giovedì, maggio 17, 2007

 

La pagina di comic strip di Paese Sera (1)

[post a cura di Umberto Randoli al quale va un grande grazie per aver portato, per la prima volta alla luce dei monitor su Internet, queste pagine del quotidiano Paese Sera. Come direbbero gli archeologi, è un esempio (reperto) unico nella stampa italiana di pagina di comic strip costruita in tutto sullo schema nordamericano. Paese Sera era un quotidiano innovativo e popolare, come recita il titolo di un libro della Editori Riuniti del 1998: "C'era una volta "Paese Sera". L'avventura di un giornale diverso". Per chi, come noi di Balloons, sostiene e ricorda il grande legame tra strisce, fumetto e stampa quotidiana, quella pagina di comic strip pubblicata per tanti anni, e con regolarità e buon successo, è un sogno interrotto che commuove un po'. Rompe un ostracismo secolare delle nostre redazioni (ne abbiamo parlato in precedenti post). A conferma della nostra tesi, ha anche un grande valore storico. Ben prima del Linus di Gandini e di tutti gli altri periodici, album e raccolte venuti dopo, portò e rese familiari in Italia strisce come i Peanuts, Mafalda, B.C., mischiandoli tra le notizie del giorno, in un foglio dedicato all'intrattenimento, come è sempre stato sin dall'origine per la fortunata popolarità di questo genere. E, come vi racconterà tra poco Umberto, sarà lo spazio di esordio di una generazione di bravi cartoonist italiani. Rivedere quella pagina di comic strip italiana oggi porta a riflettere, con qualche rimpianto, su quale colossale traino di massa avrebbe potuto essere per tutta la scena del fumetto, non solo le strisce, se l'esempio fosse stato seguito. Forse oggi avremmo potuto commentare le ultime strip con la nostra mamma o con un collega, un vicino, perché la stampa nazionale avrebbe formato diverse generazioni e un grande pubblico a questo rango di familiarità, quasi pari a quello dei protagonisti dei serial TV. Così non è stato e ora ci troviamo a dibattere all'infinito della crisi del fumetto, elitario ma allo stesso tempo ancora circondato da pregiudizi, mal pagato (quando viene pagato), emarginato in fumetterie come i coffee shop olandesi, e ora nei piccoli blog e siti del web, tra i pianti e gli sforzi delle piccole case editrici che si dedicano alla pubblicazione]


"Paese Sera" e "L'Ora" sono stati gli unici quotidiani italiani a pubblicare per anni, ogni giorno, una pagina intera di strip. Entrambi erano giornali a diffusione regionale. Nessun altro quotidiano ha mai seguito il loro esempio.
Paese Sera era un quotidiano romano fondato nel 1949 come edizione pomeridiana del Paese. Le due testate vennero unificate nel 1963. In seguito si sviluppò anche come quotidiano nazionale con un'area di lettori di sinistra che coincideva, grosso modo, con quella dell'attuale giornale La Repubblica (nato molto più tardi nel 1976).
Sulle sue pagine, nella sezione "Tempo Libero" di fianco all'oroscopo (vi ricorda qualche cosa letta di recente?), venivano stampate una dozzina di strip. Dal Lunedì al Sabato c'erano le daily strip e la domenica le sunday comic. Tantissime le strisce pubblicate: Arcibaldo e Petronilla, Blondie, Hi e Lois, B.C ., Il mago di Id. Tanto per afferrare l'importanza storica, anche Mafalda e i Peanuts trovarono la prima uscita italiana sulle pagine di questo quotidiano (nel 1963, nello stesso anno sarà pubblicata la celebre raccolta, con prefazione di Umberto Eco, dal titolo "Arriva Charlie Brown").


