vedere una sit-com dalla seconda stagione. Ben presto si entra in sintonia con la storia e le situazioni divertenti non mancano. Tra le ministorie più lunghe è davvero spassosa quella dedicata allo storico gioco di ruolo Dungeons & Dragons. Se siete tra quelli che non conoscono D&D (peggio per voi!) non dovete preoccuparvi: un ricco apparato di note di spiegazione e approfondimento (presente su molti volumi della Salda Press, quasi un marchio di fabbrica) spiega le citazioni poco chiare a chi non è esperto sull'argomento e aiuta a capire le battute che si potrebbero non afferrare.

Le due strip tratte dal libro (vedi sotto) fanno parte di una divertente e ironica sequenza che
apri dure discussioni dopo la pubblicazione sul web. Una mazzata tremenda alla prosopopea del fumetto alternativo, da fotocopiare e appendere vicino al pc di molti pretenziosi artisti del fumetto. La prima strip di questa terribile serie chiamata "Graphamaximo" uscì il 23 maggio 2002.


Una peculiarità - quasi un segno di una pazzesca anomalia - sono le "guest strip". Tavole di PvP disegnate da altri cartoonist (un esempio sopra all'inizio dell'articolo nella grande tavola dedicata al cast realizzata da Kibuishi, autore della splendida webcomic Copper). A volte il gioco va avanti per settimane, si riflette persino in citazioni da parte dell'ospite di altri autori celebri, facendoli interagire con I personaggi di PvP, come nel caso dell'apparizione, nell'ultimo quadretto sotto, di Frank Cho popolare e amato anche in Italia per Liberty Meadows pubblicata su Linus alcuni anni fa.

Spesso nella strip compaiono anche lo stesso Kurtz e il padre (vedi sopra la tavola intitolata "Scotts' dad"). PvP sembra talvolta non avere limiti e schemi alla creatività: un parallelismo tra realtà e fantasia, con disegnatori che sostituiscono l’autore, citazioni, personaggi da cartoon e altri che sono “common people”, spezzoni autobiografici, in un folle gioco di specchi.

Dal 4 febbraio al 11 aprile, le strip di PvP sono su ComicUS. Con tre aggiornamenti settimanali (lunedì, mercoledì e venerdì) verrà pubblicata una sequenza di strip che narra della misteriosa sparizione di Skull il troll e dei tentativi di Brent per ritrovarlo (con la presenza di diverse guest star del fumetto).


["PvP: Alla grande!" di Scott Kurtz, € 12,00, Saldapress, 80 pp, formato 28,5x21 cm.,brossurato, bianco e nero, copertina a colori con bandelle. Introduzione di Michael Jantze. Sezione di note in esclusiva per l'edizione italiana. Curatore Ciccarelli A. G. Traduttore Toscani A.]

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martedì, febbraio 26, 2008

 

Inkspinster



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lunedì, febbraio 25, 2008

 

Ludwig - la striscia del lunedì


Ludwig © Gab 2000-2007 - E' vietata la riproduzione senza il consenso dell'autore

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venerdì, febbraio 22, 2008

 

Comic strip e pubblicità (1 - profumerie)

Sul rapporto tra strisce e pubblicità, tempo fa in questo blog, avevamo scritto un' introduzione con qualche riferimento storico. Ora è il momento di divertirci con qualche esempio tratto dal catalogo de La Striscia. I cartoonist amici del gruppo ci hanno consentito di pescare qualcosa dal tesoretto di strisce campione, ripartite secondo aree merceologiche, più qualche altra tavola da campagne già realizzate per committenti. E seguendo questo ordine arriveranno altri post, per una nuova serie su Balloons.

In questi primi anni l'esperienza del gruppo ha mostrato che molto più facilmente il mercato chiede strip realizzate ad hoc. In generale la stampa italiana soffre di una strana malattia che potremmo chiamare contestualizzazione. Va bene la striscia, la vignetta, l'illustrazione, se è al servizio della pagina pubblicata. L'idea che possano vivere in un'area del giornale dedicata all'intrattenimento puro è meno accettata.
E allora perché non mostrare l'inventiva degli autori italiani, la flessibilità, la incredibile capacità di lavorare a tema, di partire da uno spunto obbligato. Nella speranza di attirare, anche da queste pagine, interesse su questa spassosa specializzazione.

