giovedì, novembre 30, 2006

 

Come nasce una striscia? (7)

Come vanno le cose quando il foglio bianco non esiste proprio? Dito' (alias Paolo Di Tonno, www.ditoons.com) con la tecnologia informatica ci lavora e ci scherza e, dopo un'infanzia di matite e china, ora disegna le sue strisce con la tavoletta grafica. È l'autore di 'Round the clOck uno dei migliori appuntamenti fissi sul web, una striscia divertente, intelligente e ben costruita (vedi la scheda di recensione). A lui la parola, anzi le parole (!)

Parafrasando un mio caro amico che una volta, in inglese, esclamò "I dream my painting, and then I paint my dream", potrei dire che tipicamente prima sogno una striscia, poi striscio il sogno. Ma questo è abbastanza ovvio e neanche c'entra tanto.
In verità non ho abitudini particolari riguardo il concepimento di una comic strip. Non potrei neanche averne: le abitudini le odio, e le poche cui sono costretto a sottomettermi per necessità vitali mi stanno fin troppo strette.Le idee possono arrivare in ogni momento: a casa, sul lavoro, mentre passeggio, mentre guido, a volte persino quando mi siedo e decido di inventare qualche battuta, alla faccia della sindrome del foglio bianco. Può capitare che vengano con estrema naturalezza e il testo, puff, spunti fuori come un brufolo, o che siano solo un ronzio che posso portarmi dietro anche per giorni, o che non arrivino mai...In base al luogo in cui l'idea è venuta, possono cambiare i supporti su cui metto in salvo la sceneggiatura, primitiva o definitiva che sia (definitiva il più delle volte lo diventa dopo numerose revisioni). Se sono davanti ad un pc collegato ad internet e lontano da casa, scrivo in formato elettronico e mi spedisco il testo via e-mail. Altrimenti scrivo con quello che trovo su qualsiasi cosa mi capiti a portata di mano: penna, matita, rossetto, pezzetti di carta, pagine di riviste, pacchetti di sigarette, vecchie agende e taccuini. Infine, se sono in macchina e sto guidando, uso un registratorino digitale o il cellulare per salvare il salvabile.E, comunque, neanche queste sono regole o abitudini. Per esempio, una delle ultime strip che ho disegnato l'ho avuta ben definita in mente mentre guidavo in autostrada, dopo che mi aveva tormentato per quasi un giorno. Allora ho preferito fermarmi al primo autogrill e scrivere la sceneggiatura sul quadernetto. Poi, una volta ripartito, ho effettuato una correzione "in corsa", una mano sul volante e un occhio sulla strada, nell'altra mano la penna e l'altro occhio sul quadernetto. Quindi se vi capita una Mégane gialla in autostrada vi conviene rispettare la distanza di sicurezza.



Da circa un anno mi sono imposto di fare un po' d'ordine e trascrivere TUTTE le sceneggiature delle mie strisce su un moleskine, prima di disegnarle. Questo per quattro buone ragioni: la prima è che il moleskine ce l'hanno tutti ed è figo (se siete dei cartoonist esordienti, compratevi un moleskine: farà aumentare la vostra autostima). La seconda è che, disegnando le strisce direttamente al computer, fra dieci anni non avrò nessuna tavola originale ingiallita con cui perdermi nostalgicamente tra i ricordi, dunque avrò almeno dei bei quadernetti da sfogliare. La terza è che, essendo estremamente pignolo, in bagno o la sera prima di andare a letto mi piace rivedere i testi delle strisce che non ho ancora disegnato, per ritoccarli finché non suonano come voglio (qualche volta ci riesco). La quarta non me la ricordo più, ma me ne è venuta in mente una quinta: sono sempre stato un maniaco degli articoli da cancelleria, e agendine e quaderni intonsi e belli compatti mi inducono un piacere che potrei quasi dire prossimo a quello sessuale. Potrei, ma non lo dico...Lo so: credete stia scherzando. E allora eccovi la prova, qui sotto.


Chiuso l'argomento "testi", passiamo al "disegno". Non c'è molto da dire, in verità. Nel disegno sono un pochino più abitudinario: faccio sempre allo stesso modo, e cioè direttamente al pc, con una tavoletta grafica e ascoltando musica. L'uso della tavoletta mi consente di risparmiare tempo (moltissimo tempo) e di avere il lavoro finito già pronto per essere messo su internet o spedito in formato digitale per eventuali pubblicazioni cartacee. Inoltre la trovo una gran comodità per il rapporto tra lo spessore del tratto e le dimensioni dell'area di disegno: mi sono sempre trovato in difficoltà con i 'piccoli' fogli A4, mentre con il computer posso far credere a me stesso di stare disegnando su una parete (lo so, sono rimasto un bambino) con zero spazio e zero spese.


In passato ho usato molto carta, matita e pennarelli, e... sì, ammetto a malincuore che è un gran piacere poter avere tra le mani tavole di dieci anni fa...

..ma dieci anni fa avevo anche molto più tempo libero.

