giovedì, marzo 08, 2007

 

Il Mago


"Il mensile che ancor prima di uscire vantava già tre tentativi di imitazione". Con questo piccolo banner nell'aprile del 1972 debuttava nelle edicole "Il Mago" (sopra il numero uno), una nuova rivista di fumetti, soprattutto strisce. In realtà allora i banner non esistevano, Internet si chiamava Arpanet e lo sperimentava solo il Pentagono. L'unica speranza di dare luce alle proprie strisce per un cartoonist era la carta e per fortuna ce n'era tanta.
Ma soprattutto parlare di imitazione faceva parte dello stile giocoso e sfrontato della rivista che palesemente invece nasceva per far concorrenza a Linus, allora in un periodo di tirature eccezionali. Milano Libri, la casa editrice di Linus, era passata alla Rizzoli e l'altro colosso editoriale, la Mondadori, diede l'incarico a Mario Spagnol, curatore della celebre collana Oscar, di creare una rivista analoga e concorrente. Negli Oscar Mondadori, dei tascabili davvero diffusi all'epoca, spesso si pubblicavano fumetti e soprattutto raccolte di strisce. Il Mago oltre a inserirsi in un ricco mercato era una buona base per proporre vecchie e nuove serie da pubblicare poi nella collana.

Dopo sei numeri alla guida del Mago arrivarono niente meno che Fruttero e Lucentini, scrittori molto popolari e primi traduttori delle strisce di B.C. e Wizard of Id nella collana di fantascienza Urania.

Dal 1976 sino alla fine il direttore fu Beppi Zancan, dotato di grande fiuto nel trovare nuovi autori. La crisi della rivista era però già iniziata. Salgono i costi, diminuiscono le pagine, sparisce il grande formato iniziale, davvero bello, adeguandosi alle dimensioni dei concorrenti Linus e Eureka. La mazzata arriva soprattutto abbandonando la rivista sul fronte degli introiti pubblicitari. Dalle ottantamila copie dei tempi migliori si scende sino alle ventimila. Qualche testa d'uovo nella dirigenza della Mondadori a più riprese sostenne l'idea che il periodico per arrivare a grandi vendite dovesse mollare il fumetto d'autore e i suoi appassionati per trasformarsi in una rivista per ragazzini. Zancan concesse qualcosa nelle apparenze di copertina ma non mutò mai la linea editoriale nella sostanza delle pagine.
Dopo 105 numeri nel dicembre 1980 la rivista chiude: Zancan, al quale la Mondadori aveva appena ceduto la testata a un prezzo da saldi, nell'editoriale immagina una ripresa con un altro editore. Nel 1983 Il Mago ritornerà in edicola per poi sparire definitivamente dopo cinque numeri.

Rispetto a Linus - il confronto era inevitabile - aveva alcuni pregi e difetti. Era una testata più apolitica e allegrona. Gli articoli redazionali, le recensioni, pur potendo all'inizio contare su firme autorevoli come quelle della ditta Fruttero e Lucentini e di Stefano Benni, non furono mai all'altezza della tradizione di Linus che da Umberto Eco in poi ha sempre proposto nomi nobili della cultura e del giornalismo italiano. D'altra parte Il Mago fu più coraggioso nell'apertura a nuovi autori italiani (gli Origone, Cavezzali e tantissimi altri). Quanto alle strisce classiche la battaglia era dura. Su Il Mago andavano Mafalda e anche altre tavole degli argentini Quino e Mordillo, Blondie di Chic Young (sino ad allora proposti sotto il nome di Blondie e Dagoberto), Momma di Mell, B.C e Il mago Wiz. Nei numeri successivi arrivò anche la deliziosa Barnaby di Johnson. Notevole lo sforzo nell'importare comic strip fino ad allora inedite in Italia: molte tavole del Braccio di ferro degli anni trenta di Segal (ma anche un'altra striscia d'annata meno nota dello stesso autore come Sappo), Sherman di Wohl, Catfish di Peterman e Bollen. Avremo occasione di proporvi molte delle strisce di quel periodo.

Quali strip schierava il contemporaneo numero di Linus del 1972? Feiffer, Krazy Kat, Li'l Abner, Copi, Bristow, Pogo, Dropouts, Doonesbury, l'italiana Girighiz di Enzo Lunari, anche qui B.C. e Wizard of id (davvero le strisce regine del periodo) oltre ovviamente agli immancabili Peanuts.
Era un periodo d'oro durante il quale si è formata in Italia una generazione di appassionati che ha tramandato il gusto per le comic strip. Oltre a Linus e Il Mago e esisteva anche il mensile
Eureka (diretto da Luciano Secchi, alias Max Bunker e poi alla fine da Guido Silvestri, ovvero Silver). Sui banchi di scuola, pieni di scarabocchi e adesivi, i diari più amati per segnare compiti, fidanzamenti, malanimi e cazzate erano quelli Linus e B.C. Molti degli attuali cartoonist e lettori di strip sul web non ne sono consapevoli ma la passione per le strip arriva dal contagio di tanti zii, papà, cugini, amici che vissero quegli anni.

[tra i nuovi autori italiani proposti da Il Mago ci fu anche Giuseppe Scapigliati, coautore di questo blog, apparso negli ultimi numeri prima che la rivista tirasse le cuoia. Guai al primo che parla di una relazione di causa ed effetto]

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Commenti:
ragazz*, è uscito il nuovo numero di balloons! la rubrica di fumetti più figa del web.
venite a scoprire i nostri esordienti...
Deco vuole pagare per essere pubblicata da noi! ;)


sssaluti
 
...e sul Mago vidi per la prima volta Cavazzano che non disegnava i paperi!
...ed Eureka pubblicò il primo proto-manga che abbia mai letto (era la storia di un killer... boh.. ma i disegni erano dirompenti)...
Ovviamente volevo cercare di rafforzare l'effetto revival che ha avuto il post su di me, citando NON-strip-comics...
Sono fuori tema? hehehe ;-)
 
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