Per gli inserzionisti, per chi vuole strisce a sostegno di una campagna promozionale, il discorso ha poi una partenza necessariamente obbligata. Tra i fumetti e il prodotto o il servizio offerto il legame è tematico. Comicità e disegno sintetico richiamano l'attenzione del lettore mediante battute e scenari legati ai contenuti dell'inserzione pubblicitaria. Non necessariamente le tavole dei disegnatori rievocano in modo diretto il prodotto: si tratta piuttosto di uno spettacolino su carta legato al contesto della pubblicità. Del resto le campagne più intelligenti, quelle più ammirate e sorprendenti, le inserzioni e gli spot tv più divertenti sono quelli che arrivano al punto di sfidare con ironia e umorismo la merce presentata, richiamando quinte impreviste, spiazzando l'osservatore.

Oltre che per promuovere singoli prodotti e servizi, le tavole potrebbero essere inserite nei cosiddetti "speciali", pagine che raccolgono inserzionisti dello stessa area merceologica, in alternativa o in aggiunta ai testi dedicati, allettando l'attenzione dei lettori con le illustrazioni e offrendo un tocco di vivacità umoristica.


Prima puntata. Immaginate una campagna pubblicitaria dedicata a una profumeria, o una pagina di inserzionisti di questo settore, magari sotto S. Valentino. Due esempi di Deco con Inkspinster e di Lele Corvi con Crow's Village.




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[Un grazie agli amici de La Striscia. Anche se buona parte del gruppo di Balloons coincide con quello de La Striscia, sono due progetti diversi e separati. Il primo è un blog che racconta, studia e divaga su tutto il genere comic strip, il secondo è il sito di un gruppo di cartoonist con progetti, sogni, ideali e offerte al mercato della stampa e della pubblicità]

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mercoledì, febbraio 20, 2008

 

Cul de Sac di Richard Thompson

Articolo a cura di Cius


C'è una strip che a guardarla bene ricorda un po' i Peanuts. Che ha esordito sul Washington Post conquistando in soli due anni un favore di pubblico pari al 43,2 percento del totale dei lettori. Che ha tra i suoi più illustri fan il geniale Bill Watterson creatore di Calvin and Hobbes. Che nel 2007 si è aggiudicata l'apparizione su 70 quotidiani (e il numero è in continuo aumento) …
Se aggiungete a tutto questo un pizzico di fortuna e il tam tam tipico del web ce n'è abbastanza per sostenere che Richard Thompson nasconda nel suo cilindro magico l'ingrediente giusto per affermarsi come nuova star dei comics d'oltreoceano.
Thompson è l'autore di Cul de Sac (giro di parole francese per intendere un vicolo cieco, una strada senza uscita) strip nuova e giovane, dal tratto dinamico e movimentato, accattivante e personalissimo. Dall'esordio avvenuto nel 2005 ad ora il successo è stato fulminante.

Tutte le vicende ruotano attorno alla vita di una bambina di quattro anni, Alice Otterloop e alla sua famiglia: Madeline, la mamma onnipresente e attenta, Peter il papà con una macchina piccola come un giocattolo (un tormentone spassoso e originale), Petey il fratello maggiore di otto anni, compagno di avventure, ed un nutrito gruppo di bambini dell'asilo che fa da chiassoso e divertente contorno. Sipario del teatrino: la scuola, la casa, il quartiere. Quella realtà, che presto o tardi, è di ognuno di noi.





La strip, a differenza, ad esempio, dei Peanuts dove i grandi non compaiono mai, intreccia le vicende di personaggi che hanno età e ruoli diversi: dall'infanzia spensierata dei piccoli al mondo lavorativo degli adulti con un occhio di riguardo allo spazio di tempo che passa tra i quattro anni di Alice e gli otto di suo fratello Petey. Come spesso accade (nelle strisce come nella vita) i più piccoli trattano argomenti da grandi, parlano come loro e tirano conclusioni del tutto strampalate e ai grandi inevitabilmente, non rimane che perdersi nella loro imprevedibilità.


Il tono rimane sempre leggero ed innocente eppure l'ironia sprizza incredibilmente fuori da ogni angolo della strip. Difficile tratteggiare dopo anni di strisce con bambini, mamme e papà, qualcosa di nuovo ma Thompson sembra riuscirci egregiamente. Watterson sostiene che abbia un occhio acuto e attento, un divertente senso del linguaggio e un fascino bizzarro che conquista il pubblico. Il segreto sembra stare nell'armonia tra le capacità narrative dell'autore e i suoi disegni, le une non possono esistere senza gli altri e viceversa. Lo Ying e lo Yang delle comic strip. Un po' il simbolo di perfezione al quale tanti cartoonist aspirano.