DITo'

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mercoledì, novembre 29, 2006

 

Come nasce una striscia? (6)

Oggi vi presentiamo la ricetta per la creazione delle strip secondo Lido Contemori, autore di Pillole. Questa striscia, apparsa su un quotidiano fiorentino, racconta le vicende urbane di un'assortita e ben riconoscibile fauna sociale (vedi la scheda di recensione sui Ragnacci del Web).
Lido Contemori è molto più noto come vignettista e illustratore che come autore di comic strip. Le sue vignette silenti sono familiari ai lettori di tanti quotidiani, a partire dal 1980 quando iniziarono a essere pubblicate sull'inserto Satyricon de La Repubblica. Le sue tavole sono apparse negli ultimi decenni su riviste e giornali come Linus, Guerin Sportivo, Radiocorriere TV, Gazzetta dello sport, Venerdì de La Repubblica e tanti altri, trovando anche prestigiosi riconoscimenti. Per uno sguardo alla sua produzione segnaliamo i portfolio su
illustratori.it e museosatira.it
La sua formula per creare strisce, come leggerete tra poco, assomiglia molto a quella dei cartoonist professionisti americani.


Niente romantica ispirazione, niente illuminazione improvvisa, ma ponzamento e banalissimo spartano metodo. Fisso un tema e lo diluisco in varianti di almeno 5 strip. Ognuna è come la dilatazione di una vignetta-chiave: quella finale dell' idea- svelamento. Trovata questa, gli altri riquadri sono accessori. Parto da un bozzetto schizzato con biro su cartaccia, però con tutta la sequenza e tutte le 5 (o anche più) strip. Poi riporto il tutto in "bella copia" con accompagnamento di musica. Ovvero non ne faccio una al giorno ma parecchie tutte insieme a scadenza settimanale, una sorta di parto-discarica finale di quanto accumulato. Può sembrare routine ma io mi ci trovo bene.

"Come l'idea precipita nel foglio acchiappaidee" (vedi sotto).
Tutto nasce da una breve frenesia che va dalla fase AI alla fase RED. L'idea precipita sul foglio di pre-lavoro con grande sconquasso. E' il momento AI (Acchiappa l'Idea): appunti volanti più confusi della scrittura degli etruschi, ghirigori e schizzetti arzigogolati vari. Il foglio è paziente e recepisce tutto, macchia di tazzina di caffè compresa. Nei pochi minuti di travaglio un tir può sfondarmi la parete e non me ne accorgo. Ovvero: assenza mistica da contemplazione dell'ombelico di Santa Creazione. Poi torno di ghiaccio e come un panzer automatico passo alla fase Red (Razionale Esecuzione del Disegno).


Lido Contemori

A seguire alcune strisce partorite e gentilmente offerte da Lido ai nostri lettori. Due sono anche un esperimento. La serie infatti è uscita in origine su carta in bianco e nero. Da circa un anno e mezzo è settimanalmente pubblicata su www.lastriscia.net (sono oltre mille strisce inedite per il web). Lido pensa che il colore possa andare meglio per il web. Usa colori sfumati ma eventualmente può adottare quelli piatti. Ma su questo niente di meglio che un parere dei lettori.




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martedì, novembre 28, 2006

 

INKSPINSTER - una striscina ogni martedì



Inkspinster © Deco 2oo1 - E' vietata la riproduzione senza il consenso dell'autrice

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lunedì, novembre 27, 2006

 

ABC Apogeonline Bit Comics

Merita una segnalazione il piccolo progetto "ABC Apogeonline Bit Comics". È uno spazio dove ogni mese un autore a rotazione "esporrà" quattro tavole originali nel formato delle sunday comic domenicali. Con un vincolo tematico: raccontare la tecnologia (e il nostro rapporto con essa). La comicità delle strip è data dal guardare diversamente il mondo, con risultati esilaranti su questo tema, come potrete vedere nella prima serie di tavole disegnate da Deco.
L'introduzione a questo spazio su Apogeo è data da un interessante articolo di Antonio Sofi, che condividiamo in pieno, sulle comic strip, "
Abc e la tecnologia disegnata".

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domenica, novembre 26, 2006

 