PAGINA DI COMIC STRIP SU PAESE SERA DEL 22 LUGLIO 1969
(clic sull'immagine per poterla scaricare o vedere a dimensioni leggibili su altra pagina)

clic sull'immagine per una versione più grande


Questo quotidiano, punto importante della storia, cercò di creare anche di una propria scuderia di autori. Nel 1968 indisse un concorso per l'ideazione di una comic strip italiana. Si dovevano mandare un certo numero di strip al giornale e una giuria avrebbe scelto la migliore, da premiare poi in occasione del prestigiosa (ed allora unica) fiera del fumetto di Lucca. Il vincitore della prima edizione fu Bonvi con le Sturmtruppen . Il concorso era aperto a tutti e fu ripetuto per diversi anni. Tantissimi si si cimentarono, dilettanti come autori già affermati nel campo dell'illustrazione. Tra i vincitori ricordiamo nomi come Forattini, Skiaffino, Panebarco, Torti.
Così, sulle pagine del quotidiano su cui era stata pubblicata la prima comic strip italiana ( "Gatto Filippo" di Pino Zac negli anni '50) affianco a quelle d'importazione, scelte tra le più famose dell'epoca, guadagnarono spazio anche altre strisce made in Italy: Sturmtruppen di Bonvi, Il professor Trombone di Forattini, Pasquino di Mattioli, Santincielo di Skiaffino.
Sulla pagina arrivò anche Hugo Pratt con le storie di Corto Maltese e di altri suoi personaggi. Al ritmo di una tavola al giorno, praticamente un fumetto reso striscia, una sorta di continuity strip, contrariamente a quanto avviene di solito quando le strisce vengono rimontate per fare un fumetto.

[In uno degli ultimi concorsi del quotidiano Paese Sera tra i vincitori ci fu anche Giuseppe Scapigliati, coautore di questo blog, un po' prima che di stabilire la parola fine all'esperienza. Guai al primo che parla di una relazione di causa ed effetto]


Umberto Randoli

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Commenti:
Sai cosa fa male sul serio a leggere quest'articolo? La certezza di aver perso un treno che aveva fatto fermata anche qui.
Questa è una lezione da cui trarre insegnamento.

Oggi, la strip sul web non si sa bene come gestirla (come farla fruttare), ma non credo questo sia importante ora.
Adesso è importante capire come farla "funzionare" (nel senso di adattarla al media).

Non sono sicuro che il futuro per questa materia sia su carta (azz... anatema!).
Dsfattista? Pessimista? Boh?...

Magari il monitor/pc diverrà un polimero flessibile e portatile come un foglio ripiegato (si arriverà ad un ibrido?) Il quotidiano sarà un insieme di servizi selezionati e sottoscritti dal client, comprese le strip?
Un foglio feed aggregator?
Il contenuto sarà graficamente dinamico? Scrollabile?
La strip sarà pagata un cent da ogni utente piuttosto che dalla Testata?

Non facciamo che ci perdiamo il prossimo treno per rincorrerne uno già passato :-)

C.O.

PS
Complimenti per l'articolo.
 
Davvero uno degli articoli più interessanti e tristi allo stesso tempo. Giusta l'affermazione di Chris del treno perso. Era un'altra epoca e per chi c'era doveva essere una delle poche occasioni di visibilità.

Poi c'è la solita storia del web e della carta. Se sia davvero il web il nuovo treno non ci giurerei. Per un semplice motivo. Magari non sarò simpatico e neppure sopra le righe, ma poco importa. Il treno di Paese Sera era un superlusso. Uno di quelli dove devi prenotare per prendere posto. Dove c'è una selezione, una cerchia ristretta di personaggi. Dove non è che il primo che arriva può sedersi e mettere i piedi sul sedile di fronte.

Il web è la corriera della scuola. Quella delle gite in cui si fa casino, si canta, ci si fuma qualcosa e si torna per dirla alla Baglioni con "la febbre nei capelli". Un posto dove c'è una gran confusione, che ha il suo perchè, che è pure simpatica, giovanile e spiritosa ma che sempre confusione rimane.
Sul web posso essere chiunque. Anche un Cius che si inventa 'sto Quiff che fa schifo ma c'è.
Sul treno Paese Sera no. Lì Cius potrebbe non esserci. Perchè mancano i posti, perchè non ho le carte in regola, perchè qualcuno è stato preso al posto mio.

Questa brutta cosa della "selezione naturale" ha il suo motivo d'esserci. Ha l'onere di scegliere appunto. Che non è mica roba facile. Bisogna intendersene per scegliere qualcosa. E chi non ce la fa a salire? Buon per lui. Motivo in più per migliorarsi e crescere. Motivo in più per fare il punto e tirare le somme. Motivo in più per dare il meglio. Quel meglio che forse non ha mai tirato fuori perchè "si accontentava".