Eppure, guardandoli bene, i disegni di Cul de Sac ingannano. Sembrano appena sopra al livello di schizzi. Sono volutamente una trasposizione dello "stile" di disegno dei piccoli a cui la striscia si riferisce ma nascondono al loro interno una ricercata e profonda conoscenza maturata negli anni. Un po' come se il bambino Richard Thompson tirasse le fila del discorso, guidando la mano esperta e navigata dell'adulto cartoonist.



L'autore non è nuovo al mondo dell'illustrazione e dei comics. Ha già pubblicato una raccolta del suo "Richard's Poor Almanac", dei suoi disegni sono comparsi anche sul U.S. News & World Report, nel The New Yorker, sul National Geographic e su The Atlantic Monthly. Ha vinto svariati premi per i suoi lavori ma solo grazie alle strisce di Cul de Sac negli ultimi 3 anni, ha conquistato popolarità e successo. E' possibile leggerne ogni giorno di nuove su GoComics o sul sito del Washington Post oppure conoscerlo meglio attraverso il suo blog.


(Ci sarebbe ancora da scrivere a lungo, il materiale, pur essendo un autore nuovo, non manca. Ci ritorneremo in futuro, le occasioni non mancheranno. Per ora, dopo un articolo con tanti elogi, vi lasciamo con due extra: il primo riguarda la sua opinione sui 10 suoi cartoonist preferiti, (vi suggeriamo anche di seguire la scia di link: aprono uno splendido scenario di disegni, illustrazioni e strip), il secondo, qui di seguito con alcuni suoi sketch e strip in fase di lavorazione)



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martedì, febbraio 19, 2008

 

Inkspinster



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lunedì, febbraio 18, 2008

 

Ludwig - la striscia del lunedì


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venerdì, febbraio 15, 2008

 

The Comic Strip Archive

Articolo e illustrazione a cura di Cius


Che il web sia un immenso mare pieno di tesori è un dato di fatto difficile da smentire. Che possa dopo anni di navigazione regalare ai suoi visitatori meraviglie che fanno balzare dalla sedia, è quasi sorprendente. Si crede sempre di aver visto tutto e si è irrimediabilmente sempre daccapo.
Avete presente i noiosi pomeriggi al lavoro? Quelli in cui ci si ritrova magari con poco da fare e con la testa tra le nuvole? Bene, sono i giorni migliori per fare scoperte, immergendosi un poco in profondità. Così, per tutti gli amanti delle comic strip, tra un link ed un click salta fuori
The Comic Strip Archive, un sito che raccoglie un archivio immenso e abbastanza completo di una marea di comic strip d'oltre oceano. Alcuni nomi? B.C., Dilbert, Get Fuzzy, Mutts, ecc. assieme ad altre meno famose ma altrettanto appetibili, ma la lista è lunghissima. L'anno di partenza sembra il 2001 per tutti (forse quello di nascita del sito): a ogni strip viene associata una cronologia giorno per giorno che riporta alle pagine dello Houston Chronicle , "in assoluto il miglior sito per chi cerca comics" a detta degli autori di Comic Strip Archive. Niente è ospitato sul loro
server - è in realtà la più grande web directory sulle comic strip - e nel rispetto delle regole non rivendicano alcun diritto sulle strisce ma offrono un servizio semplice e utile alla maggior parte degli appassionati.

La facilità di utilizzo e l'aggiornamento costante lo rendono un link da inserire nei blogroll dei veri cultori del genere:
www.comicstriparchive.com.



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mercoledì, febbraio 13, 2008

 

Frollo di Michele Guglielmi (autori perduti)

In questi anni dell'era di internet ci è capitato di scovare molti autori di strip. Altri ci scrivono, si segnalano e vorremo trovare sempre le parole giuste per incoraggiare. Tanti, tutti, sommersi, raccolti sotto quel termine generico "underground". Parola inglese un po' odiosa perché "sotto" ci sono dilettanti, appassionati, talenti fuori ordinanza, ma anche gente tranquilla che disegna strisce così come si prende la chitarra dal muro della stanza per strimpellare. E già, perché le strip sono una piccola arte popolare non solo dal punto vista dei lettori ma anche dei tantissimi che hanno nel sangue la sequenza disegnata. Per esprimersi, far ridere e raccontare un pensiero.
Sotto, tra i sommersi, dicevamo, ci sono anche dei talenti. Alcuni si perdono. Michele Guglielmi, romano del 1982 è uno di questi. Qualche anno fa disegnava Frollo, una strip con un umano - probabilmente con qualche spunto autobiografico - e un cane parlante spassoso. Appena abbozzata ma ci è rimasta nel cuore.