La Bambina Filosofica - pensieri, parole, opere, omissioni


Esce in questo mese di novembre la seconda raccolta de “La Bambina Filosofica” di Vanna Vinci (www.vannavinci.it/), con il sottotitolo “Pensieri, parole, opere, omissioni”, Kappa Edizioni. Buon segno quando appare un numero 2 e a così breve distanza dalla prima raccolta. La bambina era senz’altro in salute, divertente, sarcastica. Ma un successo anche di vendite e di lettori non guasta.
Ci sono alcune novità in questa comic strip che avevamo descritto in una
scheda dei Ragnacci del Web basata sulle strisce uscite su Linus (tra il 2000 e il 2001) e su Mondo Naif, ancor prima della pubblicazione della prima raccolta.
Lillo, il gorilla di peluche, ora parla ma solo in un territorio che si chiama Lilliland, oggetto di un saggio nichilista dedicato alla sua figura. Il tutto è molto psichedelico, del resto in quella terra per Capodanno ci si bea con grandi suffumigi di cannabis. Il nichilismo è ora elevato al cubo. Le cose sono peggiorate, il rifiuto è totale. E se è vero che le strisce, per taglio, ritmo e stile, sono spesso un diario fatto di quadratini in fila che ritagliano riflessioni di vita e osservazioni, ci sarebbe da preoccuparsi un po’ per Vanna. La verità è forse un’altra. Non c’è salvezza ma è il caso di riderci su.
Rispetto alle prime tavole ora è un po’ più una “ continuity strip ”, con una trama che prosegue da una striscia all’altra, pur non mancando il ritmo della battuta in ognuna. Questa è oramai una propensione diffusa tra gli autori italiani che si dedicano a questo genere: mancando gli spazi su giornali e riviste dove la strip deve galleggiare da sola tendono a idearla all’interno di una sequenza. Il lettore ignaro che arriva direttamente a questa seconda raccolta può trovarsi spiazzato davanti a qualche gag che gioca sulla personalità dei protagonisti. Il rimedio è semplice. Procuratevi anche la prima raccolta, ne vale la pena. Le distinguete facilmente, stesso taglio grafico ma la prima ha una copertina rossa. Oltre alle strip contengono diversi intermezzi con test, giochi e ricette illustrate (imparerete a cucinare il “Paesaggio con Nuraghe”).
Altra novità: ora la Bambina filosofica ha
un sito tutto suo.
Come si dice in questi casi? Caldamente raccomandato (la bambina ci ucciderà per questo, le sono insopportabili le smancerie formali).




[Testi e Disegni: Vanna Vinci, Edizione: Kappa Edizioni, 2006, 14,00 euro, 84pag., b/n]


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La serie di post "Come nasce una striscia" prosegue mercoledì con racconti e schizzi di altri autori (Totaro, Contemori e tanti altri), state sintonizzati.

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venerdì, novembre 24, 2006

 

Come nasce una striscia? (5, seconda parte Palmiro)

Come promesso, Sauro Ciantini ha inviato le tavole. Seconda parte dedicata alla nascita di una striscia di Palmiro. La sequenza ha partecipato ad una mostra a Lucca dal tema "Maledetti Toscani". Non servono parole, le tavole meritano e raccontano da sole. Grazie Sauro.




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giovedì, novembre 23, 2006

 

Come nasce una striscia? (5)

Oggi la nascita di una striscia è raccontata da Sauro Ciantini, autore di Palmiro. Diciamolo subito, non per andare su toni epici, ma è grave se qualcuno si è perso questa mezza sega nera bianca ed arancione e il suo disegnatore. Palmiro "spacca", è una delle comic strip italiane più divertenti. Per saperne di più subito potete visitare la casetta di Palmiro su Internet. Non proprio aggiornatissima, il mobilio è lo stesso da anni (si sa che i cartoonist hanno casini e roba da fare) ma davvero ricca di strisce e immagini. Vi suggeriamo anche la scheda di recensione sui Ragnacci del Web.
Potete rimediare alla lacuna soprattutto andando a rompere le palle in fumetteria: fate tirare fuori "Palmiro - Storie di fidanzate lontane". La raccolta ha qualche anno ma sembra ancora in catalogo e ordinabile anche in rete
sul sito dell'editore Comix. Se così non fosse, mettete in ansia il libraio, chiedete una ristampa, una seconda edizione, molestate Ciantini perché tiri fuori un'altra raccolta.
Non si può andare avanti così.



Una striscia nasce quando ce n'è un motivo. Trovato un editore, trovato un editore che ti pubblica, trovato un editore che ti pubblica e poi ti paga, allora è il momento giusto di pensare ad una striscia! Il bravo disegnatore fa poca scena. C'è chi si veste alla "disegnatore Francese che ascolta i Negresse Vertes mentre disegna", e c'è chi, si veste come il cugino dark dei Placebo, e con la musica alta (troppo alta!), si mette a disegnare.
Il disegnatore di paperelli se ne resta al mattino in pigiama. Mette ad esempio un classico Keith Jarret, o anche un bel Stefano Bollani nostrale, e si mette davanti ad un blocco a quadretti (grandi) con una biro Bic, nera, a punta grossa, in mano.
La finestra deve dare su una bella campagna Toscana. Il disegnatore di paperelli pensa, pensa, pensa, e poi si chiede: ma chi me lo fa fare? Ma perché non ho fatto altro nella vita?, e verso le 11, dopo il secondo caffè, ecco la prima idea.
Si scrive il testo della battuta finale, e poi si risale come nei gialli.
Poi si ritorna alla fine, e si ritocca.
Il disegno viene dopo, molto dopo.
La battuta si lascia da una parte e ci si affaccia alla finestra.
Chi fuma, fuma. Chi non fuma guarda la campagna e conta gli uccelli che volano felice e se ne fottono dei fumetti, di chi li legge, ma soprattutto di chi li disegna..
Poi si rilegge la vignetta appena scritta. Se ne cura il ritmo. Si limano le parole. Si taglia il più possibile. Fino quasi alla perfezione.
Se invece devi consegnare e sei di fretta, anzi: sei sempre in ritardo!!!!! Allora: affanculo tutto quanto e spedisci. Poi, tre o quattro giorni dopo, la rileggi pubblicata e ti dici: ma questa fa cagare! Ma come cazzo ho fatto a...