Sul web c'è qualche bagliore d'oro e tanta immondizia. Ma il lato più triste della faccenda è che molta di quella immondizia, se stimolata, potrebbe per lo meno diventare argento. E' un dovere di tutti. Aprire un blog e mettersi a disegnare e dire la propria è una cosa bellissima e potente, una opportunità che non bisogna lasciarsi sfuggire, ancor più perchè semi-gratuita. Poi però se abbiamo davvero un po' di amore nei confronti di questo "mestiere", dobbiamo essere anche molto critici con noi stessi ed ambire ad un treno superlusso dopo aver viaggiato per anni in corriera, anche non arrivandoci mai.

(Ohè! Le mie risposte anche se vengono sempre dopo quelle di Chris non si vogliono in alcun modo riferire a lui! Che qualcuno poi non pensi male! Sono io il primo esempio di fumettaro che i fumetti non li sa fare!)
 
Va bene Cius, ovviamente ce l'hai con me! Vuoi la guerra? E sia!
hehehehehe....
Ottimo intervento. Mi trovi talmente d'accordo, soprattutto in questa parte:

"...Sul web c'è qualche bagliore d'oro e tanta immondizia. Ma il lato più triste della faccenda è che molta di quella immondizia, se stimolata, potrebbe per lo meno diventare argento. E' un dovere di tutti. Aprire un blog e mettersi a disegnare e dire la propria è una cosa bellissima e potente, una opportunità che non bisogna lasciarsi sfuggire, ancor più perchè semi-gratuita. Poi però se abbiamo davvero un po' di amore nei confronti di questo "mestiere", dobbiamo essere anche molto critici con noi stessi ed ambire ad un treno superlusso dopo aver viaggiato per anni in corriera, anche non arrivandoci mai..."

lo firmerei sto pezzo, guarda.
Tempo fa tentai di dire esattamente la stessa cosa (hehehe) ma a me escono cocci di bottiglia, a te eleganti vetri di Murano.
La prossima volta che voglio esprimere un concetto più complesso di un rutto, te lo posto in email e tu m'aiuti a renderlo in linguaggio umano.
;-)

C.O.

PS
Cius, non fare il falso modesto che ti prendo a padellate sulla zucca!!!
 
Beh, grazie ma pure tu mica sei malaccio a scrivere eh? I disegni del tuo blog sono impastati con la scrittura (un po' logorroica ma è il tuo stile personale che lo impone) io mi trovo bene nei commenti.

In secondo luogo non faccio il modesto. Io sai che faccio? Ogni tanto ritaglio una mia strip (non dal web, dalla carta...) e la appiccico a fianco di qualche altro grande dei comics... che so, su Linus, su un quotidiano (ah no quelli non hanno le strip), su un albo-raccolta. Oppure stampo dai siti americani una serie di strip e in mezzo ce ne metto una mia (sono malato). Da lì traggo le conclusioni: ci sta bene al loro fianco o stona?
La risposta è la seconda nel 99% dei casi. Sia perchè sono molto esigente, critico e molto lontano dal sentirmi pienamente soddisfatto, sia perchè mi manca qualcosa. Quel qualcosa che ti può dare il tempo e la costanza. In più, per la battuta non ho un vero e proprio talento (ecco perchè nello scrivere strip non sono sciolto e produttivo come tanti altri) e quindi siccome il talento non si compra giù al mercato devo inventarmi un modo per riempire questa mancanza. In totale, ad oggi, non somo io, sono le mie strip ad essere modeste (e con questo gioco di parole passo e chiudo e torno nello scantinato a imbrattare fogli).
 
Ma è possibile che con le 100 e più visite al giorno che riceve Balloons siamo sempre io e Osmoz a tenerla lunga nei commenti?!
Ohè, dove sono tutti gli altri?
 