Michele poi ha cominciato a seguire altre piste, altre serie di strip, mollate dopo un po', illustrazioni per racconti dedicati ai piccoli, incontentabile e sempre insoddisfatto come è nel copione per creativi della sua razza. Per poi far perdere del tutto le sue tracce, forse preso da qualche seriosità di vita. Potete vedere un po' delle sue vecchie tavole in queste vecchie pagine di Segnali di fumo (le serie di strip ruotano in fondo). Alcune molto "verdi", ma la mano, la testa, il giusto gusto per le comic strip c'erano.


[Michele, dai un segno di vita. Se poi qualcuno ha sue notizie proviamo a convincerlo a riprendere]

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martedì, febbraio 12, 2008

 

Inkspinster



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lunedì, febbraio 11, 2008

 

Ludwig - la striscia del lunedì


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venerdì, febbraio 08, 2008

 

Sondaggi: quando un numero manda in pensione una strip

Articolo a cura di Cius, illustrazioni di Lido Contemori



La scorsa settimana su Balloons abbiamo pubblicato un articolo particolare su un video scovato dal buon Giuseppe Scapigliati rovistando nelle soffitte di internet in cerca di tesori. A parte la meraviglia di vedere all'opera gente come King o Gray che letteralmente dominavano le gigantesche strisce disegnando con schiena dritta, precisi e veloci (anche se il video era per ovvi motivi leggermente accelerato) è saltato fuori qualcos'altro di curioso. Alla fine del filmato compare una scritta: "Harold Gray, whose comic strip Orphan Annie has won the hearts of Tribune readers", una frase celebrativa del meritato successo di allora di una serie che oggi invece registra un evidente calo di popolarità. A seguito di sondaggi effettuati dai quotidiani americani sui propri lettori infatti più di una testata ha deciso di sospenderne la pubblicazione. Ultimo fra tutti il News Press della Florida come si legge da questo comunicato uscito su Editor and Publisher. Sempre in base al sondaggio guadagna spazio sul quotidiano la cattivissima "Pearls Before Swine" di Stephan Pastis, come vi abbiamo raccontato davvero un asso pigliatutto di questi anni, bocciate invece assieme ad Annie, la sdolcinata "Cathy" e la soap opera "Mary Worth" (davvero un segnale sui gusti dei lettori).
Intendiamoci:
Orphan Annie ha avuto un successo tale da superare gli 80 anni di pubblicazioni. È inevitabile, pur con malinconia, che prima o poi le vecchie glorie lascino le pagine. Diminuiscono le pagine domenicali, si stringono le giornaliere, vuoi per i costi, vuoi per accaparrarsi il favore di qualche lettore più giovane. Diventa necessario, com'è giusto, fare spazio al nuovo che avanza.
Un altro esempio recente dal Daily Gazette: tra le strisce sotto sondaggio in questo caso ci sono anche Gasoline Alley e addirittura i Peanuts. (curioso leggere tra i commenti le impressioni dei lettori e il modo in cui difendono le loro preferenze). Oppure, ancora, il Concord Monitor che invita i lettori in modo diretto a comunicare le loro preferenze e i loro voti presentando le strisce della settimana successiva come in una vera e propria competizione.



Questa tecnica dei sondaggi - utilizzata anche per televisione, radio, politica - dimostra una volta di più che le strisce non sono semplici riempitivi e non sono lì per caso. Una parte dei consumatori e lettori americani le cerca e le vive, proprio come una trasmissione televisiva o una canzone, nella loro quotidianità.
I giornali hanno creato un contatto diretto, anche grazie a internet, con i lettori e selezionano accuratamente il prodotto da proporre di volta in volta.
Tutto questo è segno di un immutato interesse per il settore sostenuto nell'arco di oltre un secolo con modalità e strumenti differenti. Premia, mettendolo in primo piano, un solo aspetto: la capacità di un cartoonist di comunicare e di farsi amare nel tempo dalla gente. Se confrontate il tutto con l'altalenante produzione italiana dai tempi del Corriere dei Piccoli in poi ce n'è abbastanza per togliersi tanto di cappello.
È bello che cento e passa anni dopo quella prima "sfida" a rubarsi gli autori tra William Randolph Hearst del New York Journal e Joseph Pulitzer del New York World "per quel pugno di lettori in più", le cose - almeno oltreoceano - non sono affatto cambiate.