Sauro Ciantini

[Sauro ci ha promesso tre tavole che illustrano la sofferenza del far nascere una striscia di Palmiro esposte a Lucca alla Mostra Internazionale dei Comics e purtroppo attualmente ivi detenute. Ci sarà probabilmente una seconda puntata dedicata alla nascita di Palmiro]

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mercoledì, novembre 22, 2006

 

Come nasce una striscia? (4)


Claudia Monteza Rodriguez, alias Ciemmerre, grafica freelance con una grande passione per il fumetto (www.ciemmerre.com), è una delle più belle sorprese apparse nel web in questi ultimi anni. Abilissima con il computer e nell'uso di tutti gli strumenti multimediali, ha creato e gestisce da sola un blog che sembra la grotta dei quaranta ladroni tanto è ricco di luccicanti nefandezze ipertecnologiche. È una cartoonist dotata di un umorismo sfacciato e di una splendida e feroce autoironia che travolge il lettore. Ama mischiare la forma classica della striscia con giochini multimediali. Si potrebbe forse parlare di web comic se non fosse ormai abusata e noiosa questa ulteriore classificazione. Ci siamo chiesti come fosse il momento creativo per una fumettista dell'era di Internet avanzato come lei. Per poi scoprire, come leggerete, che per la nascita della strip, tra casini vari, dalle due dimensioni, dalla matita e dalla cartaccia comunque si parte.
Spudorata dichiarazione pubblica: Claudia, ci diverte molto quello che combini.
Ti lasciamo la parola.


Nel mio caso specifico, solitamente nasce nel posto dei grandi pensatori, il bagno.
Avevo provato ad attrezzarmi in tal senso, predisponendo la lavatrice come tavolo da lavoro, ma ho ottenuto solo un candeggio sbagliato e l'effetto mosso dato dalla centrifuga. Alla fine ho optato per schizzarla velocemente su di un pezzo di carta volante appena ne trovo uno.
Quando l'idea non arriva in bagno, afferro comunque al volo un qualunque supporto cartaceo, che può variare dal foglio che spunta da sotto un libro, o anche una busta di qualche lettera o più semplicemente il foglio A4 da stampante che è il mio ordinario supporto cartaceo.
Mancando totalmente di organizzazione mi è capitato di ritrovare vari fogli sparsi dentro vecchi giornali o cartelli con vignette risalenti all'anteguerra e mi sono autoimposta di dare una struttura ai bozzetti, ma ad oggi non ci sono ancora riuscita (ho comprato però un bellissimo Moleskine proprio l'altro ieri, ora devo solo trovare la penna più adatta perché per ora tutte quelle che ho testato sbavano).
La fase successiva allo schizzo è il ripasso della matita con rapidi non ricaricabili, oppure con tratto pen e poi la scansione al tratto, la colorazione digitale e l'inserimento di ballooon o testi.
Raramente una vignetta ha già una sua struttura ben definita quando ne eseguo la scansione, ma anzi è tutto l'opposto, è il regno del caos, sia mentale che pratico. E siccome a volte la tipologia delle mie vignette non è sempre quella "classica" mi ritrovo con formati molto lunghi in verticale o orizzontale. O ancora in corso d'opera la vignetta prende il sopravvento e decide che debbano essere inseriti elementi interattivi o più semplicemente debba avere una lettura diversa dal sinistra – destra. Spesso le vignette vegetano per qualche tempo in attesa (ore o anche giorni), fino a che non decido che è "tempo di" e allora inizio a dar loro una struttura definitiva.
In sostanza la costruzione di una vignetta, così come appare poi nel mio blog, è la risultanza di un buon 80% di casualità e un 8% di vaniglia che è sempre un gusto interessante. :-)

Sotto una meravigliosa foto del -ehm- tavolo da lavoro (?)... direi che ogni commento sarebbe superfluo... diciamo che ho puntato sulla -ehm- verità. Alla lunga paga sempre! :-)

Ciemmerre



[nota dei curatori del blog: dunque, aggiungendo anche l’inaspettato 8% di vaniglia, Claudia, se la matematica è ancora roba seria, ci sembra manchi qualcosa, ci rimane l’atroce arcano su cosa mai sarà il rimanente 12%]

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martedì, novembre 21, 2006

 

INKSPINSTER - una striscina ogni martedì



Inkspinster © Deco 2oo1 - E' vietata la riproduzione senza il consenso dell'autrice

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domenica, novembre 19, 2006

 

Come nasce una striscia? (3)



Proseguendo la serie “Come nasce una striscia”, arrivano ora le sconvolgenti rivelazioni di Deco. Potrete scoprire il luogo preferito per il momento topico, dare uno sguardo sul suo libricino, imparare come costruirvi un’alternativa risparmiosa al Moleskine.
Martedì guarderete con occhi diversi la sua Inkspinster.


