mercoledì, dicembre 06, 2006

 

Come nasce una striscia (9)

La serie "come nasce una striscia" prosegue oggi con Gabriele Montingelli, autore di Ludwig (www.lud.it), per una recensione vedi la scheda dei Ragnacci). La prima volta che ci capitò di vedere le sue tavole sfogliammo tutto di un fiato le sue strip una dietro l'altra. Non ne bucava una, tutte avevano una gag non conosciuta, una trovata, un'idea nuova. Gabriele è così, pensa sempre alla striscia perfetta, magari preferisce non disegnare tantissimo, ma è innamorato di quello che fa sino al perfezionismo. E qui ci fermiamo, anche perché non possiamo parlarne tanto bene per un conflitto di interessi. È uno dei pochi cartoonist con cui abbiamo diviso pane e vino, strade e sole. A lui la parola, i disegni e i dubbi.


Bella domanda! E altro che due righe! Mi verrebbe da rispondervi paginate di roba. Ma visto che è giusto essere concisi...
Credo che l'idea sia tutto; e l'idea, spesso, è la chiusura. In questo senso, inevitabilmente, come non accodarsi al grande Schulz? Il resto -aprire, sviluppare- è un po' un lavoro di pinza e martello che precede il fulcro della strip. Personalmente le idee, sia libere che su tema obbligato, mi vengono quando la testa può andarsene per i fatti suoi...tipico è il lungo viaggio in tram o meglio ancora la corsa in vespa per Milano, ma mi è capitato, eccome, di alzarmi dal letto per annotare qualcosa!

L'immagine che mi è sempre sembrata calzante è quella di una sorta di "occhiali virtuali" che ti fanno vedere un certo lato particolare delle situazioni della vita di tutti i giorni e che te le suddividono in quella affascinante sequenza di tre-quattro quadri che è il cuore del nostro disegnare.

Quando l'idea è arrivata inizia un po' di "mestiere" per ricamarci intorno una strip intera. Io disegno un canovaccio su una moleskine -che fa un po' cool che non guasta mai- e poi si va al definitivo: Fabriano A4 tecnico 6, matita 2H, rapidograph 0.5 e 0.8 (usa e getta ovviamente, con quelli "veri" annegavo nell'inchiostro...) e poi Photoshop, con il suo "LetterOMatic" e , qualche volta, Illustrator, fanno il resto.


Tanto per smentire subito la profonda teoria che ho appena esposto, vi invio il "making of" di una strip che va per tutt'altra strada: avevo tutto lo sviluppo e non riuscivo a decidere la conclusione...una consultazione fra amici ha partorito tre finali (frutto di sapienti copia e incolla e leggeri ritocchi, non sia mai che mi rimetto a disegnare). Si può notare che il finale deciso inizialmente nella bozza non ha visto neppure la luce...





Un saluto affettuoso e un grazie per BALLOONS!!

Gab

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Commenti:
La C!!!
 
ahahah! l'ultimo dei 3 finali è formidabile :D
 
x Max: Ci puoi dire con un po' di dettagli quand'è che si "buca" una striscia? Thanks!
 
Domanda cattivella, non vorrei fare esempi. E comunque parere personale, da lettore appassionato, non si può pontificare. Anche se bisogna prendere il coraggio di dare giudizi. Leggevo ieri un'intervista a Nanni Moretti in cui parlava delle frasi banali più ricorrenti oggi, una appunto " Io non voglio dare giudizi. E perché? Te l'ha vietato il dottore?.
Vero, tanto i giudizi arrivano comunque.
Comunque, una striscia soprattutto si buca quando il messaggio non arriva, o è troppo contorto arrivarci, non dice niente, niente di nuovo, oppure i tempi della sequenza sono sbagliati, quando ti chiedi perchè mai l'ha disegnata, quando il disegno è rozzo (attenzione, non semplice, ci sono strip semplici nel tratto ma bellissime), quando le gaffe dei testi e del disegno sono inconsapevoli.
Banale, no?
Aggiungo, da appassionato del genere, quando una striscia non conosce la storia, quando cioè becca un topos (un luogo comune, un espediente narrativo, una trovata, un concetto, un'idea) sfruttandolo in modo assolutamente identico a una strip precedente.
 
Dimenticavo: qualcuno si chiederà, ma allora dobbiamo conoscere tutte le strip della storia? (la domanda vale per qualunque arte credo). La risposta è sì, almeno i grandi autori. A meno che non ti salvi un talento immenso, e capita anche questo, si vede spesso.
Pensare di alzarsi la mattina ed essere un gran creativo è un grande atto di presunzione verso il mondo. Così come siamo fatti del 90 per cento e passa di acqua, dovremmo essere fatti del 90 per cento e oltre di letture. Il resto, molto meno, è creatività. Non c'è rischio di farsi influenzare, più leggi e mischi, minore è l'influenza di un singolo autore. Il talento però è anche frutto di sudore, conoscenza, fatica e prove.
A questo punto faccio cento e mi faccio lanciare le pietre. Molto di quello che si vede sul web non ha un briciolo di novità e passa un po' sopravalutato per il boccabuonismo dei lettori. A quel punto uno si chiede: ma perché mai dovrei leggere questa roba, ho tonnellate di classici di una bellezza infinita a cui posso facilmente accedere.
 
Non avere una gran cultura di comic strip non è sempre automaticamente uguale a presunzione di essere un gran creativo sbucato dal nulla. Ciascuno ha i propri metodi. E conoscere tutto di tutto non garantisce di salvarsi dalla banalità, chi disegna lo sa.
 
Vero Elisabetta, concordo. Infatti ho detto anche che se ne può fare a meno a patto che ti supporti un talento innato. Ed è anche vero che conoscere i grandi classici, chi ti hanno preceduto, non basterebbe e non servirebbe se non hai ispirazione.
Quando si fanno questi discorsi si rischia un po' di fare affermazioni apocalittiche, il discorso è più sfumato.
Tutta colpa di Cius che ha fatto quella domanda. Ma sono domande da fare? :-)
 
>Tutta colpa di Cius che ha fatto
>quella domanda. Ma sono domande
>da fare? :-)

Come no! Non chiedevo una tua versione personale del "bucare una striscia"! Piuttosto delle regole guida generali.
E poi chi si propone al pubblico deve essere pronto alle critiche e ai giudizi. Non devono spaventare. Se quel giorno hai bucato la striscia o "cannato" la battuta meglio saperlo, prenderne atto e... riderci su!
 
E comunque Gab non buca una striscia. Bravo.
 
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