Non c’è una questione sul futuro. E non esiste una contrapposizione tra carta e web. Per come la vedo la striscia non è pensabile fuori dalla carta. La sua forma, il taglio, i tempi sono legati in modo indissolubile al fatto che appariva e appare sui giornali. Poi come si può riportare un’opera teatrale in televisione, così la striscia può andare su un monitor. Funziona e si vede. Ma il modo di creare, ideare un’opera teatrale richiede un palco, spettatori dal vivo, tempi particolari, ecc ecc. Il giorno che chiudono l’ultimo teatro non vedrai opere in TV. Stesso per la strip. È così perché va in spazi come quelli. Il giorno che muoiono le pagine di comic strip scompaiono anche Dilbert e Doonesbury e tutti gli altri. A catena davvero tutti gli altri, compresi gli italiani. In Italia la cosa si vive molto di riflesso. I nostri autori non pensano ovviamente alla pagina di comic strip, non fa parte della nostra cultura. Ma le disegnano secondo lo schema di base del genere sulla scia dei grandi autori che hanno conosciuto. E a loro volta trasmettono (e sviluppano) qualcosa per altri che li seguiranno.
Poi forse ci sara' qualcos'altro. Sul web si possono fare altre cose, pensare ad esperimenti che parzialmente si adattano alle caratteristiche del mezzo come quelle di Makkox. Vanno bene, ibridi interessanti, ma concettualmente l’idea di fumetto web è un gran camuffamento di miserie. Spesso ben spacciato e lustrato. Per tornare alla metafora di prima, stiamo parlando di aspiranti autori teatrali, senza palco, senza pubblico, senza produttore e senza teatro, silenzio, emozioni, quinte, applausi. E va bene, mi consolo facendo web-teatro, sparo la mia opera su teatro-tube e sogno per un po’. Potrebbero mettersi a fare telefilm. Appunto, non più teatro. Non più strisce. Un altra cosa.

Altro punto che avete toccato negli interventi. Dice Cius: “Il treno di Paese Sera era un superlusso”. Vero, concorsi a parte, ci salivano grandi nomi internazionali. Va bene il coraggio di mettere su una pagina così, di certo però andavano abbastanza sul sicuro quanto a popolarità con le strip scelte (domani vedrete meglio). La vera questione è che una pagina di comic strip così fa da gran rimorchio per tutti. Qualcuno come Umberto Eco la legge (è solo un’ipotesi, non so se le cose sono andate così) e poi ti sdogana il genere con una prefazione autorevole da sogno. Qualche bambino imita i disegni visti e poi magari da grande,se fulminato da talento, diventa un bravo stripparolo. Qualcuno fonda un mensile chiamandolo con il nome di uno dei personaggi di Schulz. Altri imitano ancora. Una casa editrice pubblica una raccolta. E poi altre. I bambini bravi diventano due e crescono. Li pubblicano. Moltiplica l’effetto per dieci pagine così su altri quotidiani e hai costruito la scena. La cultura delle comic strip. Quella che è innata negli USA.
Togli la pagina, l’acqua non arriva più e ti trovi in una palude.
 
Sacrosante parole. Vorrei poter parlare qui, pubblicamente, con un editore di uno dei quotidiani più venduti in Italia. Vorrei chiedergli tanti perchè e tanti come.
Vorrei (ma dovrebbe essere convincente) che mi spiegasse come mai non è possibile inserire tra le pagine di un giornale una cosa simile a quella dell'immagine qui sopra. E che non mi venga a parlare di costi e ricavi. Una strip americana in voga non costa nulla o molto poco (se ce la fa Linus mensilmente loro possono farcela giornalmente). Che non mi venga a parlare dello spazio che manca perchè nei giornali, tolta la spazzatura, rimane un deserto. Che non mi venga a dire che non ci sarebbero lettori perchè sarebbe una ridicola baggianata. E che non mi venga a dire che farebbe calare le vendite perchè, caso mai, le farebbe aumentare.

Rimane una possibilità: come gli editori qui su internet non ci sono per un dialogo del genere, non c'è nelle loro teste l'idea, la passione, l'iniziativa, il coraggio (ne basterebbe pochino) e, permettetemi, la cultura.

Io le capocciate continuo a tirarle. O mi spacco la testa (ma ce l'ho dura) o prima o poi qualche porta si sfonda.
 
La strip nasce da un'esigenza tecnica (parlo del taglio, del formato) e fuori da questa "costrizione" non ha motivo d'essere com'è ora.

mmm....