Ora risponderò in modo pignolo e noioso alle vostre domande facendovi pentire di aver scritto questa mail.

C’è un momento fisso nella giornata nel quale vi mettete davanti alla carta e tirate fuori l’idea?

Un momento fisso no. Un momento in cui me ne arrivano spesso è la sera mentre mi lavo i denti, e ciò mi ha portato a formulare l'ipotesi scientifica che il massaggio gengivale sia in qualche modo collegato con la parte creativa del cervello del cartoonist.
Penso mentre spazzolo. Poi mi porto a letto il libricino delle storielle, la penna e dei fogli così prima di dormire mi scrivo tutto. Di solito mi addormento col libretto sulla faccia.

Ogni momento è quello buono?

In realtà sì, possono arrivare in qualunque momento. Spesso mi vengono in mente cose prima di addormentarmi, mentre rimugino nel buio. Tengo il libretto con una penna sul comodino per questo.
Se quando l'ispirazione arriva non posso scrivere subito sul libretto, appunto l'idea su un foglio volante per scrivere con calma la storia in un secondo momento.

La rimuginate?

A volte. A volte mi fermo a metà e non so come concludere, perché quello che mi arriva è solo uno spunto e spesso non riesco subito a svilupparlo, mi piace l'idea e basta. Allora le storielle restano lì incompiute ad aspettare il loro turno anche per mesi. Poi un giorno vado a rivederle e senza ragione mi viene la conclusione.

Ma soprattutto, come fermate il momento? Un quadernetto degli appunti, usate il mitico Moleskine, disegnate in fretta una bozza? Oppure, ancora, partite dritti sul foglio? Nell’esatta sequenza? Il grande Schulz amava raccontare che iniziava dal quadretto finale.

Fermo il momento scrivendo prima una storiella breve, senza disegni, sul libretto. Ho le strip sparse su 4 libretti in tutto. Quello che uso attualmente non è un Moleskine - è un Moledeco, (fatto usando i cartoncini e il cellophane di 2 confezioni di collant, nastro adesivo e un disegnino) rilegato con le mie proprie zampe.

Quando mi serve una strip sfoglio uno dei libretti e la scelgo, dopodiché prendo un foglio volante e ci disegno su uno schizzo della striscia, tutta pasticciata e piena di correzioni.

Qui c'è il libretto con accanto gli schizzi di un paio di strip:




Poi passo a fare la bella copia. Ma come faceva Schulz a partire dal fondo? Mah.

Lo so che vi bastavano 2 righe ma siccome quando mi azzardo a parlare di strisce TUTTI quelli che conosco sbadigliano, approfitto per sfogarmi con voi. Non sbadigliate, eh :)


Deco

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venerdì, novembre 17, 2006

 

Come nasce una striscia? (2)


La nascita di una striscia si può raccontare anche con una tavola. Gioma, autore di Ulisse e di tanti altri lavori illustrati (
www.ulissebygioma.net/), è uno "strisciarolo" DOC, dal disegno curatissimo ed elegante. Ha scelto di raccontarcelo così. Noi abbiamo cominciato a ridere dalla prima scena. Fermare il momento di ispirazione può essere pericoloso.
A lui la parola, anzi la matita. Grazie Gioma.

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giovedì, novembre 16, 2006

 

Come nasce una striscia? (1)


Come nasce una striscia?
Abbiamo provato a chiederlo con questo messaggio:


"Il tema di uno dei prossimi post su Balloons sarà: "come e quando nasce una striscia". Vi alzate la notte presi da raptus creativo e cominciate a disegnarla? C'è un momento fisso nella giornata nel quale vi mettete davanti alla carta e tirate fuori l'idea? Mentre vi lavate i denti,
in bagno, guidando l'auto? Ogni momento è quello buono? La rimuginate? Uno spunto casuale? Pescate un tema oppure immaginate interagire i personaggi?
Ma soprattutto, come fermate il momento? Un quadernetto degli appunti, usate il mitico Moleskine, disegnate in fretta una bozza? Oppure, ancora, partite dritti sul foglio? Nell'esatta sequenza? Il grande Schulz amava raccontare che iniziava dal quadretto finale."

Sono arrivate tante risposte, diverse, con testi spesso accompagnati da schizzi, foto di bozze che scoprirete in una serie di post in questi giorni.



Iniziamo con Lele Corvi (http://www.lelecorvi.com/) per una ragione. Ci racconterà, come leggerete tra poco, che parte dal temuto foglio bianco, giusto qualche scarabocchio. Lasciando aperto un po' il "mistero" e la domanda. Eppure, inesauribile, super creativo, frenetico (arriva a tirare giù anche tre o quattro strisce al giorno), autore di Crow's Village e di altre divertenti strisce e vignette per giornali e web, non sembra mancare mai di ispirazione. Gli cediamo volentieri la parola.