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mercoledì, febbraio 06, 2008

 

"Eccoci ancora qui" di Alfredo Castelli

L'avevamo nella lista dei desideri da tempo. Ora con un'ardita mossa da filosofia web, una di quelle sfide che internet consente, Alfredo Castelli la rende disponibile: scaricabile dal web ma come un tesoro da scovare in tempo, con un meccanismo ad orologeria. Come per dire: se siete davvero appassionati venite a vedere che ho combinato da dieci anni in qua. "Eccoci ancora qui -1895-1919: i primi 25 anni del fumetto americano per quotidiani" opera magna dedicata alla nascita del fenomeno comic strip, ricca di immagini e di pazienti informazioni oltre ogni aspettativa ed immaginazione, è scaricabile in formato pdf sino a giovedì 7 febbraio. Non oltre, nelle dichiarazioni dell'autore.

Undici fascicoli, 704 pagine, circa 5000 illustrazioni, via web diventano circa 290 mega ma con un collegamento adsl si fa relativamente in fretta a cominciare a godersi lo spettacolo. La notizia sembra girare per passaparola con gran stupore sui blog specializzati e nei forum: sul sito ufficiale dedicato all'opera, www.eaq.it, non sembrano esserci evidenze. Noi l'abbiamo scoperto su Strippers Guide, il più importante e colto blog dedicato alle comic strip. Allan Holtz, l'esperto massimo, titola il post "Bulletin: Author Goes Mad, Gives Away Books". Ma Castelli sta davvero dando fuori di testa nel regalare così la fatica di anni? Secondo noi no. Anzi, con grande stile, alza la posta della sfida intervenendo con un commento che segnala ulteriore materiale scaricabile, i risvolti delle copertine con i credits, un'altra presentazione dedicata a Yellow Kid. Per niente preoccupato (in realtà non sono una novità questi omaggi, si è già divertito a giocare a Babbo Natale nel dicembre del 2006, sempre con il timer, vedi la Newsletter dell'Anafi).

Innanzitutto va detto che un libro sullo schermo non è e non sarà mai la stessa goduria che su carta. Sebbene le pagine siano già ben appaganti scrollando il monitor, sarebbe un'idiozia tentare di stamparlo perché la risoluzione non è quella adatta alla stampa. Per non parlare del fatto che 704 pagine viste così non hanno proprio senso, stancherebbero anche il più curioso dei lettori. Appartiene alla razza delle enciclopedie. È roba da scaffale, da possedere, su cui ci ritorna con calma e nel tempo. Castelli sa quello che sta facendo: con grande classe e nonchalance di stampo manzoniano parla nell'introduzione dei suoi cinque lettori. È consapevole che il suo è uno studio folle, di pura passione, fuori da ogni logica commerciale, mai potrà entrare nei grandi numeri di distribuzione. Il suo obbiettivo sin dall'inizio non contemplava l'ipotesi di guadagnarci. Per quanto inevitabilmente costosa l'opera pubblicata dalla
If Edizioni (che non per niente ha come motto "editori per passione"), tirata sin ora in appena cento copie, in nessun caso potrebbe trovare una autentica compensazione monetaria alla fatica. E allora ecco la mossa del cavallo, usare il web come una mazza virtuale: vi regalo un clone in bit del mio lavoro, guardate tutta la pasticceria, forse i golosi diventeranno multipli di cinque, dopodomani tiro giù la serranda. Perché per un grande studioso come Castelli l'unico interesse, il vero piacere sommerso e segreto, è quello di condividere le scoperte. E suggerisce di aspettare la versione in volume unico, un po' meno costosa.

Si tratta infatti di un lavoro di ricerca, da esploratori. Come racconta nell'introduzione, pur non avendo l'indole da collezionista né l'ossessione del cercare una rara edizione o la completezza di una serie, da sempre Castelli ha raccolto pagine e supplementi di quotidiani americani, in particolare quelli più antichi, a cavallo tra l'ottocento e il novecento. Gli piaceva la carta, i colori e soprattutto il ritrovare le radici del fumetto. Quel materiale aveva ispirato generazioni di autori, a volte seguendo le tracce e fili con influenze straordinariamente palesi. Il materiale si accumulava in pile sempre più alte e numerose. Molti autori, personaggi e serie gli erano ignoti. Nei saggi sulla storia del fumetto si parlava solo dei più famosi.