Questo è sacrosanto, ma è anche vero che è diventata uno stile di scrittura.
Magari anche la poesia è nata dalla carenza di carta (hehehe) o per mandare più facilmente a memoria qualcosa che ha ritmo e assonanze.

La strip (dicevo) è diventata uno stile di fumetto, un ritmo di battuta. Una metrica diventata classica. Non dipende più dalla carta, dalla stampa sul gelato cucciolone o dalla pubblicazione in una pagina web. (ovviamente secondo me)

Andiamo alla tua metafora, Max.
Il teatro in tv, senza pubblico e quinte etc è diventato altro.
Le strip sul web diventeranno altro.
E allora?
Diventeranno altro, embè?
Tu dici, io ne voglio stare fuori. Questo cambiamento non mi interessa, io amo il teatro.
E pur'io amo il teatro (lo vedi in Fly, QUANTO amo il teatro classico), però mica mi metto li come l'ultimo dei samurai.
Vediamo che succede a portarlo in queste piazze virtuali senza svilirlo.
Se la strip digitale deve diventare altro, bè ci voglio essere pur'io a spingere nella direzione che desidero.

A me sembra tu sia mareggiato da quel che vedi in gran parte sul web.
Motivo giusto per provare a reinventare quella "cosa" che non c'è e che CI manca.

Chiaramente, come faccio io, o anche cius e tant'altri, si parte "scimmiottando" la carta.
Poi, però, quasi per caso...
E'solo un esempio: nel disegnare una vignetta delle mosche mi sono trovato in imbarazzo perchè risultava troppo alta (in pixel) rispetto al range in cui mi ero riproposto di mantenermi.
Dovevo disegnare cose "alte" (bottiglia, bicchiere di birra) e non volevo tagliarle o deformarle, o farle troppo piccole,
Poi mi sono detto "troppo alta... e perchè?". Spazio in altezza: una piccola possibilità in più, che non ha snaturato la strip.
Sempre 6 vignette + lo spazio di scarto è rimasta.

Possibilità che vanno esplorate senza perdere il dna della strip. Ecco cosa vedo come Chris O.

Makkox di canemucca (quel deficente) è un'altra roba.
Li si sperimenta la direzione di lettura, l'assenza dello sfogliare e le possibilità dello scrolling...
Non c'entra con le strip.
Noi invece, qui, parliamo di queste. No?

C.O.
 
hem... scusate se posto, ma mi è venuta in mente una cosa che volevo dire a Cius...

Anch'io faccio come te, amico, sai?
Stampo le mie mosche e le metto su Linus accanto alla pagina Pupilla.
Ma lo sai che oltre ad avere un sorriso soddisfatto fin quasi al mercoledì successivo, ho anche un maggior vigore sessuale?
Il dottore dice che per 'sta cosa che faccio mi si sono abbassati i trigliceridi.
Non ci credi, prova!

Mak

PS
una volta un amico mi fa: "Tu hai lo spazio di frenata della mia vecchia cinquecento: a 70 all'ora 100 metri e 25 centimetri. Solo che l'auto che ti precede è sempre a 100 metri e 20".
 
Che sbruffonata: qualunque strip riprende vigore vicino a Pupilla
 
Per fortuna che stavolta viaggiavo a 100 metri e 26 cm sennò addio paraurti.
In ogni caso, per ristabilire l'ordine naturale delle cose (anche nel vigore sessuale non bisogna esagerare), metti le mosche vicino a un Dilbert, un Get Fuzzy, un Schulz e tutto tornerà come prima.

PS
Le mosche le metti proprio vicino a Pupilla per via della loro natura?
 
Mi fa piacere trovarvi d'accordo. Quella strip con la P. la selezione naturale l'ha aggirata in un modo tale che avrebbe fatto bestemmiare Darwin...

;-)
Mak

PS
Non è che qualunque strip riprende vigore vicino a P.
Una volta ci ho versato il caffè sulla pagina accanto, e la macchia risultò comunque più avvincente.
hehehe... un pò cattivi? Ma no, almeno per me è invidia.
 