Mi piace pensare che le strisce non hanno bisogno di essere pensate.
Credo che ormai sia stato detto o fatto tutto. Su ogni argomento reale ed immaginario. Quello che fa la differenza nell'esporre graficamente una situazione è la tecnica. Grafica per chi è bravo nel disegnare, verbale per chi si affida maggiormente alla parola. Personalmente mi affido parecchio alla sintesi. Poche parole, pochi disegni e, spesso, parecchi silenzi.

Per quanto riguarda come nasce, generalmente non mi ci metto se non sono davanti al foglio. Non ho bisogno di appuntare nulla. Sul foglio bianco riverso ciò che ho visto o sentito durante la giornate o, più semplicemente un pensiero distillato dall'intera giornata. Non ho bisogno di "Bozze" o "brutte copie" ...disegno male da non poter disegnare peggio facendo una brutta
copia. Mi limito a scarabocchiare i miei omini sul foglio. Spesso non nella sequenza corretta. Poi con programma di grafica li sistemo nell'ordine che maggiormente può rappresentare nella striscia ciò che voglio comunicare.

A volte accade che, dall'idea iniziale, le posizioni degli omini mi portano a concludere la striscia che avevo in mente in un altro modo e con soluzioni grafiche diverse. In periodi di vacanza (inteso proprio come "distacco" dal tavolo di lavoro in posti tipo mare e monti), mi piace fare prove di disegni. Ebbene si...anche sul Moleskine, che però mi incute un po' di timore... preferisco i quaderni a quadretti! Con più calma riesco quasi a disegnare bene (ma non vorrei esagerare), ma amo disegnare con pochi tratti essenziali.
Amo Lewis Trondheim, da tempo... (Che i pomodorini siano influenzati da lui?) Amo le strisce idiote e anche quelle amare amare alla Gummer Street. Amo le strisce che provocano un sorriso ma anche un senso d'angoscia. Ben lontano da raggiungere questi effetti continuo a disegnare fino al raggiungimento dello scopo! Amo i giochi di parole. Amo divertirmi con i miei scarabocchi.

Lele Corvi

[nota dei redattori: se vi avanza carta da quaderni mezzo consumati, bloc notes quasi esauriti, vecchie agende ecc., non buttatela, ma speditela a Lele]

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mercoledì, novembre 15, 2006

 

Dove iniziare con Krazy Kat


Le vecchie raccolte di Krazy Kat in italiano sono fuori catalogo da tempo, diventate reliquie da collezionisti, così come i primissimi numeri di Linus nei quali la strip è apparsa.

Come del resto un po' tutto quello che riguarda il gatto matto. Per acquistare le tavole residue originali, oggetto di un mercato feroce, occorre accendere un mutuo. L'altissima quotazione è dovuta anche al fatto che ne esistono poche. Gran parte degli originali andarono distrutti nell'allagamento di un garage.

Questo ha creato problemi quando negli ultimi anni si è cercato di ricostruire correttamente tutto il lavoro di Herriman. Molte delle strisce giornaliere e soprattutto delle grandi tavole domenicali si conoscono infatti solo nelle versioni riprodotte dai quotidiani, spesso alterate rispetto ai layout originali disegnati dall'autore, recuperando i microfilm oppure solo le copie cartacee.

La Fantagraphics, una delle più rinomate etichette nel mondo del fumetto, si è dedicata ad uno splendido lavoro di recupero che sta proseguendo proprio nel corso di questi anni. Ogni semestre circa pubblica un volume che raccoglie un biennio di tavole domenicali. Partendo dal 1925 sono arrivati già al 1938 in uscita nel prossimo maggio 2007. Si tratta di riedizioni splendide alle quali hanno dato un contributo archeologico tanti collezionisti rendendo disponibili le versioni originali delle tavole. Oltre che sul
sito della Fantagraphics si possono ordinare facilmente anche su amazon.com

Questo per il lettore coraggioso che voglia affrontare l'inglese colorito, scombinato e bizzarro adoperato da Herriman, una lettura da leccarsi i baffi.

Per il lettore italiano, invece, segnaliamo l'ardita operazione di portare in una versione italiana il primo volume della nuova serie Fantagraphics, quello degli anni 1925-1926. La coraggiosa casa editrice è la
FreeBooks. Krazy Kat per storia e caratteristiche non vende mai e dubitiamo seriamente che senza un minimo di successo proseguiranno la serie riproducendo le annate successive. Eppure è un'occasione davvero unica per cominciare ad avvicinarsi al capolavoro di Herriman. Possediamo entrambe le versioni, in inglese e in italiano, e possiamo garantire che la traduzione, davvero difficile, è straordinariamente vicina all'originale, restituisce il linguaggio vivace della strip molto meglio di quanto fatto in passato. Merito anche dei due curatori Luca Boschi e Francesco Spreafico che hanno aggiunto alla versione americana alcuni testi esplicativi dedicati al lettore italiano.