Era solo l'inizio dell'addentrarsi in una prateria sterminata, quella degli innumerevoli quotidiani USA con le loro pagine di comic strip e i supplementi domenicali. Partendo dalla curiosità su una tavola sconosciuta si arrivava a indagini più complesse, seguendo le tracce. Grazie anche all'aiuto di alcuni altri studiosi, tra i quali l'appena citato Allan Holtz. Alla fine del 1996 Castelli aveva già "censito" 700 serie a fumetti. Certamente non tutti capolavori da primi della classe. Ma l'idea era partita, una sorta di dizionario enciclopedico, "il più possibile esauriente". Forse mai sarà completo perché già nel 1880 esistevano 11.314 testate negli Stati Uniti. E la costellazione di strisce apparse da allora è incredibile: alcuni giornali pubblicavano tavole di qualche autore locale, magari solo per pochi numeri, o su una sola delle edizioni, mattino o sera. Le serie censite arrivano ora a 1800. Una scoperta dopo l'altra, ha rimesso mano all'opera infinite volte. Sfogliando le pagine noterete un layout da magazzino, un ordine c'è ma il nostro studioso esploratore non avrebbe mai potuto permettersi di impaginare con qualche stile chic. È una tela di Penelope, come lui stesso la definisce, risolta nella pubblicazione a fascicoli, dodici, nel 2006. Era ormai tempo di trovare un modo, una fine per far venire alla luce tutto quanto. Dentro "Eccoci ancora qui" c'è di tutto, la preistoria del strip, la definizione del fumetto, un'infinità di autori, serie e tavole sconosciute, Yellow Kid, le citazioni successive, comprese quelle dello stesso
Castelli in veste di autore (è il padre di Martin Mystère, una delle popolari collane Bonelli).

(sotto una tavola di Vittorio Giardino, parodia delle pagine antiche di comics, dedicata a Little Nemo ma allo stesso tempo una giocosa citazione del fumetto di Castelli)


Ci ripromettiamo di recensire più a fondo il contenuto e di ritornarci più volte con più articoli. Per ora è divertente raccontare l'avventura editoriale e ci preme segnalarvi l'opportunità.

http://www.eaq.it/eaqftp/EAQ/01.zip

http://www.eaq.it/eaqftp/EAQ/02.zip

http://www.eaq.it/eaqftp/EAQ/03.zip

http://www.eaq.it/eaqftp/EAQ/04.zip

http://www.eaq.it/eaqftp/EAQ/05.zip

http://www.eaq.it/eaqftp/EAQ/06.zip

http://www.eaq.it/eaqftp/EAQ/07.zip

http://www.eaq.it/eaqftp/EAQ/08.zip

http://www.eaq.it/eaqftp/EAQ/09.zip

http://www.eaq.it/eaqftp/EAQ/10.zip

http://www.eaq.it/eaqftp/EAQ/11.zip

http://www.eaq.it/eaqftp/EAQ/ENG.zip

http://www.eaq.it/eaqftp/EAQ/FrontEndpapers.zip

http://www.eaq.it/eaqftp/EAQ/BackEndpapers.zip

http://www.eaq.it/eaqftp/EAQ/YK.zip

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martedì, febbraio 05, 2008

 

Inkspinster



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lunedì, febbraio 04, 2008

 

Ludwig - la striscia del lunedì


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venerdì, febbraio 01, 2008

 

Una lezione di comic strip di Carson Van Osten


Nel blog Temple of the seven golden camels (bellissimo titolo) di Mark Kennedy, dedicato al mondo dell' animazione e dell'illustrazione, abbiamo trovato una deliziosa lezione di tecnica base del fumetto. Il post ha come intestazione Comic Strip Artist's Kit (Redux) e in effetti, pur avendo una forte matrice disneyana,è un squisito e sintetico sillabario per la realizzazione di strisce. Uno studio regalato sotto forma di tavole disegnate - e questo è l'aspetto giocoso - con parecchia ironia da Carson Van Osten. Ancor più che un breviario di disegno, anche perché mai si potrebbe con sette tavole insegnare l'arte, è orientato soprattutto sul layout con una piccola miniera di spiegazioni, trucchi, accorgimenti e basi fondamentali per superare errori e cominciare a pensare nella logica visiva delle strip. In inglese naturalmente, ma vale la pena di cercare l'assistenza di un vocabolario


[grazie a Umberto Randoli per la segnalazione, ma ne aveva già parlato anche Cius su quiff.it, nel suo post trovate anche il link per scaricare su pdf tutta la lezione, infine grazie a Deco per l'illustrazione, lavoro di squadra questa volta]

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