mercoledì, gennaio 10, 2007

 

Balloon senza parole

Nel numero di Linus di dicembre 2006 è apparsa una storiella a fumetti, Ben Qutuz Brothers in Frustration Land! di Émile Bravo. Divertente ma anche tragica, narra una vicenda di tribolazioni di due ragazzini palestinesi tra arroganti soldati israeliani, intifada e odio antisemita delle proprie famiglie. È un racconto in dieci pagine, non è una comic strip. Ne accenniamo qui perché presenta una tecnica espressiva molto peculiare: Bravo usa i balloon ma non ci sono parole. Sono sostituite da disegni, all'interno, che descrivono, spesso con una sintesi iconografica stupefacente, quello che i personaggi dicono o pensano. A volte meglio che con forme verbali, di sicuro in modo più divertente. L’effetto è infatti quello di accentuare la comicità (o la tragedia, se volete) e di coinvolgere ancora di più il lettore nella costruzione della scena.
[a sinistra: il soldato israeliano chiede al giovane palestinese chi e dove siano i suoi genitori, la risposta è chiara]
Il disegno, in realtà, racconta, non solo illustra, e spesso raffigura (veicola) anche intere espressioni verbali come abbiamo detto un paio di post sotto.
La novità di Bravo è forse data dall'uso di questa modalità in tutto il racconto, persino nelle didascalie. Ma nel campo delle comic strip non è certo un'invenzione. In questi estratti da una tavola domenicale di Krazy Kat c'è un esempio strepitoso (impossibile e inopportuno mostrarla tutta, come le altre sunday comic è molto grande). Confessiamo di essere un po' fissati con il capolavoro di Herriman ma ha davvero anticipato tutti, dentro le sue strip si trovano spezzoni di idee, soluzioni che sparpagliate verranno riprese e sviluppate da più generazioni di disegnatori e sceneggiatori.

Nel cuore profondo della solitudine senza eco di Shonto (deserto indefinito), l'elite di Coconino (Krazy, Ignatz e Officer Pupp) elegge una postazione flessuosa per abbandonarsi a languore, apatia e pensieri (nell'originale l'introduzione è raccontata come una nenia ondeggiata dall' allitterazione delle parole). Il gatto fantastica che il cane poliziotto vada via lontano, il topo vagheggia un bel lancio del mattone sul gatto, il cane immagina che il topo sia in prigione.



Arriva Mr. Doormouse che picchia su una porta incardinata nel nulla. È introdotto il professor T. Van Wagg Taylor, il medium (the psychic), il veggente (the seer), colui al quale nessun pensiero è nascosto (from whom no thoughts are hidden). E arriva anche la trovata ingegnosa di Herriman per descrivere il lesto occultamento dei pensieri dei tre.
Tra le grandi possibilità espressive proprie dell'arte del fumetto c'è quella di raccontare con metafore visive imprevedibili in una sintesi bruciante.



Da notare anche l'uso di un lettering disegnato, con quella A iniziale che si sdoppia in due stivali che trascinano la frase.

[gli stralci sono tratti dalla tavola domenicale del 6/10/1929, Krazy & Ignatz Vol. 3: 1929-1930, "A Mice, a Brick, a Lovely Night" By George Herriman, edited by Bill Blackbeard, Fantagraphics, reperibile anche su Amazon]

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Commenti:
Complimenti per il bellissimo lavoro che state facendo.
Questi approfondimenti sono davvero preziosi.
r--
 
quando ho letto la storia di Emile Bravo mi è piaciuta davvero molto, spero che Linus pubblichi ancora qualcos'altro di quell'autore..e poi bypassa completamente il problema della traduzione di cui si parlava qui qualche tempo fa, no?

Herriman comunque era geniale! :)
 
...mi viene da aggiungere poi che leggere Bravo è stato anche doppiamente divertente (nel senso proprio di 'intrattenente') perchè si è aggiunto il gioco di decifrare tutti i concetti che delineava con pochi ideogrammi
 
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