L'unico punto che contestiamo è la riproduzione del linguaggio del gatto. Confermando la scelta delle precedenti traduzioni italiane si fa parlare Krazy con una specie di cadenza francese che sostituisce alle R delle V. Questo semanticamente suona molto snob alle nostre orecchie e niente è più lontano dal personaggio. Nell'originale, come vi mostreremo in uno dei prossimi post, il gatto parla un inglese sgrammaticato, infantile, ingenuo, dialettale, senza mai rispettare lo spelling delle parole, come se non conoscesse il linguaggio scritto. Molto, molto simile a quello di un bambino di 5 anni che inciampa continuamente nelle regole e nelle irregolarità della lingua.

A parte questo piccolo peccatuccio, consigliamo quest'opera come prima tappa, facilmente percorribile nelle fumetterie, verso il mondo di Krazy Kat. (reperibile anche sul sito
Free Books)

Krazy & Ignatz vol. 1 - The Komplete Krazy Kat Komics (1925-1926) di George Herriman
Free Books, gen. 2006 - 128 pagg. b/n bros. - 11,90€

[da domani inizia una serie di post particolari dedicati al tema "Come nasce una striscia". Saranno i cartoonist a raccontarlo. State sintonizzati]

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martedì, novembre 14, 2006

 

INKSPINSTER - una striscina ogni martedì



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domenica, novembre 12, 2006

 

KRAZY KAT

Nei prossimi post vi parleremo molto di Krazy Kat, una strip che ha fatto storia. Molti ne avranno sentito parlare, in genere molto bene. Pochi la conoscono davvero. Considerata "difficile", non ha mai avuto successo commerciale. (a chi vuole cominciare ad approfondire propongo la scheda scritta sui Ragnacci del Web)

Qui sotto trovate una piccola anteprima, tratta da una delle prime raccolte, curata da E. E. Cummings, uno dei più appassionati cultori del gatto, un vecchio volume del 1946 tradotto e pubblicato in italiano nel 1974 (Milano Libri, collana I Nostri Immortali vol.4, in possesso di Giuseppe). È una striscia giornaliera molto atipica per Herriman. Non ci sono parole (mentre il linguaggio era una delle caratteristiche di Krazy Kat), non ci sono mattoni che volano, contrasti, fughe, stranezze. La dedichiamo a chi pensa che una comic strip debba per forza far stramazzare dalle risate (sarà l'aggettivo "comic" che inganna?). Questa è poesia pura.

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venerdì, novembre 10, 2006

 

Questo qui mi ricorda Fritz!


Girovagando tra i padiglioni di Lucca 2006, nello stand delle Edizioni BD.
Dopo una veloce sbirciata ai titoli, ho chiesto ad un ragazzo se avessero qualche libro dedicato alle strip. Gentile e simpatico, mi ha messo sotto il naso un libretto intitolato "Rocky" di Martin Kellerman.
La copertina mi ha subito evocato altri autori: “che palle, un'altro emulo di...”. In genere evito di comprare fumetti cloni ma il disegno ottimo e il prezzo buono (12 euro) mi hanno convinto.
La prefazione, scritta dallo stesso Kellerman, non prometteva nulla di buono, anzi dava un'immagine dell'autore alquanto antipatica tanto togliere la voglia di andare avanti. Poi iniziando a leggere le prime strip sono rimasto folgorato dalla scorrevolezza dei dialoghi che portavano con estrema naturalezza, alla battuta finale. Fantastica scoperta.
Il racconto, ambientato a Stoccolma, è autobiografico. La moltitudine di personaggi antropomorfi che popolano la strip altri non sono che gli amici dell'autore.
Non aggiungo altro: se già conoscete Rocky ed avete notizie scoppiettanti teneteci aggiornati. Se non sapevate della sua esistenza, procuratevi il libro e, se avete voglia, raccontate le vostre impressioni.

[Libro: Rocky Autore: Kellerman Martin Editore: Bande Dessinée]


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giovedì, novembre 09, 2006

 