Molti saranno felici di trovare una roba del genere su Linus e si convinceranno una volta di più che per fare strip non serve saper disegnare.
E' il discorso della cultura fatto prima da Max. Se Giotto non fosse esistito, Michelanggelo neppure e Watterson nemmeno chi avremmo come riferimenti assoluti?
Tenendo conto però che questi tre grandi sono esistiti c'è da chiedersi come si faccia ad avere il coraggio di pubblicare (a pagamento) tale suprema opera.
Va ben la sitesi ma qui si esagera. Siamo cattivi?
No. Di più.
 
Ovviamente so che Michelanggelo va con una g sola ma scusate l'errore sulla doppia c.
Micchelangelo. Oh.
Che poi sembravo ignorante sennò.

Ah, anch'io son cattivo per pura invidia eh?

Ok, torno giù a disegnare.
 
un gran (doppio) e una ancora più fantastica discussione. A leggere Balloons dai feed si perdono ste discussione, devo cambiare abitudine.

Solo due cose, che troppo avrei da dire. Uno: secondo me (ma sono l'ultimo degli ultimi) qualsiasi formato artistico (come in questo caso le strip) sopravvivono solo se possono evolversi adattandosi ai mutati cambiamenti. non vedo un downgrade della strip web, anzi, una opportunità.

Due: invece di pensare a linus, pensate a frigidaire dei bei tempi, il male, totem: lì le vostre strip ci starebbero bene. Makkox sarebbe in copertina di frigidaire anni 80 senza dubbio. E Cius su una cosa come animal comic, per esempio, chi se la ricorda. Sono questi luoghi più o meno underground di sperimentazione che mancano... e che per fortuna stanno oggi sul web
(in attesa di qualcosa che verrà, my two cents)

salutoni a tutti e in special modo ai padroni di casa :)
 
La data di questa pagina di Paese Sera è il 22 luglio 1969, quel giorno compìvo 9 anni e già da allora avevo una certezza: Un giorno sarei diventato un cartoonist".
Fino ad oggi non ci sono riuscito del tutto e pensate quanto sono lontane le origini della mia insana patologia!
:-o
 
è bello itrovare un pezzo di storia da me letta e vissuta.
Sono stato un lettore assiduo di Paese Sera.
Ora sto dcrivendo alcuni racconti ambientati su alcuni avvenmimenti vissuti dalla mia gioventù e Paese Sera fu il tramite di molte scelte di vita ...
pertanto sono alla ricerca della possibilità di consultare l'archivio di Paese Sera.
Dove posso trovarlo e consultarlo?
Vi ringrazio in anticipo pert l'aiuto.
 
Umberto ti ringrazio per la dritta.

Ho letto il ccommento sul mio blog con le informazioni.

Grazie!
 
Vi presento..... www.paeseserastory.it ......è nato il.. 14. dic. 2008

Non esiste niente di simile nel panorama editoriale in internet. Nessun giornale, offre ai suoi lettori la sua storia, facendo vedere decine di fotografie con i tipografi, la redazione, le rotative al lavoro e con biografie dei direttori.
Vi invito a navigare nel mio sito, parla di "Paese Sera" vissuto dal 1948 al 1994 che ha sospeso le pubblicazioni all'età di 44 anni.

Perchè il sito? "Per amore, solo per amore......" .......e si sfoglia come un libro.

E' la storia di "Un Giornale Diverso" che ha contribuito a far crescere la Democrazia nel nostro paese. E' la storia di un gruppo di lavoratori, appassionati che pensavano l'Italia potesse cambiare.
La proprietà come noto, era di una società del Pci. Considerato si, Organo fiancheggiatore, tuttavia noi non ci chiedevamo, di fronte a un fatto, come la penserà il partito? Ma più semplicemente: come ci muoviamo noi di Paese sera? Siamo stati appassionati, curiosi, magari un pò sgangherati negli ultimi tempi, certamente poveri. ma resta tuttora forte per chi ci ha lavorato , l'orgoglio di un'appartenenza.

Spero che mi aiuterete dopo che avrete navigato nel sito, a renderlo visibile soprattutto a chi a Paese sera ci ha lavorato, e a chi lo ha semplicemente amato.
Grazie.

Roberto Puglielli. news.marameo@gmail.com
 
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