I 500 numeri di Linus


Questo mese in edicola Linus compie 500 numeri. Gran risultato per un mensile.
Decine di annate conservate con cura negli scaffali, l’unica rivista che non buttiamo mai, guai, non c’è proprio l’idea. Dall’aprile 1965 ha attraversato gli anni. Non vende più come in tempi gloriosi e, piccola confessione, ogni volta all’inizio del mese tiriamo un sospiro di sollievo nel ritrovarla ancora lì, in quell’angolino dell’edicola. Tanti altri periodici di fumetti nel frattempo sono nati e si sono estinti.
Eterno Linus, un classico, è un paio di Clarks, un Eskimo dell’editoria (sì, lo so, i più giovani non afferreranno la metafora). È cambiato alcune volte il formato, leggendario quello piccolo e spesso dell’era di mezzo. La carta mai, non sono mai diventati patinati e chissà in quale magazzino oggi vanno ad ordinare ancora quei fogli ruvidi. La formula dei contenuti poi è sempre la stessa, anche se è tradizione rimescolare la sequenza di testi e fumetti in ogni numero. Strisce, sempre tante, vignette di satira, vivaci recensioni, testi acuminati e d’opposizione, rubriche bizzarre. Anche la redazione, pur negli inevitabili cambiamenti, ha una linea sempiterna. Un gruppo di inguaribili antagonisti conservatori.
È un rapporto di amore e un po’ d’odio quello con Linus.
Non finiremo mai di ringraziarli per l’opera di divulgazione delle comic strip, hanno portato i Peanuts ed un’infinità di strip in Italia. Tantissimi autori si sono formati leggendo quelle pagine come su un abbecedario dei fumetti. La gratitudine si estende anche alle rubriche, agli articoli, alle recensioni, apprezzate con calma dopo, perché, si sa, la prime pagine che si guardano sono quelle dei fumetti. Ci hanno tenuto il cervello sveglio. Ci hanno guidato in tante scoperte. Sono la bibbia italiana delle comic strip.
Non li perdoneremo mai per tante scelte. Per tante strisce bellissime abbandonate. Per aver bucato tanti autori italiani bravissimi (Ciantini, Totaro, ma la lista di esempi è lunga), scoperti poi in altre riviste o più tardi sul web, quando del filtro di Linus non c’era più bisogno. Tanto bravi nella redazione, e ci riferiamo alle comic strip, come divulgatori quanto terribilmente conservatori. Non scopriranno mai la reincarnazione di Schulz, non l’hanno mai fatto. Non è il loro mestiere e forse la storia gli ha dato ragione, vista la fine di riviste più coraggiose come Comix. Una striscia arriva su Linus solo quando la critica americana si è già sgolata e i clamori del pubblico, anche di quello underground, sono alti. Non ricordiamo negli ultimi decenni un solo cartoonist italiano scoperto e lanciato da loro. Quelli che ci sono arrivati avevano già un buon pedigree o appartenevano ad una certa intellighenzia.
Ci chiediamo, ad esempio, se davvero dalle nostri parti non esista una striscia migliore di Pupilla
Noi Linusiani doc, siamo una categoria, siamo così, ipercritici. E, nonostante tutto, non abbandoneremo mai la rivista. Un appuntamento fisso per tutti quelli che amano le strisce.

Auguri vecchio Linus.

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mercoledì, novembre 08, 2006

 

Gli originali

Guardando i libri dedicati ai grandi autori americani uno si fa un’idea di
queste tavole, immense, grandissime. Questo è il grande Herriman, autore di
Krazy Kat, appisolato al tavolo da disegno. Si racconta che sia stato visto
solo una o due volte senza cappello.

Le strisce venivano poi microfilmate per la stampa sui giornali. L’aspetto bizzarro della questione è che partivano così grandi per andare poi a combattere una battaglia storica per gli spazi. La tendenza infatti è stata quella di offrire zone sempre più ridotte e strettamente delimitate. E spesso i quotidiani hanno stravolto il layout volendo impaginarle a modo loro.


Schulz il creatore dei Peanuts (30 anni fa e passa).


Dicevamo delle dimensioni delle tavole originali. Un aspetto che colpisce delle nuove generazioni di cartoonist italiani è che disegnano su fogli piccoli, quelli normali da disegno o spesso dei banali A4. Talvolta due, persino quattro strisce per foglio. Non riconoscerete di sicuro quello all’opera sotto, è un talento ben sommerso. Gabriele Montingelli, sciamannato, discontinuo e pigro autore di Ludwig. Trovate una selezione di divertenti strisce su http://www.lud.it/.




Disegnare una striscia è un momento di operosità felice e allo stesso tempo di assenza. Il mondo c’è ancora intorno ma te ne dimentichi. Stai creando un altro piccolo pezzetto che vive in parallelo su un foglio di carta. È anche un piccolo rito, come il tirare fuori tutte le fedeli scatole degli attrezzi per officiare la rappresentazione. Passate le prime pause, in cui fai parlare la striscia e calcoli e provi, riprovi il ritmo e la sequenza, dopo tutto scorre veloce.

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martedì, novembre 07, 2006

 

INKSPINSTER - una striscina ogni martedì



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sabato, novembre 04, 2006

 

Tutto iniziò con Yellow Kid?



Tutto iniziò con Yellow Kid. Così racconta la leggenda.
È quasi incredibile come il mito ancora possa formarsi così facilmente nella nostra era, a distanza di pochi decenni, quando infinite fonti sono alla portata di tutti. Possiamo capire Ercole, il Minotauro e tutta la mitologia greca, a quei tempi mica c’erano tanti archivi da consultare.
La verità probabilmente è che dei miti e delle leggende abbiamo bisogno, come sogni che si avventurano a descrivere e ingigantire il passato. Ed è bello che anche il mondo del fumetto abbia un Olimpo e propri eroi.

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